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Il cibo non cura! L’esempio della solanina

Immagine correlataQuale particolare disturbo mentale dovrebbe indurre professionisti della salute a consigliare l’eliminazione di precisi alimenti per precise patologie indicandoli come “infiammatori”?
 
Nel merito, ho notato che esistono fantomatici “protocolli” per trattare la psoriasi (ma anche l’artrosi per esempio) con la dieta. I nomi non li faccio per evitare pubblicità, ma sia medici che biologi (sopratutto biologi!) li utilizzano senza neppure chiedersi se esistono prove o meno della loro efficacia. Spesso infatti questi protocolli sono ricavati da siti internet che ovviamente propongono anche prodotti costosissimi per “potenziare” la bufala.
 
Gli alimenti incriminati sarebbero la patata, il pomodoro e le melanzane, colpevoli di appartenere alla famiglia delle solanacee e quindi, per una astrusa “regola” lessicale, automaticamente contenenti solanina.
 
Ora, mentre nelle patate (germogliate, verdi, con buccia) questo glicoalcaloide potrebbe anche creare qualche problema di tossicità (comunque NON di infiammazione!) in pazzi furiosi che mangiassero patate germogliate in quantità non indifferenti fregandosene del sapore amaro, nel pomodoro e nelle melanzane la solanina non c’è! Ci sono altre sostanze (tomatina e solasonina) in basse concentrazioni di cui non è mai stata provata una tossicità.
 
Ma anche nelle patate sane (sempre presumendo che nessuno mangi patate verdi e germogliate con la buccia) si stima una quantità di solanina pari a meno di 10mg/100g. Dato che la soglia di tossicità varia tra i 3 e i 6mg/kg (ma per altri autori è anche più elevata), volendo avere qualche sintomo un uomo di 70Kg nell’ipotesi più pessimistica di tossicità dovrebbe mangiare 2Kg e più di patate in una volta!
 
Ma, ripeto, che minchia c’entra l’infiammazione??? Psoriasi e artrosi/artrite sono malattie che hanno una base infiammatoria, ma l’alimentazione non può fare miracoli! Ovviamente uno stile alimentare NEL COMPLESSO antinfiammatorio si può consigliare e si deve consigliare una perdita di peso alla bisogna (la VERA causa di infiammazione), ma a parte ciò si devono seguire le indicazioni di un medico specialista.
 
Capito cari colleghi che “prescrivete” protocolli insensati e complicate la vita a persone che di problemi magari ne hanno già a sufficienza senza dover sobbarcarsi quello della vostra poca competenza?
Riferimenti
http://www.inchem.org/documents/jecfa/jecmono/v30je19.htm
http://www.fao.org/docrep/T0207E/T0207E08.htm
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Di Dott. Gabriele Bernardini

Biologo, nutrizionista, toscano

3 risposte su “Il cibo non cura! L’esempio della solanina”

Purtroppo questo approccio piace moltissimo ai pazienti. L’idea di guarire dalle patologie più svariate mangiando o non mangiando determinate cose (di solito il cibo di moda nel primo caso, il “demonizzato” del momento nel secondo) è veramente universale.
Di recente, parlando di disturbi della menopausa (che fra l’altro ho anche in forma molto lieve), mi sono sentita dire “Hai le vampate dopo i pasti? Sarà perché mangi carne!” Decisamente, visto anche che la carne la mangerò una volta la settimana a dir tanto… 😀
Ma si sa, la carne è “calorosa”. 😉
I medici poi, spesso, si attengono a liste di cibi “permessi e vietatI” che sono decisamente antiquate e troppo rigide. Ci vorrebbe un po’ più di aggiornamento in questo campo.

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