I “digiuni” possono essere tanti e di tipi diversi.
C’è il digiuno di una giornata, che il corpo tollera mettendo in atto adattamenti e compensazioni per garantire agli organi le adeguate sostanze nutritive al fine di non danneggiarli. Ma perchè farlo? per dimagrire? non si dimagrisce in così breve tempo, anzi, si perdono sopratutto liquidi (e quindi paradossalmente si ingrassa).
Poi ci sono i digiuni più prolungati, in cui per più giorni si introducono solo liquidi e che rappresentano soltanto uno stress per l’organismo il quale risponde come se fosse “sotto attacco”: produce adrenalina, cortisolo, glucagone che si adoperano per “raccattare” glucosio dalle scorte (il glucosio è indispensabile per i globuli rossi e per le cellule nervose). Una volta finite queste, comincia l’attacco ai muscoli per trovare l’energia necessaria alla sopravvivenza. Se la situazione si prolunga indiscriminatamente (oltre i 4-5 giorni) le cose si mettono al peggio e le funzioni di molti organi (cuore, reni) possono essere compromesse. La sensazione di “energia” dei primi giorno, che viene spesso vantata dai vari guru del digiuno, è legata appunto alla attivazione degli ormoni dello stress e la perdita di peso che fa gridare al miracolo è banalmente legata anche in questo caso alla perdita di liquidi e al depauperamento delle scorte di glicogeno (epatico e muscolare). In seguito (quando cominciano a prodursi corpi chetonici) è chiaro che vengano anche intaccate le scorte lipidiche (oltre a quelle muscolari che invece dovrebbero rimanere intatte), ma perchè dovremmo rallegrarci di demolire la nostra casa solo per fare un po’ di “pulizia” degli interni?
Digiuni di questo tipo lasciano il tempo che trovano perchè poi, alla ripresa della normale alimentazione, tutto torna come prima, il peso si riacquista, spesso con una percentuale di massa grassa superiore.
Ancora, ci sono quei digiuni in cui “il gioco vale la candela”: un grande obeso che deve scegliere tra fare un digiuno (controllato, in ospedale) per perdere peso velocemente, sceglie letteralmente tra la vita e la morte, ma non è questo ciò che le persone normalmente intendono per “digiunare”. La gente vuole digiunare per arrivare alla prova costume…
Infine arriviamo alle modalità di digiuno più interessanti: quei tipi di alimentazione ridotte che sarebbe meglio chiamare “restrizioni caloriche” più che digiuno (perchè sono finalizzate alla perdita di massa grassa), che mediano tra i rischi dei digiuni prolungati e i possibili benefici legati ad alcune evidenze che si stanno facendo avanti nella ricerca: riduzione dello stato infiammatorio, stimolazione di fattori genetici che innescano una sorta di pulizia cellulare eliminando gli scarti dalle cellule e promuovendo una sorta di “reset” che comporterebbe un vantaggio anche legato alla riduzione della crescita di alcuni tumori fino ad arrivare ad un ipotetico “allungamento della vita” (questo, per ora, visto solo negli animali di laboratorio, poichè non disponiamo di dati a così lungo termine).
Ecco quindi che incontriamo il “digiuno intermittente” (per esempio, colazione, pranzo abbastanza frugale e poi nulla, a parte liquidi, fino alla mattina successiva) portato avanti 2 o 3 volte a settimana in giornate non consecutive. In questi casi abbiamo risultati preliminari e da confermare che sono però promettenti sia sul versante della prevenzione di molte patologie (come il diabete) che su quello della cura dell’obesità.
Infine, ciò che viene chiamato “mima-digiuno“: una pratica da mettere in atto ogni 3-4 mesi circa, che consiste nel mangiare molto poco (circa 1000Kcal al giorno per poi scendere sotto le 800) per 5 giorni consecutivi limitando fortemente sopratutto alcuni alimento come pane, pasta e frutta. Qui, nonostante l’ampio riscontro mediatico, non abbiamo nessuna prova che questa pratica porti vantaggi all’essere umano. Le “prove” raccolte sono soprattutto su animali e in condizioni controllate di laboratorio e non permettono di trarre alcuna conclusione pratica.
E poi c’è la…banalità del bene.
Il vero modello mediterraneo era un “digiuno” spontaneo, nel senso che quando si mangiava SEMPRE in maniera leggermente ridotta rispetto al fabbisogno, riducendo gli alimenti animali e dando la precedenza a quelli vegetali, pur mantenendo e assicurandoci la corretta quantità di micronutrienti e non rinunciando a nulla, si faceva un digiuno “terapeutico” (con una abbondante pausa notturna di 12 ore in cui non si mangiava) che oggi si cerca di riprodurre con altre modalità, modalità che sono strutturate APPOSTA per fare in modo che ci si possa abbuffare nel momento in cui il digiuno NON si fa.
Perchè ci sono spinte sociali che ci “impongono” di mangiare tanto e schifoso. Sotto sotto, noi stiamo cercando un modo sbagliato per metterci una pezza, quando la soluzione sta semplicemente in una parola: frugalità. Ma a mangiar meno noi non ci stiamo.
C’è poco da fare…..
Ognuno si scrive i suoi bei libretti sulla base della sua idea di cosa sia meglio mangiare per arrivare a certi risultati.
Ecco che, per esempio, i libri che parlano di digiuno non sono la semplice “descrizione” dello stato dell’arte della ricerca in questo campo, sono bensì la INTERPRETAZIONE PERSONALE di una persona singola che, magari, sull’onda del successo mediatico decide che è il momento di sfruttare la situazione.
