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Attività fisica

La crociera della sedentarietà

Avete mai visto WALL-E? E’ un film di animazione della Pixar (2008) che racconta delle avventure di un piccolo robot spazzino, col compito di ripulire la terra del futuro dai rifiuti che l’uomo ha prodotto e che viene abbandonato sul pianeta per secoli mentre gli esseri umani, nell’attesa, se ne vanno “in crociera” su una flotta di navi spaziali, navi in cui diventeranno progressivamente più obesi e sedentari tanto da non potersi più muovere autonomamente. Si spostano su poltrone fluttuanti succhiando pasti liquidi da grossi bicchieri e comunicano tramite schermi olografici.

Beh siamo sulla buona strada.

E’ stato pubblicato qualche giorno fa uno studio
su Lancet (https://goo.gl/ZHc3J5), con quasi 2 milioni di partecipanti di 168 paesi, che mostra come circa un miliardo e quattrocento milioni di persone al mondo non svolgano una adeguata attività fisica.
Il trend non accenna a migliorare: dal 2001 i dati sono invariati e pare che sia molto difficile, continuando così le cose, che si possa raggiungere l’obiettivo del 10% di riduzione della sedentarietà globale fissato dall’OMS per il 2025 e questo naturalmente comporterà un aumento delle malattie legate alla inattività fisica (diabete, problemi cardiovascolari, tumori, osteoporosi, ecc).

In Italia non siamo i messi peggio, ma ce la caviamo. Qui: https://www.gabrielebernardini.it/como-che-si-credono-ferrari/ trovate il riassunto con gli altri dati, inutile snocciolare ulteriori cifre qui.
Date anche una occhiata alle immagini qui sotto che mostrano la prevalenza della sedentarietà per uomini e donne adulti.

Mi limito solo a dirvi quali sono le raccomandazioni e cosa significhi “attività fisica adeguata”: l’OMS parla di 150 minuti alla settimana (non tutti concentrati, ma spalmati su più giorni) di movimento moderato o 75 minuti di movimento intenso.

Se si fa di più è meglio, ma qualsiasi attività va bene, bisogna limitare la sedentarietà: https://www.gabrielebernardini.it/dosaggi/

Per movimento moderato si intende anche solo camminare a passo veloce (6Km/ora circa) per almeno 30 minuti al giorno.
Il cuore deve battere e bisogna sudare un po’.

L’umanità e i suoi parenti stretti hanno camminato per millenni. Ci siamo evoluti per spostarci su grandi distanze, siamo fatti per camminare. Siamo migratori nati, ma ce lo stiamo dimenticando. “L’evoluzione” è cominciata.

Differenza tra inattività e sedentarietà

I termini sono spesso usati in modo intercambiabile, ma inattività e sedentarietà hanno significati distinti.

L’inattività fisica si riferisce alla mancanza di attività fisica sufficiente per soddisfare le raccomandazioni per la salute.

In altre parole, una persona inattiva non raggiunge il livello minimo di attività fisica suggerito per la sua fascia d’età.

Le conseguenze dell’inattività fisica sono molteplici e comprendono un aumento del rischio di mortalità per diverse cause e un impatto negativo sulla salute mentale e fisica

La sedentarietà, invece, si riferisce specificamente al tempo trascorso in posizione seduta o reclinata, indipendentemente dal livello di attività fisica praticato durante il resto della giornata.

Una persona può essere fisicamente attiva, ad esempio praticando sport regolarmente, ma trascorrere comunque molte ore al giorno seduta, ad esempio al lavoro o durante il tempo libero.

Anche in questo caso, la sedentarietà ha effetti negativi sulla salute, indipendentemente dal livello di attività fisica, aumentando il rischio di malattie croniche.

È fondamentale comprendere la differenza tra questi due concetti per poter adottare uno stile di vita sano che preveda sia un’adeguata attività fisica che una riduzione del tempo trascorso in posizione seduta.

Le raccomandazioni per la salute sottolineano l’importanza di “muoversi di più e stare meno seduti”.

Anche piccole modifiche alle abitudini quotidiane, come preferire le scale all’ascensore o fare brevi pause per alzarsi e camminare durante il lavoro, possono contribuire a ridurre la sedentarietà e a migliorare la salute.

Ogni movimento conta.

https://iris.who.int/bitstream/handle/10665/336656/9789240015128-eng.pdf?sequence=1

https://health.clevelandclinic.org/what-does-moderate-exercise-mean-anyway

https://www.gabrielebernardini.it/category/attivita-fisica

VILPA

VILPA è l’acronimo di “attività fisica intermittente vigorosa legata allo stile di vita”.

Si riferisce a brevi e sporadici periodi di attività fisica di intensità vigorosa svolta nella vita quotidiana.

Esempi di VILPA includono raffiche di camminata molto veloce mentre si va al lavoro o ci si sposta da un luogo all’altro, oppure salire le scale. VILPA è un’attività che richiede un impegno di tempo minimo e non comporta alcuna preparazione specifica, attrezzatura o accesso a strutture.

Molte attività comuni della vita quotidiana possono sollecitare uno sforzo di questo tipo in adulti fisicamente inattivi con una scarsa forma fisica che NON si esercitano abitualmente.

Lo studio che vi mostro ha analizzato periodi di VILPA della durata massima di 1 o 2 minuti.

In individui che NON si esercitano, l’attività fisica intermittente vigorosa (VILPA) sembra produrre associazioni benefiche con la mortalità di entità simile a quella dell’attività fisica vigorosa (VPA) in individui che invece si esercitano.

Gli effetti di VILPA nei non-esercitatori e VPA negli individui che si esercitano sulla mortalità per tutte le cause hanno curve dose-risposta quasi sovrapponibili per durata e frequenza giornaliera.

Viene suggerito che lo sforzo vigoroso sia ugualmente importante e potenzialmente benefico per le persone che scelgono di essere attive nel tempo libero e anche per quelle meno capaci o disposte a farlo.

Lo studio indica che anche solo due o tre brevi periodi di circa 3-4 minuti di VILPA totali al giorno, migliorano la capacità cardiovascolare e sono associati a un rischio sostanzialmente inferiore di mortalità per tutte le cause (-40%), per malattie cardiovascolari (fino a -50%) e per cancro (-40%). Il che non è poco.

Questi risultati hanno rilevanza per lo sviluppo di linee guida cliniche e di salute pubblica e sono abbastanza sorprendenti e solidi, a detta dei ricercatori.

I dati sono ricavati da dispositivi indossabili e lo studio ha seguito 25.241 non allenatori (età media 61,8 anni, 14.178 donne/11.063 uomini), in un follow-up medio di 6,9 anni, durante i quali si sono verificati 852 decessi.

Riassunto: piutost che niente, l’è mei piutost.

p.s. Questo non è un incentivo a non fare attività fisica e a non farla di più strutturata, sia chiaro. Non adagiatevi.

E attenzione: Parliamo di miglioramento della funzione cardiovascolare

Non si consumano calorie con 4 minuti di attività al giorno e basta 🙂

https://tinyurl.com/25qpbgkl

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Di Dott. Gabriele Bernardini

Biologo, nutrizionista, toscano

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