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Curare le infezioni col cibo?

Sapete che a me piace essere pratico e concreto. E per quanto possibile arrivare subito al punto della questione. Per questo, parlando di nutrizione, non amo indulgere in speculazioni e parlare di aspetti per i quali non esiste una evidenza chiara e netta, in una parola non mi vado a incartare in ciò che è oggetto della “ricerca” (se si chiama così vuol dire che ancora non si è trovato qualcosa, giusto? e quindi non dovremmo gridare “Eureka!”).

Ed è per questo motivo che (come molti altri miei colleghi che sanno come funziona la scienza) sono per forza di cose monotono e ripetitivo perché, per esempio, mai mi verrebbe in mente di dire che una particolare cibo o nutriente è “buono” o “cattivo” e che quindi andrebbe consigliato o evitato del tutto per raggiungere un determinato obiettivo, ma semmai parlo/parliamo di “gruppi alimentari” e di dieta in generale o meglio ancora di stile di vita.

D’altronde la scelta del nome “La Somma e il Totale” non è stata oziosa. Ho voluto espressamente indicare che quando si parla di cibo è il totale che conta, perchè QUESTO dice la scienza.

A scanso di equivoci, voglio riportare cosa dicono le nostre appena sfornate Linee Guida per una Sana Alimentazione a questo proposito (https://tinyurl.com/tsaw7r9):

“In linea generale, va sottolineato che l’attenzione specifica alle singole molecole tende a “farmacologizzare” la nutrizione e a spingere il consumatore a cercare negli integratori rimedi facili, spesso inutili e potenzialmente dannosi. Dobbiamo invece sempre ricordare che non esiste ne può esistere allo stato attuale delle conoscenze, un nutriente o un componente che da solo, al di fuori di una dieta corretta, sia in grado di rallentare l’invecchiamento, di proteggere dai radicali liberi, dalle malattie cardiovascolari o dal cancro.

Gli alimenti non sono “somme di molecole”, ma sono elementi con i quali, a seconda dei componenti, si costruisce un’alimentazione corretta, fondamentale per la prevenzione e la difesa della salute”.

E ancora, parlando di antiossidanti:

“Quello che non è comprovato invece, perché non dimostrato, è che gli antiossidanti (presenti negli alimenti nei quali svolgono egregiamente la loro funzione) siano antiossidanti anche per l’uomo. Malgrado la loro fama come “panacea per tutti i mali”, tuttavia, i numerosi studi basati sulla supplementazione di antiossidanti (naturali o di sintesi) non sono mai stati in grado di evidenziare alcun effetto protettivo a livello dei più comuni e solidi indicatori di malattia e, nel caso di alcune vitamine, la supplementazione si è rivelata in alcuni casi addirittura pericolosa.

Infatti, nonostante sia noto il beneficio sullo stato di salute connesso al consumo di frutta e verdura, non è ancora del tutto chiaro quali siano gli elementi che assolvono tale compito e il ruolo svolto dall’attività antiossidante”.

E notate bene che quanto sopra attiene al campo della PREVENZIONE!

Se non esiste una chiara evidenza che singoli componenti del cibo, da soli, possano prevenire disturbi e patologie, a maggior ragione non c’è alcuna evidenza che possano fungere da FARMACI!

Pensate quindi al prurito che mi viene (ci viene) ogniqualvolta assisto alle pubblicità de “le diete per”, “gli alimenti per combattere il”, “i cibi che ti depurano da” e via discorrendo. Se da una parte, la maggioranza di coloro che propugnano tali fesserie non fa parte di alcuna professione sanitaria (sono ingegneri, giornalisti, influencer), alcuni sono medici, biologi, dietisti (e qui il prurito diventa orticaria) che agiscono però singolarmente sulla base di loro strampalate convinzioni.

C’è, mi illudo, ancora speranza: per quanto numerosi, sono pur sempre cani sciolti. Ci diamo sotto e facciamo largo alla scienza cercando di combatterli con le evidenze, chiedendo le prove, mettendo in dubbio il singolo soggetto che, per quanto autorevole, non esprime il consenso scientifico della Comunità. Se aiutiamo le persone ad allenare il senso critico, dando loro gli strumenti per comprendere le basi della nutrizione (in questo caso), magari non cadranno nelle trappole dei nutri-imbonitori.

Magari ci vorrà del tempo, ma la cosa non sembra del tutto impossibile.

Tra i vari concetti che si cerca di far passare, c’è pure quello di stare attenti alle fonti, di riferirsi sempre a siti governativi o di grandi istituzioni scientifiche.

Ora, gli ordini professionali non sono grandi istituzioni scientifiche, ma non sono (non dovrebbero essere) neppure equivalenti al Dottor Mozzi o al Signor Panzironi.

Dovrebbero essere un punto di riferimento per molti professionisti che a loro volta dovrebbero poi comunicare al grande pubblico e ai propri pazienti le corrette nozioni apprese (ovviamente prima degli Ordini c’è la scuola e l’università, ma lasciamo stare, è un’altra storia).

Se sul sito ufficiale di un Ordine professionale (e qui l’orticaria diventa pesante allergia con rischio di anafilassi) appare un video (di libera visione, perché sta pure su Youtube) in cui, in tempi di infezioni virali, si forniscono informazioni per “bloccare” (non per prevenire, per FERMARE, attenzione!) l’infezione con la dieta, suggerendo che abolire (o consumare molto raramente) certi precisi alimenti o nutrienti, nutrirsi con particolari estratti (magari solo di quelli, digiunando per il resto) e utilizzare integratori mirati, sia in grado di combattere l’infezione e tutto questo senza fornire le famose “pezze d’appoggio” o al massimo indicando genericamente lavori in vitro o su animali, facendo quindi dei “salti metodologici” totalmente inappropriati (perchè nessuno mi potrà mai venire a dire che ciò che è “dimostrato” in una provetta o su 100 topi o anche su 5 esseri umani possa diventare un suggerimento PRATICO, clinico, così, d’emblée!) e il tutto condito con un linguaggio molto scientifico (no, non “scientifichese”, scientifico, perchè, a onor del vero l’argomento trattato sarebbe MOLTO interessante se solo si avesse il buon senso di non passare dalla teoria alla pratica)… se succede tutto questo, beh la speranza di poter costruire qualcosa di buono svanisce miseramente.

Quel video (uscito ieri l’altro) ha avuto, ad oggi (27 febbraio 2020), più di 36000 visualizzazioni.

E’ un video, lo ripeto, interessante visto con l’ottica del biologo molecolare e del ricercatore, che si rivolge non al grande pubblico (però sta su Youtube….), ma ai professionisti, quegli stessi professionisti che oggi consiglieranno (e già lo fanno) la dieta anti-coronavirus a propri pazienti.

E la scusa che “tanto male non fa” a me non basta.

E chi lo può dire, comunque, che male non faccia? chi può dire che un immunodepresso o un anziano non voglia “provare” questa dieta ignorando le raccomandazioni di OMS e Ministero della Salute che obbligano chi ha sintomi importanti di contattare le autorità sanitarie? Come se non ci fossimo già passati…

Non sarebbe stato perlomeno appropriato un piccolo disclaimer del tipo “questi suggerimenti dietetici non devono sostituire le eventuali terapie mediche qualora i sintomi della malattia diventassero importanti”?Sono troppo pignolo? forse. O forse no.

Ricordiamolo: le difese immunitarie non si potenziano col cibo. Uno stile di vita idoneo e una alimentazione equilibrata, protratti nel tempo, mettono in grado l’organismo di prevenire meglio e combattere meglio ANCHE le malattie infettive, ma NON ESISTE nulla che, nel mezzo di una epidemia, possa prepararci a questo IN POCHI GIORNI, sopratutto se finora abbiamo avuto uno stile di vita errato e NON C’E’ dieta alcuna che possa FERMARE una infezione GIA’ in atto!Se un giorno la tanto decantata nutrigenetica ci permetterà di fare questo, saremo tutti molto felici.

Ma non è questo il giorno…

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Di Dott. Gabriele Bernardini

Biologo, nutrizionista, toscano

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