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Mangiare è semplice

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Le popolazioni rurali del primo dopoguerra non li conoscevano i semi di Chia, lo zenzero e la curcuma. Non lo sapevano che nel pomodoro c’è il licopene, nel tè verde l’epigallocatechingallato e nelle crucifere il sulforafano.

Vivevano di quel poco (quasi niente) che la terra e il sudore dava loro. Pane, erbe dei campi, quasi niente carne, qualche pezzetto di formaggio ogni tanto, frutta.

Non sapevano​ il significato​ di antiossidante, antinfiammatorio, radicale libero, insulinoresistenza.

Non facevano abbinamenti strani coi cibi e non cercavano di alcalinizzare la dieta. Condivano con l’olio di oliva perché quello c’era, non per i tocoferoli che possiede. Il limone con l’acqua calda la mattina, se glielo proponevi, chiamavano l’ambulanza perché pensavano che  fossi impazzito e del glutine non si preoccupavano affatto.

Il digiuno era spontaneo, purtroppo, e nessuno seguiva i protocolli 16/8: non avevano molto tempo da perdere. Dovevano zappare.

Ma.

Nonostante ignorassero tutto questo morivano perlopiù di vecchiaia, pochi tumori, pochi infarti, poco diabete e…poca depressione.
Erano magri, forti e si accontentavano.
Forse è molto più semplice di quel che si pensi.

Forse la stiamo complicando un po’ troppo. E forse dovremmo tornare lì.

Forse ci torneremo per forza.

Forse.

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Di Dott. Gabriele Bernardini

Biologo, nutrizionista, toscano

Una risposta su “Mangiare è semplice”

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