Il fatto è, come abbiamo visto, che non esiste nessuna applicazione clinica provata per quel che riguarda il digiuno. Ci sono studi su animali e pochi lavori su esseri umani. Ma noi siamo fighi e diamo in pasto alla popolazione cose che sono ancora nell’ambito delle ipotesi non confermate.
Con l’alimentazione si può fare perchè il rischio per la salute, pur essendoci, è limitato (che male vuoi che faccia digiunare una volta a settimana), ma immaginiamoci se a qualche chirurgo cardiotoracico venisse in mente di applicare una nuova tecnica chirurgica, non ancora validata: sarebbe visto come un incosciente e ne subirebbe le conseguenze, no?
Solo con l’alimentazione si possono vedere certe scempiaggini…. La domanda da farsi è: ok, non farà male digiunare, ma FUNZIONA? ecco questo ancora non lo sappiamo.
Siamo però ragionevolmente certi che non ci sia differenza tra queste modalità di digiuno e il semplice mangiar bene con costanza, rimanendo magri e seguendo un certo modello alimentare e fare attività fisica regolare. I risultati sono i medesimi: non c’è una valore aggiunto fornito dal digiuno. Entrambe le metodiche funzionano perchè si perde peso. Quindi no, non funziona, nel senso che il digiuno non è “meglio”.
E i benefici sono effettivi solo se il dimagrimento e la qualità della dieta sono prolungati, altrimenti si perdono.
Ma noi non ci stiamo perchè vogliamo la pasticca magica, che oggi è diventata la “procedura magica”. Un bel digiuno, un piccolo sacrificio a settimana (o per qualche giorno ogni 3 mesi) per poterci ammazzare di cibo e di divano gli altri sei giorni e negli altri mesi.
Profondamente diseducativo. Il meccanismo del digiuno, lo abbiamo visto, parte dalla “scoperta” della cosiddetta autofagia. L’autofagia è un meccanismo fisiologico per cui la cellula si disfa degli “scarti” che si sono accumulati al suo interno e così facendo da una parte fa pulizia e dall’altra si nutre (degli scarti stessi).
In alcune patologie (Parkinson, Alzheimer) questo meccanismo funziona male e nella cellula si accumulano proteine e altre sostanze dannose responsabili o corresponsabili dei sintomi. Riuscire a stimolare l’autofagia potrebbe essere cosa interessante in queste patologie.
D’altra parte nei tumori, per esempio, spesso avviene il contrario: le cellule tumorali funzionano fin troppo bene e si autosostengono anche con una autofagia fin troppo efficiente che in questo caso sarebbe opportuno fermare!
Queste sono le ragioni (più o meno, mi perdonino gli esperti) del nobel (tinyurl.com/y9b6lckh). La scoperta di certi meccanismi che potrebbero in FUTURO (in maiuscolo) portare a terapie mirate.
Da qui al passaggio: “il digiuno guarisce e ringiovanisce” ce ne passa. Dovremmo imparare a distinguere tra ciò che è ricerca, studi in divenire e applicabilità CLINICA con una evidenza pratica.
Fosse per me impedirei per legge i ricercatori e gli scienziati di buttare in pasto al pubblico ogni piccola scoperta e ovviamente non gli permetterei di inventarsi e di vendere strani protocolli “terapeutici” e kit vari senza avere un minimo di “certezza” in quello che fanno.
Perchè NESSUNO ancora sa ALLA LUNGA cosa potrebbe succedere.
Alla faccia del “ma il digiuno lo hanno fatto tutti i popoli del mondo e QUINDI fa bene e bla bla bla…”
p.s. E comunque volevo dire che io il digiuno lo faccio tutti i giorni. E anche voi.
Dalle 20 alle 8 (o modalità equivalenti a seconda delle abitudini). 💤
Senza bisogno di protocolli del piffero. E senza necessità di comprare libri…DEL PIFFERO!
🛌
p.s. il digiuno inoltre aumenta il rischio di abbuffate e comportamenti alimentari sregolati: https://onlineijedo.positivepress.net/articoli/10.32044/ijedo202002/?lang=en
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Riferimenti
https://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_3242_allegato.pdf
https://academic.oup.com/ajcn/article/102/2/464/4564588
https://jamanetwork.com/journals/jamainternalmedicine/fullarticle/2623528
3 risposte su “I digiuni”
Buongiorno Dottore, a proposito di digiuno o pseudotale, volevo chiederle un parere. Io ceno piuttosto tardi (21:00/21:30) per questioni di lavoro, il pranzo regolare tutti i giorni verso le 13:30. Mi sono accorta di fare la colazione spesso senza appetito, senza averne voglia. Può avere un senso saltarla (magari portandomi un frutto e/o uno yogurt al lavoro se dovesse venirmi fame)? Mi sono ricordata di quando, da adolescente (normopeso), la saltavo sempre perché non ne avevo voglia e mi portavo della frutta che mangiavo durante la ricreazione. Adesso, a 50 anni, peso 20kg in più (anni di diete rovinose) e piano piano sto perdendo peso seguendo le linee guida e muovendomi di più, però riguardo la colazione mi rimane questo dubbio.
Grazie sempre per la Sua opera di divulgazione così utile e preziosa!
Mariateresa
no può avere un senso cercare di non mangiare così tardi. Lo so che è difficile ma siamo animali diurni e la prima parte della giornata dovrebbe accogliere la maggior parte delle calorie mentre la sera sia per motivi di cronobiologia che per non andare a letto con la pancia piena e poi non avere voglia di fare colazione come accade a te, dovremmo fare un pasto frugale e non troppo tardi.
Se stai perdendo peso va già bene così ma cerca di anticipare un po’ la cena se puoi (e di non farla troppo abbondante) e di mangiare almeno “mezza colazione” la mattina…un passo alla volta
Ok, grazie mille Dottore, ci proverò!