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L’auto elettrica e la fettina

L’avversione all’auto elettrica oggi è un po’ come quella alla riduzione del consumo di carne e rientra nel più ampio contesto della difficoltà ad abbandonare abitudini consolidate di cui si potrebbe fare benissimo a meno e che porterebbero a indubbi vantaggi, ma che comportano una “fatica mentale” che sembra insormontabile.

Chi avesse letto e studiato Tolkien, andando oltre il mero intrattenimento legato alla storia di “avventure”, scoprirebbe che una delle tematiche affrontate è proprio questa: la difficoltà ad abbandonare il proprio “buco” confortevole per andare incontro all’ignoto e tornare un po’ più cresciuti, consapevoli e “saggi”.

Cambiare può essere complicato, ma necessario. E siccome il futuro ci imporrà di cambiare per forza, tanto vale non trovare scuse:

“Eh ma se non mangio la carne, poi le proteine dove le prendo? e il ferro? Nel panino se non ci metto il prosciutto cosa mangio? I legumi al posto della fettina? ma tu sei pazzo”

“Eh ma finchè non avremo tutti almeno una centrale nucleare in giardino, non servirà a niente. E la Cina? è lei quella che inquina. Se non ha una autonomia di almeno 1800km, poi resto a piedi. Come faccio? Non ci sono le colonnine. E se ho una emergenza? Ah guarda costa troppo.”

Ok, siamo giusti: oggi alcune obiezioni all’elettrico sono più sensate di quelle legate alla carne, ma andranno pian piano svanendo se diamo tempo al tempo.

Per esempio: obiezione! non ci sono punti di ricarica in strada.

La ricarica più sensata per l’auto elettrica è quella lenta e può avvenire a casa (per chi ha un box o un posto auto privato), in azienda o sul suolo pubblico.

In quest’ultimo caso siamo abituati a concepire soltanto le colonnine ad elevata potenza (le cosiddette “fast”), ma sapevate che A2A ha cominciato a installare punti di ricarica a bassa potenza (7,4kW max) negli stalli pubblici (parcheggi blu o gialli) che con un solo “contatore” possono ricaricare fino a 14 auto SENZA bisogno poi di spostarle (le auto, non le colonnine) una volta terminata la carica?

https://www.repubblica.it/dossier/economia/transizione-sostenibile/2024/01/16/news/a2a_con_le_city_plug_si_apre_nuova_era_della_ricarica_elettrica_urbana-421886498/

Cioè, tu parcheggi e ricarichi durante la notte senza bisogno di spostare l’auto (e quel posto potrà anche essere occupato da un’auto termica ovviamente).

L’installazione è semplice, poco costosa e potrà diventare il futuro della ricarica pubblica perchè sarà come portare un contatore in un negozio, per dire.

Tempo al tempo, miei cari hobbit. Tempo al tempo.

Prospettive

Dal 1990 ad oggi le emissioni di CO2 in Europa sono diminuite in tutti i settori tranne che…in quello del trasporto (+16% nel 2021).

Questo settore contribuisce a quasi un quarto delle emissioni europee (23%) e la maggior parte deriva dal trasporto LEGGERO, non dalle navi o dagli aerei e neppure dai camion (sebbene questi non siano trascurabili).

Perciò viene dalle macchinine che fanno brum brum e che piacciono tanto ai no-Watt.

La Corte dei Conti Europea ha prodotto una relazione speciale su questo argomento e tra le altre cose afferma che:

“Secondo numerosi studi, le auto elettriche costituiscono al momento la tecnologia migliore per ridurre le emissioni totali prodotte dalle autovetture”.

Ha detto proprio così.

Insomma, raggiungere gli obiettivi fissati dal piano “Fit for 55” (la riduzione delle emissioni del 55% entro il 2030 e l’azzeramento delle emissioni nette entro il 2050) è possibile solo grazie alla mobilità elettrica.

