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L’aceto e il telefono senza fili

Ricordate? No siete giovani.

Il telefono senza fili era un gioco che si faceva a miei tempi: ci si disponeva in fila e il primo sussurrava una parola o una frase alla persona accanto che la doveva riportare alla terza per come la aveva capita. E via così. L’ultimo della fila rivelava la parola che poi si confrontava con la prima “emissione”. Spesso era totalmente diversa e giù grasse risate (ci si divertiva con poco sapete).

Questa può essere una metafora per ragionare sull’errore cumulato dell’informazione che passa dallo studio scientifico originario attraverso il comunicato stampa degli autori, la rielaborazione dei giornalisti, fino alla distorsione finale del web e la eventuale ultima interpretazione del pubblico generata dal “sussurro” iniziale.

La notizia finale: l’aceto fa dimagrire (magari quello di mele)

La notizia intermedia: no riduce solo la glicemia post prandiale

La notizia derivante dallo studio originario: è vero (forse, perchè gli studi sono tanti, poco confrontabili e contrastanti) in alcuni casi si trova una glicemia significativamente più bassa, a parità di pasto, carico glicemico e calorie, se si aggiunge aceto.

La notizia, non notizia, che sarebbe dovuta passare: la significatività statistica di una cosa, non ha nulla a che fare con gli effetti PRATICI. La vita reale è un’altra faccenda e si deve quantificare il dato e calarlo nella realtà.

Nel nostro caso gli studi concludono spesso con frasi di questo genere: “Tuttavia, va notato che l’insalata di patate sottaceto produceva ancora una risposta glicemica e insulinemica di portata simile a quella del pane di grano bianco (senza aggiunta di aceto n.d.r.) e sarebbe interessante trovare altre condizioni di lavorazione e/o combinazioni per ottenere un ulteriore abbassamento della risposta metabolica.”

Che detta così porta ad emettere esclamazioni irripetibili, ma che, edulcorate, potrebbero suonare tipo: “mi scusi Sir, stavo sorseggiando il mio tè delle cinque, di grazia, perchè mi importuna con siffatte facezie?” 

Per concludere: sarà pure significativa, ma a noi non cambia la vita (anche perchè il pasto era fatto di tre patate E BASTA. Chi minchia mangia tre patate soltanto?).

Insomma, quando trovate affermazioni assolute del tipo “l’aceto abbassa la glicemia” o “raffreddare il cibo ne riduce l’indice glicemico” (o “anche i vaccinati infettano e si possono infettare”), chiedetevi sempre IN CHE MISURA, perchè se non c’è un numero accanto su cui ragionare, il tutto rischia di non avere senso.

https://www.nature.com/articles/1602238

Altri riferimenti

“Tuttavia, anche se nelle diete ad alto indice glicemico, l’aceto ha ridotto la glicemia postprandiale, nelle diete a basso indice glicemico, l’aceto non ha fatto in modo significativo”

https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/28292654/

Oh, shit! Quando mangiamo bene, l’aceto non influisce, quando mangiamo da schifo, aiuta. Si configura una cosa simile al GAC (Grazie al Caxxo)

Quindi dobbiamo mangiare da schifo con l’aceto o è meglio mangiare bene senza (o usandolo per il gusto)? Non so, direi la seconda

E’ un po’ come la storia dell’indice glicemico: il pane da solo ha un IG più alto di pane e nutella…

E’ giusto mangiare pane e nutella per tenere a bada l’IG?

Ancora: “A causa di ricerche inadeguate di alta qualità, le prove degli effetti sulla salute dell’aceto di mele sono insufficienti. Pertanto, sono necessari studi clinici su larga scala e a lungo termine con un basso rischio di distorsione prima di poter trarre conclusioni definitive.”

https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/32170375/

“Anche se alcune prove sostengono l’uso dell’aceto come trattamento complementare nei pazienti con anomalie di glucosio e lipidi, sono giustificati ulteriori studi su larga scala a lungo termine con una metodologia impeccabile prima che possano essere fatte affermazioni di salute definitive.”

“Conclusione: il contenuto di aceto variava tra gli studi e le dimensioni del campione negli studi inclusi erano relativamente piccole. Pertanto, si dovrebbe esercitare cautela quando si cerca di estrapolare i risultati a una popolazione più ampia.”

https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/31667860/

Tradotto: non si prendono per buone cose ancora incerte. Non si traducono nella pratica cose clinicamente poco significative. I professionisti dovrebbero fare questo lavoro: capire cosa è clinico (effettivo per la salute) e cosa è ricerca.

https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/25168916/

Se volete tenere a bada la glicemia non aggiungete aceto, aggiungete passi e sottraete peso. 

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Di Dott. Gabriele Bernardini

Biologo, nutrizionista, toscano

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