La Vigilia di Natale nella tradizione cristiana e per la Chiesa Cattolica celebra la venuta di Dio e il suo ingresso nella Storia del Mondo. E’ (in teoria) una giornata di preghiera e di Veglia in cui i fedeli si riuniscono e aspettano la venuta di Cristo. Non è quindi una giornata di “festa”, come invece è la celebrazione del Natale.
Sul fronte “alimentare”, nel 1966 Paolo VI con la Costituzione Apostolica Paenitemini limitò il precetto del digiuno al Mercoledì delle Ceneri e al Venerdì Santo, e quello dell’astinenza dalla carne a tutti i venerdì dell’anno.
Paolo VI abolì di fatto la norma riguardante le vigilie in vigore con il precedente Codex Iuris Canonici del 1917 che prescriveva astinenza dalla carne e digiuno nelle vigilie delle solennità di Pentecoste, dell’Assunta, di tutti i Santi e del Natale.
In seguito nel 1994 la Cei (Comunità episcopale Italiana) ha aggiunto che nei giorni di astinenza, non è proibito consumare pesce, uova e latticini, ma sono vietati, oltre alla carne, cibi e bevande che a “un prudente giudizio sono da considerarsi come particolarmente ricercati o costosi”.
Secondo queste fonti quindi, pare che la Vigilia di Natale non sia proibito nulla (a meno che non capiti di venerdì).
Rimane un invito alla moderazione.
Un tempo si faceva la fame tutto l’anno ed era quindi condivisibile e giustificato fare qualche pazzia ogni tanto.
Oggi siamo sovrastati dal cibo ogni giorno. Abbuffarsi non è più necessario, tanto meno per il fedele che vuole rispettare il vero significato della Vigilia.
Buon natale.