Il percorso è comunque in salita e tre sono gli ostacoli (ma anche le opportunità) per raggiungere risultati concreti:

1. Batterie. Dobbiamo cominciare a farcele in casa e aumentare le tecnologie per il riciclo.

2. Infrastruttura di ricarica. Che va ampliata.

3. Costi. Le elettriche sono ancora troppo care e i paesi europei più poveri non riescono a contribuire alla riduzione delle emissioni.

https://www.eca.europa.eu/ECAPublications/SR-2024-01/SR-2024-01_IT.pdf

Cosa dice l’IPCC nel suo ultimo rapporto sul clima riguardo ai trasporti?

La scrivo proprio semplice e poi vi metto la traduzione del testo IPCC:

Per ridurre le emissioni si deve agire su due fronti: ridurre la DOMANDA di movimento (far in modo che non SERVA spostarsi) e implementare l’OFFERTA di mezzi di trasporto sostenibili.

Per cui:

1. Se proprio non è necessario non spostarti con i mezzi (fai telelavoro e shopping online per esempio)

2. Se devi spostarti prima di tutto cammina o vai in bici, altrimenti usa i trasporti pubblici, se riesci, oppure condividi la strada con altri.

3. Se devi prendere un tuo mezzo di trasporto, la cosa migliore sarà l’auto elettrica.

Di seguito il testo originale (tradotto con Google Traduttore)

“Le emissioni di gas serra legate ai trasporti possono essere ridotte dalle opzioni dal lato della domanda e dalle tecnologie a basse emissioni di gas serra.

Cambiamenti nella forma urbana, riassegnazione dello spazio stradale per andare in bicicletta e camminare, digitalizzazione (ad esempio, telelavoro) e programmi che incoraggiano cambiamenti nel comportamento dei consumatori (ad esempio trasporti, prezzi) possono ridurre la domanda di servizi di trasporto e sostenere il passaggio a modalità di trasporto più efficienti dal punto di vista energetico (alta fiducia).

I veicoli elettrici alimentati da elettricità a basse emissioni offrono il PIU’ GRANDE POTENZIALE DI DECARBONIZZAZIONE per il trasporto terrestre, su una base del ciclo di vita (alta fiducia).

I costi dei veicoli elettrificati stanno diminuendo e la loro adozione sta accelerando, ma richiedono continui investimenti nelle infrastrutture di supporto per aumentare la scala di implementazione (alta fiducia).

L’impronta ambientale della produzione di batterie e le crescenti preoccupazioni per i minerali critici possono essere affrontate da strategie di diversificazione dei materiali e delle forniture, miglioramenti dell’efficienza energetica e dei materiali e flussi di materiali circolari (fiducia media).

I progressi nelle tecnologie delle batterie potrebbero facilitare l’elettrificazione dei camion pesanti e completare i sistemi ferroviari elettrici convenzionali (fiducia media).

I biocarburanti sostenibili possono offrire ULTERIORI benefici di mitigazione nel trasporto terrestre a breve e medio termine (fiducia media).

I biocarburanti sostenibili, l’idrogeno a basse emissioni e i derivati (compresi i combustibili sintetici) possono SOSTENERE la mitigazione delle emissioni di CO2 derivanti dal trasporto marittimo, dall’aviazione e dal trasporto terrestre pesante, ma richiedono miglioramenti dei processi di produzione e riduzioni dei costi (fiducia media)”

Climate Change 2023 – Synthesis Report, Pagina 105

https://www.ipcc.ch/report/ar6/syr/downloads/report/IPCC_AR6_SYR_LongerReport.pdf

https://www.ipcc.ch/site/assets/uploads/2018/02/ipcc_wg3_ar5_chapter8.pdf

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Di Dott. Gabriele Bernardini

Biologo, nutrizionista, toscano

Una risposta su “L’auto elettrica e la fettina”

È proprio così, si intraprendono tanti percorsi difficili e distanti da noi perché pensiamo sia giusto o faccia bene. Se c’è una motivazione solida si prova a cambiare. Forse non c’è ancora abbastanza informazione? Poca fiducia nei divulgatori scientifici? Noi da anni non mangiamo piu carne e pensavamo di far fatica nell’intraprendere questa abitudine invece è semplice, basta provare. Lo stesso vale per l’auto elettrica, pochi piccoli cambiamenti, mio marito poi che la usa per lavoro non incontra alcuna difficoltà ma solo vantaggi anche per il parcheggio che in città è spesso gratuito

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