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Blu di Metilene, un ottimo indicatore…

L’ultima frontiera del biohacking.

Il blu di metilene è stato scoperto 149 anni fa.

E fino adesso ci abbiamo colorato i vetrini per il microscopio e fatto poco altro.

Poi sono arrivati i biohacker (i quali ancora non ci hanno svelato dove infilano la chiavetta USB per scaricare i dati…)

Secondo costoro, il BdM affina la concentrazione, aumenta l’energia e rallenta persino l’invecchiamento prevenendo la demenza.

Non sembra che funzioni però, visto che esistono i biohacker… che addirittura se lo bevono ottenendo solo il risultato di colorarsi la lingua di blu (di una tonalità meravigliosa però, dobbiamo ammetterlo).

E infatti non funziona: un’ampia ricerca che ha coinvolto 890 partecipanti, pubblicata su The Lancet, ha rilevato che il blu di metilene non ha avuto risultati migliori del placebo nel rallentare la progressione della malattia.

Peraltro l’uso del BdM presenta dei rischi: uno degli effetti collaterali più gravi è la sindrome serotoninergica: poiché il blu di metilene inibisce la monoamino ossidasi A, può interferire con l’uso di farmaci antidepressivi, col rischio di un pericoloso aumento dei livelli di serotonina, che si manifesta con sintomi quali confusione, spasmi muscolari, aumento della temperatura corporea e convulsioni.

Molte Autorità Sanitarie Nazionali messo in guardia le persone, sottolineando che il BdM non è né un farmaco approvato né un integratore alimentare.

È stato usato in passato come farmaco antimalarico (ma ora questo utilizzo è abbandonato) e attualmente non c’è altro motivo di usarlo in modo diverso da quello originale: come indicatore…di coglioni, però.

https://www.thelancet.com/journals/lancet/article/PIIS0140-6736(16)31275-2/abstract

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Di Dott. Gabriele Bernardini

Biologo, nutrizionista, toscano

Una risposta su “Blu di Metilene, un ottimo indicatore…”

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