
Numerosi studi dimostrano che ridurre l’apporto energetico o proteico, senza arrivare alla malnutrizione, può migliorare la salute e allungare la vita in molte specie animali.
Questo insieme di strategie prende il nome di restrizione dietetica e può assumere forme diverse: riduzione delle calorie totali, limitazione di proteine o di alcuni amminoacidi (come metionina e BCAA), digiuno intermittente o alimentazione a tempo limitato.
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Negli animali, questi approcci rallentano l’invecchiamento e riducono il rischio di malattie metaboliche, cardiovascolari e neurodegenerative. Gli effetti positivi derivano dall’attivazione di vie cellulari di “risparmio energetico” e di autofagia, cioè la capacità della cellula di ripulirsi e rinnovarsi. Le principali vie metaboliche coinvolte sono:
• mTOR, che regola in generale la “crescita” e viene inibita dalla restrizione;
• AMPK, che aumenta quando l’energia scarseggia e stimola la rigenerazione;
• Sirtuine, proteine che migliorano la risposta allo stress e l’efficienza metabolica;
• Insulina/IGF-1, che si riduce favorendo una maggiore longevità.
Anche la restrizione proteica o di specifici amminoacidi induce benefici simili, perché attiva segnali ormonali (come FGF21) che migliorano la sensibilità all’insulina e il metabolismo.
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Negli esseri umani, le prove sono ancora limitate ma coerenti: chi adotta moderata restrizione calorica o digiuno intermittente mostra miglioramenti in glicemia, pressione e profilo lipidico.
Tuttavia, la risposta è molto variabile tra individui e mantenere a lungo questi regimi non è facile. Non esiste ancora una “formula” ottimale per durata, frequenza e intensità della restrizione.
Per ottenere gli stessi effetti senza cambiare troppo la dieta, la ricerca sta studiando i cosiddetti mimetici della restrizione dietetica, cioè farmaci che agiscono sugli stessi meccanismi. Tra questi ci sono la metformina (che attiva AMPK) e la rapamicina (che inibisce mTOR). Questi composti mostrano risultati promettenti ma possono avere effetti collaterali, quindi vanno valutati con cautela.
Insomma, ridurre periodicamente l’apporto energetico o proteico sembra aiutare il corpo a “ripararsi” e mantenersi giovane più a lungo. Tuttavia, servono ulteriori studi per adattare queste strategie all’uomo in modo sicuro, sostenibile e personalizzato.
Per ora, la scelta più semplice e sicura resta quella di mangiare in modo equilibrato, mantenere un peso adeguato e muoversi regolarmente: sono queste le abitudini che, già oggi, hanno dimostrato di proteggere la salute e rallentare l’invecchiamento.
L’immagine riassume i principali sensori e vie molecolari coinvolti negli effetti della restrizione dietetica (CR), della restrizione proteica o aminoacidica (PR/AAR) e del digiuno intermittente (IF) sulla longevità.
Se ci fate caso, la restrizione calorica è quella che “abbraccia” più meccanismi contemporaneamente e ci porta a conclusioni non diverse da quelle che conosciamo da 70 anni:
Mangiare in modo da non ingrassare
Mangiare sopratutto vegetali
Mangiare proteine in modo adeguato e non sovrabbondante (sopratutto dopo i 50 anni circa) e che siano di origine vegetale anch’esse.
Modello mediterraneo.
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Appendice
Ecco cosa rappresentano i gruppi di molecole indicati nell’immagine:
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1. AMPK (AMP-activated protein kinase)
È un sensore energetico che si attiva quando l’energia cellulare è bassa.
Effetti principali:
• ↑ ACC1/2: ridotta sintesi lipidica.
• ↑ ULK1: stimola l’autofagia.
• ↓ mTORC1: frena la crescita e promuove il riciclo cellulare.
• ↑ eEF2K: riduce la sintesi proteica.
→ Effetto complessivo: risparmio energetico e attivazione dei processi di riparazione.
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2. mTORC1 (mammalian Target of Rapamycin Complex 1)
È un regolatore della crescita e della sintesi proteica, sensibile a nutrienti e amminoacidi.
Quando inibito, favorisce l’autofagia e rallenta l’invecchiamento.
Molecole correlate:
• ↓ S6K e 4E-BP1: riducono la sintesi proteica.
• ↑ ULK1, ATG13, TFEB: aumentano l’autofagia e il turnover cellulare.
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3. GCN2 (General Control Nonderepressible 2)
È un sensore di carenza aminoacidica.
Attivazione:
• ↑ ATF4: regola geni della risposta allo stress e del metabolismo.
• ↑ FGF21: migliora il metabolismo energetico e la sensibilità insulinica.
• ↓ eIF2: riduce temporaneamente la sintesi proteica.
→ Effetto complessivo: adattamento al digiuno e protezione metabolica.
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4. IIS (Insulin/IGF-1 Signaling)
Sistema che controlla la crescita e il metabolismo.
La restrizione dietetica lo riduce, favorendo fattori di longevità.
Molecole coinvolte:
• ↓ PI3K e Akt: minore stimolo proliferativo.
• ↑ FOXO: aumenta l’espressione di geni antiossidanti e pro-longevità.
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5. Sirtuin (famiglia di deacetilasi NAD⁺-dipendenti)
Agiscono come sensori del bilancio redox cellulare.
Principali target:
• ↑ FOXO e PGC-1α: migliorano la difesa dallo stress e il metabolismo mitocondriale.
• ↓ p53: riduce segnali pro-apoptotici.
• ↑ NAD⁺: fondamentale per la loro attivazione.
→ Effetto complessivo: miglioramento della funzione mitocondriale, riduzione dello stress ossidativo, aumento della longevità.
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Sintesi finale
Le tre forme di restrizione (CR, PR/AAR, IF) agiscono su più fronti ma convergono sugli stessi effetti:
• attivano AMPK, GCN2 e sirtuine,
• inibiscono mTORC1 e IIS,
• e di conseguenza aumentano l’autofagia, riducono la sintesi proteica e migliorano il metabolismo cellulare,
tutti processi associati a maggiore longevità.
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La restrizione calorica (CR) è la più ampia in termini di effetti molecolari perché:
1. Riduce l’energia disponibile, quindi attiva AMPK (sensore energetico) e sirtuine (dipendenti da NAD⁺).
2. Abbassa i livelli di nutrienti e insulina, quindi inibisce mTORC1 e IIS, limitando la crescita cellulare e stimolando l’autofagia.
3. Causa anche una lieve riduzione dell’apporto proteico, attivando in parte GCN2, la via sensibile agli amminoacidi.
In sintesi, la CR agisce contemporaneamente su quasi tutte le principali vie di segnalazione che regolano invecchiamento e metabolismo.
È per questo che nei modelli animali è l’intervento più efficace e coerente nell’aumentare la longevità, anche se nell’uomo resta difficile da mantenere a lungo e può comportare rischi se non ben calibrata.