Il Bisfenolo A è una sostanza presente in alcuni contenitori per alimenti (cartoni per pizze, lattine per alimenti e bevande) che può essere rilasciata in piccole quantità nei cibi soprattutto se i materiali vengono sottoposti ad elevate temperature o sono danneggiati.
Può, OLTRE DETERMINATE QUANTITÀ assunte per TUTTA la vita, aumentare il rischio di alcune problematiche di salute (a livello ormonale e del sistema immunitario e nervoso soprattutto in gravidanza, nel feto e nella prima infanzia) perchè “mima” gli estrogeni femminili comportandosi come loro nell’organismo. Per questo è definito “interferente endocrino”.
Nel 2023, l’EFSA ha ridotto in modo significativo la Dose Giornaliera Tollerabile (DGT) per il BPA. In passato, la DGT era fissata a 4 microgrammi per chilogrammo di peso corporeo al giorno, ma è stata abbassata a 0,2 nanogrammi per chilogrammo di peso corporeo al giorno. Questo cambiamento riflette le crescenti preoccupazioni riguardo ai rischi del BPA, anche a livelli di esposizione molto bassi.
La nuova valutazione è stata basata su evidenze scientifiche che mostrano come il BPA possa influire negativamente sul sistema immunitario, il sistema endocrino e il sistema riproduttivo. In particolare, si è evidenziato che:
• L’esposizione al BPA può portare a alterazioni della risposta immunitaria.
• Vi sono preoccupazioni per il suo ruolo come interferente endocrino, che potrebbe avere effetti anche a livelli di esposizione estremamente bassi.
• Sono stati segnalati effetti negativi sullo sviluppo in modelli animali, come alterazioni dello sviluppo cerebrale e comportamentale.
L’EFSA raccomanda di ridurre l’esposizione al BPA, soprattutto per i gruppi vulnerabili come neonati, bambini e donne incinte.
Le principali fonti di esposizione al BPA per la popolazione generale sono:
• Imballaggi alimentari: L’uso di rivestimenti a base di BPA nelle lattine e in altri contenitori.
• Bottiglie di plastica e altri contenitori per bevande.
• Scontrini termici che possono contenere BPA come stabilizzante.
In seguito alle preoccupazioni sollevate dall’EFSA e da altre autorità, la Commissione Europea ha introdotto normative per limitare l’uso del BPA. Ad esempio:
• Dal 2011, il BPA è vietato nella produzione di biberon di plastica nell’UE (Regolamento (UE) 321/2011). E pure nei cosmetici (Regolamento (CE) 1223/2009).
• Dal 2020, vi sono ulteriori restrizioni per l’uso del BPA nei materiali a contatto con alimenti, riducendo la migrazione consentita di BPA dagli imballaggi ai cibi.
Per ridurre l’esposizione al BPA, è consigliabile:
• Evitare contenitori di plastica con il codice di riciclo 3 o 7, che potrebbero contenere BPA.
• Non riscaldare cibi o bevande in contenitori di plastica che potrebbero rilasciare BPA con il calore.
• Utilizzare alternative prive di BPA, come contenitori in vetro, acciaio inossidabile o plastica certificata senza BPA.
• Limitare l’uso di cibo in scatola, poiché il rivestimento interno potrebbe contenere BPA.
Questo però non vuol dire che mangiare una scatoletta di legumi o di tonno non di vetro uccida.
Inoltre esiste il progetto PREVIENI che tiene sotto controllo questa ed altre sostanze (https://www.mite.gov.it/pagina/il-progetto-previeni).
Quindi: è la dose a fare il “veleno” e soprattutto senza ESPOSIZIONE a quel “veleno” non ci sono rischi per la salute. Per “senza esposizione” intendiamo anche una introduzione al di sotto delle quantità ritenute sicure (appunto le DGA).
Nel frattempo vorrei dire che, per esempio, le vaschette di affettati e le lattine di carne conservata contengono AFFETTATI e CARNE CONSERVATA più che Bisfenolo.
Questi alimenti sono sicuramente cancerogeni e si consiglia un loro consumo OCCASIONALE (il che vuol dire meglio niente o comunque nelle occasioni tipo il matrimonio del cugino) perchè anche per loro vale il discorso fatto per il Bisfenolo: un pericolo è tale sulla base della esposizione.
Se non ci esponiamo, non ci sarà pericolo.
E se ci esponiamo occasionalmente ai salumi anche il l’esposizione del bisfenolo sarà occasionale e lui NON è cancerogeno.
Questo per dire che ci sono varie gravità di comportamenti e esposizioni al rischio e dobbiamo considerarle tutte. Non potendo correre un rischio zero dobbiamo gestire i rischi al meglio.
Io non credo di avere una esposizione al bisfenolo significativa perchè, non acquistando roba confezionata di quel tipo, non usando bottiglie di plastica, ma bevendo acqua del rubinetto, non mangiando pizza in cartone ogni settimana e manco ogni mese, me ne frego del bisfenolo. Si, uso legumi in lattina. Pace. Il vantaggio di mangiare legumi e non mangiare carni conservate supera di gran lunga il rischio di ciucciarmi un pochino di bisfenolo.
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Riferimenti
https://www.efsa.europa.eu/it/topics/topic/bisphenol
https://www.iss.it/sostanze-chimiche-tutela-salute/-/asset_publisher/LDhvJczHbcsw/content/id/3446611
https://echa.europa.eu/it/regulations/reach/understanding-reach
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UPDATE dicembre 2024
https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/PDF/?uri=OJ:L_202403190
La Commissione Europea ha adottato il regolamento che vieta l’utilizzo del Bisfenolo A nei materiali a contatto con gli alimenti.
Il regolamento entrerà in vigore dal ventesimo giorno successivo alla pubblicazione in Gazzetta ufficiale. Da lì partirà un periodo di transizione, da 18 a 36 mesi a seconda dei prodotti, per consentire alle imprese di adeguarsi.
La preoccupazione che il Bisfenolo A venga semplicemente sostituito con altri bisfenoli viene in parte mitigata. L’uso di altri bisfenoli potenzialmente problematici richiederà un processo di autorizzazione apposito, in attesa di dati può solidi sulla loro sicurezza.
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I PFAS e la percezione sbilanciata dei rischi per la salute
Se siete rimasti “sconvolti” dalla…inchiesta di Greenpeace che ha rivelato la presenza di queste sostanze nelle acque, beh dovreste sapere che stanno anche nel cibo che mangiamo ogni giorno.
E che questa non è una novità e non dovrebbe stupirvi.
Sarebbe bello che vivessimo tutti nella Contea come hobbit felici, ma non è così.
I PFAS sono sostanze molto persistenti nell’ambiente e si trovano anche negli alimenti e la loro presenza è più o meno legata ad effetti sulla salute, come milioni di altri fattori presenti nell’ambiente e nei cibi.
Gli studi hanno collegato l’esposizione ai PFAS a diversi rischi. Gli effetti più studiati includono problemi al sistema immunitario, come una risposta ridotta ai vaccini. Altri possibili effetti sono l’aumento del colesterolo, la riduzione del peso alla nascita e problemi al fegato.
In un nuovissimo lavoro uscito a gennaio 2025 si fa una revisione della loro presenza e dei rischi connessi, in base agli scenari di assunzione nelle varie fasce di popolazione in relazione ai limiti definiti da EFSA.
Si confronta cioè l’esposizione stimata con dei livelli di riferimento per determinare se c’è un rischio per la salute.
In generale, il consumo di alimenti di origine animale, soprattutto uova, prodotti lattiero-caseari, e pesce, risulta essere associato a un rischio maggiore. Questo è dovuto, in parte, al fatto che i PFAS tendono a legarsi più facilmente alle proteine che ai grassi, e quindi si accumulano maggiormente negli alimenti ricchi di proteine.
Detto questo, il problema della “comunicazione” di questi rischi non dovrebbe passare attraverso organizzazioni come Greenpeace, che hanno altri “interessi” e non sono le sorgenti migliori da ascoltare.
Nessuno sa attualmente la vera entità dei problemi di salute legati ai PFAS negli esseri umani e parlare di “emergenza” è improprio.
È un fatto che oggi (e da anni) l’emergenza “nutrizionale” vera è l’epidemia di obesità che produce milioni di malati e tanti morti ogni anno.
Dovremmo imparare a “stratificare” il rischio e dare il giusto peso alle cose, ma spesso (a secondo della nostra visione del mondo) non lo facciamo, esagerandone alcuni a scapito di altri più seri.
2 risposte su “Il Bisfenolo A e i PFAS”
Perché all’inizio parli di cartoni per pizza e lattine per alimenti e alla fine concludi con le bottiglie in plastica per l’acqua. Anche loro contengono il bisogno A oppure altro?
Grazie
Perché sono tutti materiali in cui può esserci. Sono esempi