
Le popolazioni rurali del primo dopoguerra non li conoscevano i semi di Chia, lo zenzero e la curcuma. Non lo sapevano che nel pomodoro c’è il licopene, nel tè verde l’epigallocatechingallato e nelle crucifere il sulforafano.
Vivevano di quel poco (quasi niente) che la terra e il sudore dava loro. Pane, erbe dei campi, quasi niente carne, qualche pezzetto di formaggio ogni tanto, frutta.
Non sapevano il significato di antiossidante, antinfiammatorio, radicale libero, insulinoresistenza.
Non facevano abbinamenti strani coi cibi e non cercavano di alcalinizzare la dieta. Condivano con l’olio di oliva perché quello c’era, non per i tocoferoli che possiede. Il limone con l’acqua calda la mattina, se glielo proponevi, chiamavano l’ambulanza perché pensavano che fossi impazzito e del glutine non si preoccupavano affatto.
Il digiuno era spontaneo, purtroppo, e nessuno seguiva i protocolli 16/8: non avevano molto tempo da perdere. Dovevano zappare.
Ma.
Nonostante ignorassero tutto questo morivano perlopiù di vecchiaia, pochi tumori, pochi infarti, poco diabete e…poca depressione.
Erano magri, forti e si accontentavano.
Forse è molto più semplice di quel che si pensi.
Forse la stiamo complicando un po’ troppo. E forse dovremmo tornare lì.
Forse ci torneremo per forza.
Forse.
Una risposta su “Mangiare è semplice”
Bellissimo articolo, lo penso anche io, a volte.
Grazie mille.
Simona