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Gli ogm e la politica

Il 95% della produzione scientifica mondiale afferma che gli OGM sono sicuri (lo afferma da tempo, tant’è che non è questo il dibattito attuale nel campo del miglioramento genetico).
Del 5% rimanente ben il 43% è di origine italiana e tutti questi “lavori” italiani provengono da due laboratori soltanto.
In particolare, ad un laboratorio fa capo Federico Infascelli, capofila della produzione “anti-ogm” che annovera tra i suoi lavori pubblicazioni di scarsa qualità e addirittura taroccate e manipolate che gli sono valse una punizione per “violazioni molto gravi” effettuate con la “volontà di fabbricare un risultato sperimentale inesistente”.

Quindi in un mondo normale, uno dice: “ok discorso chiuso”.

No, mica è finita lì: per “premiarlo” di tutto ciò il Ministero delle Politiche Agricole lo ha nominato presidente del gruppo di persone che deve selezionare la classe dirigente della Veterinaria Nazionale.

E ovviamente, dato che i suoi lavori (tarocchi, ma quello è un dettaglio no?) hanno avuto un grande effetto sull’opinione pubblica e sui media, è stato preso come riferimento e indirizzo dalla politica italiana per regolare e proibire le nuove biotecnologie in campo agricolo.

E così in Italia non si può fare ricerca in questo campo ed è vietata la coltivazione OGM! Applausi!

(resta solo da ricordare che quegli stessi ogm la cui coltivazione è proibita qui, li importiamo con tranquillità per nutrire gli animali che ci daranno il prosciutto di Parma e il Parmigiano Reggiano).

Perchè? beh ma perchè siamo ItaGliani!

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Di Dott. Gabriele Bernardini

Biologo, nutrizionista, toscano

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