Galadriel oggi ha 14400 anni e vive ancora nelle Terre Immortali.
Nasce nel 12416 A.C. secondo il nostro modo di conteggiare gli anni, oppure nel 1362 AA (Anni degli Alberi), prima ancora della nascita del Sole della Luna, e alla fine della Terza Era (anno 3021 secondo il Calendario della Contea, 4042 A.C. secondo il nostro conteggio) aveva 8374 anni.
E il suo corpo, come quello di tutti gli elfi “anziani”, cominciava a sbiadire e a diventare “sottile”.
Abbiamo testimonianza di questo in due momenti del Signore degli Anelli: il primo e più famoso è il momento in cui Galadriel viene messa alla prova e rinuncia al potere dell’Anello,
«Ho superato la prova», disse. «Perderò i miei poteri, e me ne andrò all’Ovest, e rimarrò Galadriel».
Nella traduzione italiana di Alliata-Principe non si coglie il punto, perchè l’inglese “diminish” (tradotto più correttamente da Fatica come “mi sminuirò”) viene reso come “perderò i miei poteri”, ma “diminuire” è proprio un accenno al fatto che il corpo (il hröa) di un elfo antico si “assottiglia” nel tempo, per poi scomparire, mentre il suo spirito (il fëa) permane immortale.
Il secondo accenno a questo fatto lo pronuncia Gimli il nano, quando parla con Legolas della bellezza delle caverne del Fosso di Helm:
“E, Legolas, quando le fiaccole sono accese e gli Uomini camminano sui pavimenti sabbiosi sotto cupole echeggianti, ah! Legolas, allora gemme e cristalli e filoni di minerali preziosi scintillano sulle pareti lucide; e la luce risplende attraverso marmi ondulati simili a conchiglie, luminosi come le vive mani di Dama Galadriel”.
Anche in questo caso “luminosi” è mal tradotto. Nell’originale abbiamo “translucent”, traslucidi, cioè…trasparenti.
Tutti gli elfi “diminuiscono” nella Terra di Mezzo “caduta” e segnata dal Male. E questo avviene attorno ai 10000 anni di età, nel loro terzo ciclo di vita e nella piena maturità.
È anche il momento in cui, ai maschi, cresce la barba (vedi Círdan, il carpentiere, anch’egli uno degli elfi più antichi del Legendarium).
Galadriel quindi, non più “protetta” dal potere degli anelli elfici, dopo la distruzione dell’Unico Anello ha solo due scelte, o vivere, senza svanire, recandosi nelle Terre Immortali, oppure sbiadire nella Terra di Mezzo fino alla fine di Arda, senza abbandonare il corpo fisico che però, appunto, riduce la sua “materia” e col tempo, si “assottiglia”.
Costoro sono detti gli “indugianti” (lingerers) che si distinguono dai senza-dimora (houseless) i quali sono elfi uccisi o morti di dolore che rifiutano di recarsi nelle Aule di Mandos per poi eventualmente tornare nel mondo con un nuovo corpo ricostruito e invece permangono come spiriti che infestano il mondo fino alla sua fine.
La distinzione tra lingeners e houseless è più “morale” che reale in effetti.
È possibile che siano numerosi gli elfi che vagano per il mondo oggi. Probabilmente molti appartengono ai Nandor, coloro che non hanno mai visto le terre immortali e sono legati alla Terra di Mezzo più di altri.
Essi sono invisibili agli uomini e si nascondono in boschi e foreste, in luoghi oscuri e celati, sotto la luce delle stelle. Non hanno contatti con l’uomo a meno che non decidano di comunicare con noi per qualche motivo.
C’è chi pensa che siano all’origine delle fiabe e dei racconti popolari. Forse sono le fate e i folletti del folklore, il piccolo popolo, ricordo “diminuito” di un’epoca luminosa che non esiste più.
Nei millenni il loro spirito ne ha logorato il corpo, a causa del trionfo del male nel mondo, facendoli lentamente sbiadire e lasciandoli vagare come ombre e ricordi (“shadows and memories”) fino alla Fine.
Sono lo spirito della fantasia, che parla ancora a chi è in grado di ascoltare il suo messaggio e che ancora ci ricorda da dove veniamo e cosa possiamo perdere.
—
“In tempi successivi, quando, a cagione del trionfo di Morgoth, Elfi e Uomini si estraniarono, cosa che sommamente quegli bramava, coloro della razza elfica che ancora vivevano nella Terra-di-mezzo declinarono e languirono, e gli Uomini usurparono la luce del sole. Allora i Quendi migrarono nei luoghi solitari delle grandi terre e isole e si affezionarono al lume di luna e stelle, ai boschi e alle caverne, divenendo quali ombre e memorie, salvo coloro che ogni tanto facevano vela per l’Occidente e sparivano dalla Terra-di-mezzo. Ma, all’alba degli anni, Elfi e Uomini erano alleati e si consideravano consanguinei, e vi fu tra gli Uomini chi apprese la sapienza degli Eldar e divenne grande e valente tra i capitani dei Noldor”
Il Silmarillion