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Gli hobbit e il rapporto proteine/carboidrati

Raramente si era avuta nella Contea un’estate così splendida e luminosa, ed un autunno tanto ricco e generoso: gli alberi erano sovraccarichi di mele, il grano era alto e fitto, ed il miele gocciolava dagli alveari

(Il Signore degli Anelli – In tre si è in compagnia)

C’è consenso unanime riguardo al fatto che la dieta possa contribuire a ritardare l’invecchiamento, rallentando l’insorgenza di numerose malattie croniche legate all’età.

La ricerca si è concentrata soprattutto sull’aspetto quantitativo: sappiamo che la restrizione calorica (RC) è legata ad una maggiore aspettativa di vita in salute: mangiare quel tanto che non ci faccia andare in deficit di nutrienti, ma non così tante calorie da ingrassare. 

Il limite estremo della RC è il digiuno, tra cui quello intermittente, che si è rivelato utile solo in quanto funzionale alla RC.

La RC riduce l’infiammazione sistemica, abbassa l’insulinoresistenza, la pressione sanguigna e migliora il metabolismo lipidico.

Ma mangiare il giusto, nel mondo moderno, può essere complicato, perchè l’offerta di cibo è onnipresente.

Altre ricerche hanno quindi mostrato che l’equilibrio dei nutrienti gioca un ruolo altrettanto importante per la longevità.

In particolare, modulare l’assunzione di proteine e carboidrati, piuttosto che ridurre l’intero apporto energetico, può offrire un intervento nutrizionale più fattibile nell’essere umano.

Parecchi studi su animali alimentati liberamente hanno messo in mostra che esiste una “geometria nutrizionale” e che alcuni rapporti tra nutrienti aumentano la longevità degli individui.

Uno di questi è il rapporto proteine/carboidrati (P/C). Non esistono studi di intervento sugli uomini, ma è nota l’estrema longevità di alcune popolazioni mondiali come quelle sarde o dell’isola di Okinawa in Giappone e in generale delle popolazioni del bacino del Mediterraneo.

In queste diete il rapporto P/C si aggirava attorno a 1/10. Un grammo di proteine per ogni dieci di carboidrati.

A Okinawa l’apporto di carboidrati era eccezionalmente elevato (85%), mentre le proteine a malapena arrivavano al 10% dell’energia. 

Le popolazioni della Sardegna centro-orientale mangiavano carne 2-4 volte al mese.

Entrambi i popoli, seppure così distanti, si nutrivano con alimenti di elevata qualità, cereali integrali in primis, frutta e verdura in abbondanza, pesce e latticini freschi in buona quantità (latte, ricotta).

Da non dimenticare i buoni livelli di attività fisica (erano muscolosi e forti nonostante le poche proteine), il basso tasso di stress e il forte sostegno della comunità.

Un po’ come gli hobbit insomma: un popolo strettamente legato alla terra, che coltivava con amore e di cui mangiava i frutti come base della sua alimentazione. Dedito alla buona tavola, ma molto attivo. Forse un po’ provinciale, ma di animo buono, tranquillo e poco incline alla rabbia. Rispettoso dell’amicizia, che metteva tra i primi valori della vita.

Un popolo notevolmente longevo e sano (anche senza bisogno della falsa, longevità fornita dall’Anello). 

E con un bassissimo rapporto proteine/carboidrati.

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC8401068/

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3730112/

Addendum: anche a livello molecolare si trovano studi che avvalorano l’ipotesi derivante da studi epidemiologici per cui la moda proteica attuale non sia da considerare tra le più sane in circolazione.

Questo lavoro https://www.nature.com/articles/s42255-023-00952-2 mostra come una dieta ricca in proteine (leucina in particolare), specialmente derivanti da fonti animali, potrebbe avere effetti negativi sulla salute cardiovascolare attivando la segnalazione di mTORC1 (un complesso proteico che funziona come sensore di nutrienti e controlla la sintesi proteica) nei macrofagi i quali si attiverebbero in maniera eccessiva accumulandosi come un “cimitero” di cellule nei vasi sanguigni incrementando lo spessore della placca e aumentando così il rischio di sviluppare aterosclerosi nell’animale.

Tutto questo in maniera più sensibile quando le proteine superano il 22% dell’energia introdotta giornalmente (cosa che capita facilmente nelle diete occidentali).

Gli autori affermano: “ Il nostro studio mostra che aumentare l’apporto proteico nel perseguimento di una migliore salute metabolica non è una panacea. potrebbe effettivamente danneggiare le tue arterieLa nostra speranza è che questa ricerca avvii una conversazione su modi per modificare le diete in modo preciso che possano mantenere la funzione corporea a livello molecolare e ridurre il rischio di malattie “.


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Di Dott. Gabriele Bernardini

Biologo, nutrizionista, toscano

4 risposte su “Gli hobbit e il rapporto proteine/carboidrati”

Buongiorno Gabriele come sempre mi dai molte risposte ma anche una domanda: tu parli di restrizione calorica, ma se rimaniamo in normopeso dobbiamo comunque preoccuparci di mangiare un po’ meno di quello di cui abbiamo bisogno come fabbisogno? Grazie

Ma se mangiando meno andassimo sottopeso va bene non diminuire? (Mangiando secondo linee guida per la scelta dei cibi)

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