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Bilioso a chi? (di che biotipo sei?)

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C’era una volta (e c’è ancora) la dieta dei gruppi sanguigni la cui pretesa era quella di dividere l’umanità in 4 categorie suggerendo una alimentazione adeguata al gruppo 0, al gruppo A, B e AB.
 
Oggi, invece di migliorare, abbiamo la sventura di dover assistere alla nascita della dieta dei Biotipi, una dieta astrologica, lombrosiana, razzista che divide il mondo in biliosi, sanguigni, cerebrali e linfatici e che attraverso fantomatici “reset metabolici” (reset renali/epatici/tiroidei…boh) pretenderebbe di farci dimagrire “nei punti giusti” e di migliorare tutta una serie di fastidi e disturbi (cellulite, candidosi vaginale, permeabilità intestinale, stress e quant’altro) abbinando i cibi in maniera consona al nostro profilo personale.
 
Per esempio, il biotipo linfatico “È un tipo abitudinario, poco incline al cambiamento, che predilige i lavori di routine senza troppi stimoli o responsabilità. Tende ad accumulare peso facilmente, soffre di ritenzione idrica e di conseguenza ha un accumulo maggiore di grasso sugli arti inferiori. L’obiettivo in questi casi è cercare di risvegliare il metabolismo ma anche eliminare le tossine puntando sulle proteine, in particolare sulla carne bianche, sulle cipolle e sull’aglio, e in generale sulla frutta”.
 
Capito? al linfatico fa bene l’aglio. Ovviamente poi ci sarà il linfatico con caratteri di bilioso e una spolverata di cerebrale per il quale l’aglio farà bene solo al giovedì dopo le 17.00.
 
Queste diete che spuntano come margherite nel prato della fuffa nutrizionale, fanno presa sul desiderio della gente di avere una dieta personalizzata, calata sulle proprie caratteristiche, non solo fisiologiche o genetiche, ma anche emotive e psicologiche.
 
Esiste in effetti una branca SERIA della ricerca che si occupa della cosiddetta “nutrizione di precisione” (così come esiste l’agricoltura di precisione). Fino ad oggi le indicazioni nutrizionali si sono basate su grandi studi epidemiologici e tutte le linee guida si rivolgono alla popolazione generale o a gruppi omogenei di persone con una certa malattia, ma è innegabile che le risposte a queste indicazioni nutrizionali siano per forza di cose diverse, perchè il cibo modifica selettivamente il nostro DNA e viceversa il nostro patrimonio genetico ci predispone in maniera diversa a interagire coi nutrienti presenti negli alimenti. Per cui sicuramente un giorno la nutrigenomica e la nutrigenetica (così si chiamano le branche della ricerca che si occupano di questi argomenti) avranno un peso rilevante nella personalizzazione della nostra alimentazione, ma purtroppo non è questo il giorno!
 
Ad oggi si sono individuate numerose varianti genetiche (polimorfismi) coinvolte nel rischio di malattia associate alla dieta, riguardanti il diabete tipo 2 e tipo 1, che coinvolgono il metabolismo dei carboidrati e della fibra, il rischio di osteoporosi e l’assunzione di vitamina D, l’accumulo di tessuto adiposo e la sua distribuzione legati a diete ricche in proteine e grassi, ecc. Quindi si sta cominciando a vedere come “genomi” diversi influiscono su ciò che si mangia e viceversa, sul fronte della nutrigenomica, si è visto che una dieta di tipo occidentale, ricca di carne rossa predispone ad un aumento dell’infiammazione e del rischio di cancro attraverso l’attivazione di geni che sono legati a particolari vie metaboliche. Al contrario una alimentazione mediterranea “spegne” i geni dell’infiammazione.
 
Piano piano quindi si sta cercando di creare profili genetici sempre più personalizzati per ridurre il rischio di una certa malattia e favorire la salute.
 
Però è affrettato dire che siamo all’inizio di una nuova era della nutrizione come vorrebbero farci credere i propugnatori dei vari test genetici o delle varie diete personalizzate sulla base di improbabili profili psiconutrizionali. Prima di passare dalla ricerca alla pratica passeranno anni perchè le prove di efficacia sono ancora deboli e molto spesso i lavori sono solo osservazionali e non permettono sempre di stabilire un rapporto di causa-effetto.
 
Nonostante ciò ci tocca sentire programmi pseudogiornalistici trasmessi su reti nazionali che parlano di “rivoluzione della dieta dei biotipi”. Trasmissioni che quando si occupano di tutto ciò che è salute in generale, invitano primari ospedalieri, grandi esperti, chirurghi e clinici che sanno il fatto loro e dicono le cose come stanno, senza enfasi, con scienza e coscienza, almeno nella maggioranza dei casi, ma non appena si passa il Rubicone della nutrizione sbarellano totalmente e invitano anche il porco (tipica espressione dialettale della mia zona: porco=chiunque non abbia particolari competenze e abilità o peggio, sia totalmente ignorante in materia)!! Ma perchè?
 
Non credete alle diete personalizzate, non sprecate i vostri soldi nell’acquisto di libri improbabili come questi, evitate di fare test genetici perchè ad oggi non c’è nessuna alimentazione personalizzata che tenga. Sarà banale ma è così.
Riferimenti
https://goo.gl/tgHhcx
https://goo.gl/gD7ZYD
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Di Dott. Gabriele Bernardini

Biologo, nutrizionista, toscano

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