“Le analisi sono tutte perfette, QUINDI per ora non faccio nulla, non modifico la mia dieta, non comincio a muovermi di più, non smetto di bere”.
Quante volte ho sentito questa affermazione…
E’ uno dei tanti alibi per non cambiare abitudini, ma non ha molto senso. Le analisi vanno bene FINCHÉ’ vanno bene. Quando la colesterolemia comincia ad aumentare, quando la glicemia va fuori limite o quando la pressione arteriosa si alza, è un segnale che è stato prodotto un danno nell’organismo. Questo danno si è sviluppato nel tempo, non è un interruttore che si accende di colpo.
L’esempio classico è quello dell’iperglicemia: una alimentazione sovrabbondante, ricca di alimenti ipercalorici, di bevande zuccherate, di prodotti animali in eccesso, di sale in abbondanza, di dolci in sovrappiù e povera di alimenti protettivi porta ad ingrassare e a una progressiva insulinoresistenza che all’inizio è silente perchè il pancreas compensa la ridotta sensibilità dei tessuti all’insulina con una maggior produzione di insulina stessa, mantenendo così STABILE la glicemia nel sangue. Quindi, dalle analisi non si vede nulla! Quando, dopo decenni (non 5 minuti) di vita così, il pancreas si stanca di lavorare come un dannato, solo allora comincerà a produrre meno insulina nei confronti di tessuti che sono progressivamente diventati ancora più resistenti e SOLO ALLORA la glicemia si alzerà e noi vedremo l’asterisco stampato sul foglio del laboratorio di analisi. Ma a questo punto il pancreas è danneggiato ed è molto difficile tornare indietro. Si innescano allora circoli viziosi che portano ad incrementare il rischio cardiovascolare e tumorale.
Tutto questo NON PUÒ’ essere predetto dalle analisi mentre sta avvenendo nelle sue fasi precoci.
A questo si aggiunge lo stato infiammatorio di basso grado (di cui ho detto qualcosa qui: https://www.gabrielebernardini.it/fiamma/) che lavora in sottofondo e non è evidenziabile da una analisi di laboratorio.
Si chiamano fattori di rischio perchè vanno prevenuti, sennò sarebbe inutile qualunque forma di prevenzione se fosse sufficiente agire quando il danno si è manifestato.
Mi viene in aiuto un proverbio: “Chiudere la stalla quando i buoi sono già scappati”. Direi che calza a pennello.
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Peraltro fare analisi a caso non serve
Fare il “check up” è fondamentalmente inutile.
Le persone senza sintomi non hanno nessun vantaggio a fare gli “esami di routine”, che spesso vengono richiesti al medico per “vedere se va tutto bene”.
Una revisione Cochrane (quando sentite questo nome, fidatevi) condotta su oltre 250.000 persone, per capire se i controlli ematici di routine servono davvero, ha scoperto che non sono utili, con un alto grado di certezza.
I controlli di routine non hanno aiutato le persone a vivere più a lungo.
Non hanno ridotto il numero di persone che muoiono per qualsiasi causa, per cancro o per malattie cardiache o ictus.
Farli o non farli non ha cambiato niente sulla salute futura.
I controlli di routine, in assenza di sintomi e fattori di rischio, possono trovare problemi che non avrebbero mai causato danno alla persona.
Questo si chiama sovra-diagnosi.
La sovra-diagnosi può portare a cure inutili che potrebbero anche produrre ansia e far vivere male la persona.
Inutile quindi controllare il colesterolo o la glicemia ogni 3 mesi (ma anche ogni anno) o fare strani esami come quelli “per l’insulinoresistenza”) a meno che non lo decida il medico sulla base della conoscenza che ha di voi.
Sono soldi buttati (per voi o per il SSN) e ansie guadagnate (tutte vostre).
Come sapete esistono vari tipi di prevenzione:
Primaria, quella di cui parliamo qui, prevenire le malattie con lo stile di vita.
Secondaria, gli screening VALIDATI (come la mammografia o il sangue occulto nelle feci). Questi non c’entrano con ciò che dice lo studio e andrebbero fatti.
Terziaria, in chi è già malato di qualcosa e deve controllarsi per ridurre le recidive o per valutare la sua situazione
E poi si parla anche di quaternaria, quella che tenta di prevenire gli eccessi di prevenzione che possono rivelarsi dannosi. Cioè fare esami a casaccio quando si sta bene.
Mangiar bene, non fumare, bere il minimo possibile (idealmente zero per azzerare i rischi), muoversi con costanza, dormire il giusto…questo serve e di questo ci dobbiamo preoccupare.
Per il resto c’è il medico che si spera indirizzi verso le scelte corrette.
Ma non buttate via soldi e tranquillità inutilmente.