La estrema nonchalance con cui oggi mangiamo (anzi mangiate) cibo animale crudo, deriva più che altro da mode alimentari provenienti da altri paesi.
Qui da noi abbiamo, sì, una tradizione, ma non così pervasiva come la moda del sushi e compagnia o delle varie tartare di carne, per non parlare delle uova.
Il concetto di rischio non è semplice da accettare perchè l’essere umano ha bisogno di certezze: o bianco o nero; acceso/spento.
Quando si comincia a parlare di probabilità il cervello va spesso in tilt.
Ecco perchè la risposta consueta in questi casi è sempre: ma io mangio carne cruda fin da quando ero lattante e non mi è mai successo niente.
Questa è epidemiologia da salotto e non esclude che molti altri abbiano avuto problemi e tu non lo sai (no non vale neanche se tutta la tua famiglia non ha avuto niente).
Inoltre non è neanche facile associare una gastroenterite a un cibo crudo se neppure si sa che mangiarne può essere pericoloso. Spesso semplicemente la memoria viene cancellata o non si associano correttamente gli eventi.
E’ normale, per questo si fanno le statistiche. In Italia nel 2021 ci sono state 94 focolai, 1142 casi e 115 ospedalizzazioni. Teniamo conto che sono dati ampiamente sottostimati, perchè la stragrande maggioranza delle persone quando ha un problema di questo tipo non lo riferisce al medico di famiglia.
Perciò, come regola generale il cibo animale crudo non andrebbe mangiato (in particolare mai darlo ai bambini, agli anziani e alle donne in gravidanza), ma ognuno può accettare il rischio, sapendo però che è molto alto rispetto al cibo cotto.
Un’altra cosa che moltissimi non sanno (ristoratori compresi e questo è grave) è che congelare/surgelare/abbattere gli alimenti NON li sanifica. La carica batteri/virale/di tossine presente rimane la stessa e l’alimento uno volta scongelato, se conteneva patogeni, rimane pericoloso quanto prima. Gli unici a morire sono gli “animali” più complessi come l’anisakis.
Per concludere lscio parlare le linee guida ufficiali:
“Le nuove mode e manie alimentari stanno comportando nuovi pericoli legati alla sicurezza degli alimenti. Se in passato il consumo di pesce crudo nel nostro Paese era limitato alla preparazione di piatti tipici (alici marinate, bottarga, ecc.) peraltro non esenti da rischi, con l’avvento delle culture e delle tradizioni multi-etniche, specialmente di derivazione orientale, si sono aggiunte specialità culinarie crude (carpacci di pesce spada, tonno, branzino, salmone, sushi e sashimi). Il consumo di prodotti animali crudi o poco cotti è molto pericoloso e i meno giovani si ricorderanno dell’epidemia di colera che afflisse Napoli nemmeno 50 anni fa per il consumo di molluschi crudi. Il consumo di pesce crudo o poco cotto implica sicuramente un maggior rischio di contrarre intossicazioni e infezioni causate da batteri, virus e parassiti”.
“Evita del tutto il consumo di alimenti animali crudi o poco cotti, quali ad esempio uova o salse a base di uova (uovo sbattuto, maionese fatta in casa), carne (al sangue), pesce, frutti di mare. Questa raccomandazione vale soprattutto per anziani, lattanti, bambini e donne in gravidanza”.
https://www.crea.gov.it/web/alimenti-e-nutrizione/-/linee-guida-per-una-sana-alimentazione-2018
https://www.efsa.europa.eu/it/topics/topic/monitoring-foodborne-diseases
Una risposta su “Sugli alimenti di origine animale consumati crudi”
Noooooooooo
la tartare noooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooo