Stamani ascoltando la radio è arrivata alle mie orecchie la vocina di una dermatologa che consigliava allegramente cibi ricchi in caroteni (melone, albicocche, pomodori, carote, verdure a foglia verde…) per proteggere la pelle dal sole.
La dermatologa non è una voce fuori dal coro. Chiedete a chiunque, dal farmacista all’erborista, al biologo nutrizionista, al medico e molti di loro vi diranno che, si, certamente le carote proteggono la pelle dai raggi ultravioletti. Fate un giro in rete e troverete pioggia di consigli per migliorare l’abbronzatura mangiando cocomeri e proteggerla dalle scottature bevendo centrifugati di broccolo e melograno.
Nel 2011 l’EFSA ha pubblicato una valutazione riguardante il beta-carotene presente naturalmente nei cibi o aggiunto ad essi. Si trattava di approvare o non approvare un “claim”, cioè una affermazione salutistica, che, in questo caso era: “protegge la pelle dal danno indotto dai raggi UV, compreso il danno foto-ossidativo”, e “promuove la pigmentazione e l’abbronzatura della pelle”.
La promozione della pigmentazione della pelle è un meccanismo attraverso il quale la pelle può essere protetta dai danni indotti dai raggi UV.
Viene quindi chiesto all’EFSA di valutare le prove inerenti questa affermazione in modo tale da consentire o proibire la scritta in etichetta da parte delle aziende alimentari.
L’EFSA risponde così: