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Radagast e il “fallimento” dell’angelo che amava gli animali

“Radagast il Bruno! … Radagast il Domatore d’uccelli! Radagast il Semplice! Radagast lo Sciocco! Eppur gli è bastata quel po’ d’intelligenza per recitare la parte che gli ho affidato.” – Saruman

Attorno all’anno 1000 della Terza Era comparvero nella Terra di Mezzo cinque esseri angelici provenienti da Valinor, le Terre Immortali. Furono inviati sotto forma di “maghi” (“wizards”), spiriti incarnati, per consigliare e fornire aiuto ai popoli liberi nella loro lotta contro Sauron.

Il loro aspetto era quello di uomini anziani, caratterizzati da un colore: Saruman il Bianco, Gandalf il Grigio, i due Maghi Blu (Alatar e Pallando) e infine Radagast il Bruno.

I cinque maghi erano in effetti Maiar, potenze minori rispetto ai Valar e Radagast, il cui vero nome a Valinor era Aiwendil, fu inviato dalla Valier Yavanna Kementàri, la Regina della Terra.

Aiwendil significa “amico degli uccelli” e questa sua inclinazione verso tutti gli animali ne determinò anche le azioni (o sarebbe meglio dire inazioni) successive.

Infatti, una volta approdato sulle sponde della Terra di Mezzo e aver acquisito il nome di Radagast, il mago si “perse” nell’amore per tutte le creature non umane e non elfiche, partecipando ben poco alle vicende legate al corso degli eventi principali della Storia.

Definito dal traditore Saruman come un “semplice” e uno “sciocco” per la sua particolare passione per gli animali, Radagast era invece apprezzato da Gandalf: “Radagast è, ovviamente, un degno mago, un maestro di forme e cambiamenti di tonalità; ha una grande conoscenza di erbe e bestie, e gli uccelli sono soprattutto suoi amici”.

Aveva un carattere sensibile, altruista fin quasi a sembrare ingenuo (Peter Jackson nella trasposizione cinematografica ha esasperato questi aspetti, dipingendolo come uno svampito, “fatto” di erbe allucinogene, trasformandolo in una macchietta).

Fatto sta che Radagast prese dimora a Rhosgobel, al confine occidentale di Bosco Atro, vicino ai Campi Iridati sul fiume Anduin, dove conobbe il mutapelle Beorn e da lì non si spostò praticamente mai.

Durante le vicende descritte ne Lo Hobbit, viene nominato da Gandalf che lo definisce un suo “cugino” parlando con Beorn e sappiamo che prese parte all’attacco di Don Guldur assieme a Saruman, Gandalf, Elrond e Galadriel. In seguito fornì i suoi amici animali a Saruman per utilizzarli come spie, ignorando, a quel tempo, che il mago bianco aveva tradito ed aveva ceduto al male.

Durante le vicende narrate ne Il Signore degli Anelli, attirò inconsapevolmente e ingenuamente Gandalf a Orthanc dove questi fu fatto prigioniero da Saruman, ma fu anche colui che inviò le sue Aquile, le quali, indirettamente, poterono liberarlo.

Quando venne cercato dagli inviati di Elrond per fornire il suo aiuto durante la guerra, questi trovarono la sua dimora a Rhosgobel abbandonata. Di Radagast nessuno seppe più nulla.

Tolkien considera le inazioni del Mago Bruno e la sua “ossessione” nei confronti degli animali e della natura come un fallimento, sebbene di natura inferiore a quello di Saruman. Per questo motivo Radagast potrebbe non essere mai stato riammesso a Valinor alla fine della Guerra e potrebbe ancora vagare come uno spirito dei boschi nelle foreste delle Terra di Mezzo, in mezzo ai suoi amati animali.

Ma proprio perchè la sua indole era buona e gentile e l’amore per le cose viventi non può essere definito un “peccato”, esiste anche la possibilità che in qualche modo sia tornato ad essere Aiwendil, l’amico degli uccelli, nelle Terre Immortali.

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Di Dott. Gabriele Bernardini

Biologo, nutrizionista, toscano

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