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Viva la patata!

Perchè le linee guida ci dicono di mangiare pane e pasta (o altri cereali) ogni giorno e le povere patate sono relegate a sole 2 porzioni settimanali?

Lo so, voi sarete già sconvolti per il consiglio di mangiare pane e pasta ogni giorno perchè il picco glicemico vi ha dato alla testa per colpa delle varie dee del glucosio che si aggirano in rete, ma adesso parliamo di patate!

Ogni paese ha le sue linee guida nutrizionali che cercano di rispettare le tradizioni del luogo.
Non troverete il consiglio di usare l’olio di oliva in Giappone o la pasta di grano.

Noi non veniamo da tradizioni in cui le patate la fanno da padrone (a parte alcune zone).

Nulla però vieta di mangiare le patate più spesso (perchè come vedremo sono anche buone per l’ambiente) tenendo conto però che

  1. le patate non possono essere un sostituto del pane integrale (semmai di quello bianco, perchè sono povere di fibra).
  2. In genere il pane si mangia senza grassi aggiunti, le patate di solito si usano in preparazioni dove il grasso è più presente.

Ricordo che la porzione standard di patate è 200g (equivalente a circa 50g di pane dal punto di vista dei carboidrati) e nelle nostre indicazioni sono previste circa un paio di volte a settimana (giovedì gnocchi e magari il pollo con le patate la domenica per esempio).

Questo solo per dire che le raccomandazioni che trovate nelle linee guida non sono prescrittive, ma si possono adattare alla vita di ciascuno.

L’unico “schema” è quello dettato dalle indicazioni della dieta mediterranea: dieta a base vegetale, con pochi prodotti animali e adeguata al fabbisogno (cioè fatta in modo da non ingrassare)
Più movimento costante.

Checchè se ne dica non è vero che per la salute sia meglio una dieta vegana, o onnivora, o pescitariana o con 60 uova a settimana o quella che si fa rivolti verso la Mecca su un piede solo.

I cardini sono quelli che vi ho detto e non ci sono evidenze per dire che piccole differenze si riflettano in differenze di salute e mortalità.

Viva la patata! Perdinci!

Appendice ambientale

Sia per le emissioni prodotte lungo la catena di produzione, che per quanto riguarda l’uso di acqua e di suolo, i vegetali come la patata sono meno impattanti rispetto ad altri dello stesso gruppo nutrizionale (grano, segale, mais, per non parlare del riso che produce molto metano per la sua coltivazione): diciamo che mediamente le patate impattano 3-4 volte meno dei cereali e 10 volte meno del riso) e comportano perdite e sprechi bassissimi.

Può quindi essere una buona idea sostituire più spesso un piatto di pasta (o del pane) con uno di patate, avendo sempre cura di accompagnarle con una bella porzione di verdura.

Possiamo dire che ecologicamente parlando la patata, nel gruppo “cereali e affini”, primeggia come la cozza e la vongola fanno nel gruppo “alimenti ricchi di proteine” (https://www.gabrielebernardini.it/cozze-e-vongole-unottima-idea/).

Quindi oggi: pasta, patate e vongole.

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Di Dott. Gabriele Bernardini

Biologo, nutrizionista, toscano

5 risposte su “Viva la patata!”

Buongiorno. L’ho scoperta da pochi giorni e sto “divorando” i suoi articoli che trovo interessantissimi.
Prendo a spunto questo per chiederle una cosa relativa appunto alle porzioni delle linee guida 2018 (le famose tabelle di pag 130).
Perche’ il miele e’ 20gr massimo 2/sett = 40gr con tutti i benefici che esso porta (enzimi, vitamine, antinfiammatorio naturale) mentre lo zucchero semplice e’ 5gr 1,5/giorno = 52,5gr ma e’ semplicemente zucchero?
E il cioccolato… senza distinzioni inserito insieme a snack e creme spalmabili da’ consumo occasionale quando tra fondente 90% e cioccolato al latte o bianco c’e’ un abisso, e per me aggiungere a fine cena anche 5gr a 90% mi aiuta a non desiderare biscotti o altro?
Grazie per i suoi articoli, da qualche giorno ha un lettore in piu’
Demetrio

Il miele non apporta alcun beneficio addizionale rispetto allo zucchero perché è zucchero. Purtroppo ci hanno illusi facendoci credere che sia pieno di sostanze benefiche ma anche se fosse sono annegate in un quintale di zucchero. E quindi è zucchero.

Anche il cioccolato non trova differenze tra un tipo e un altro. Dato che le quantità che possiamo mangiare sono minuscole anche le differenze saranno minuscole. Non dobbiamo pensare a 100g di cioccolato perché noi non mangiamo quelle quantità ma cinque o dieci grammi. Se aumentiamo allora aumentano molto di più gli zuccheri e i grassi saturi rispetto alle fantomatiche sostanze benefiche

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