Certaldo, Toscana – Anno 2077
«Parlami ancora di quando c’era da mangiare per tutti nonno! E di quando le persone arrivavano a pesare anche più di 100 chili e mangiavano la carne degli animali. Anche tutti i giorni!»
Il sole era tramontato da qualche ora e Palazzo Pretorio era immerso nell’oscurità. Il caldo era stato insopportabile quel giorno di metà aprile e alle 9 di sera c’erano ancora 30 gradi. Nel pomeriggio il termometro aveva toccato i 41. Ormai era così da anni e la situazione non accennava a migliorare, soprattutto in pianura.
«Nel 2010 avevo 7 anni», disse Nonno Fosco, seduto davanti alla casa di Via del Rivellino «e in quel periodo la popolazione mondiale era arrivata a contare oltre 7 miliardi di persone. Circa 2 miliardi erano sovrappeso e 600 milioni fra questi avevano superato il livello di obesità. Una buona percentuale degli obesi era anche malato: diabete, malattie del cuore, tumori, erano tutte conseguenze del mangiare in eccesso e della estrema sedentarietà».
(Verso la metà del XXI secolo tutte le previsioni riguardanti il peggioramento del riscaldamento globale cominciarono ad avverarsi. I segnali erano ben visibili da tempo, ma il mondo fece finta di niente. E fu allora che cominciarono i guai seri.)
«E perché erano così pesanti nonno?» chiese Spiga, «Mangiavano davvero così tanto e così tanta carne? È vero che c’erano posti che si chiamavano Supermercati, dove si poteva comperare ciò che si desiderava e mangiare in continuazione?»
(In Italia, la prima a scomparire sotto le acque fu Venezia, seguita da molte altre città costiere. Napoli diventò una laguna e il cordone costiero di Genova venne sommerso completamente, assieme al suo porto. Con il progressivo aumento delle temperature arrivarono anche le epidemie. Il clima tropicale si espanse sopra e sotto l’equatore e nuovi animali ebbero la possibilità di moltiplicarsi a latitudini che prima erano loro sfavorevoli. Gli insetti in particolare furono vettori di numerosi agenti patogeni. In Pianura Padana la malaria divenne un problema sanitario grave.)
Nonno si asciugò il sudore dalla fronte. «La disponibilità di cibo all’epoca era molto elevata. Soprattutto di cibo ipercalorico a basso costo. Il consumo di carne e alimenti di origine animale, poi, era spropositato. Ovunque esisteva la possibilità di mangiare qualcosa di molto energetico: i grandi centri commerciali, le catene di ristoranti e le case della gente erano pieni di alimenti molto appetibili che tu oggi nemmeno puoi immaginare!»
(Ma non fu la malaria la cosa peggiore: il progressivo aumento delle temperature causò lo scioglimento del permafrost artico. La conseguenza immediata fu che si liberò in atmosfera una grande quantità di metano che peggiorò l’effetto serra contribuendo ad uccidere molte foreste (il che compromise ulteriormente la capacità di assorbire anidride carbonica dall’atmosfera peggiorando il quadro complessivo e aumentando ulteriormente le temperature). La conseguenza più grave, però, fu un’altra: il permafrost disciolto liberò qualcos’altro. Era rimasto imprigionato dai ghiacci per secoli, ma il clima torrido lo fece tornare in vita. Venne chiamata La Morte Bianca e sterminò il 75% dell’umanità. Fu un batterio, non un virus, un ceppo estinto di Yersinia pestis, lo stesso che causò la peste di Giustiniano attorno al 540 d.C. Solo che questo mutò velocemente e l’umanità non riuscì a fermarlo.)
Fu così che nel 2070 sulla Terra vivevano solo 2 miliardi di persone. L’Italia fu uno dei paesi più colpiti, sopravvisse una popolazione di soli 25 milioni di individui.
Spiga guardò la pianura sottostante. In lontananza si vedevano le fioche luci notturne di Poggibonsi. Non riusciva a crederci. Non capiva come si potesse arrivare a mangiare così tanto da non potersi neppure più muovere. E, pensando a Giada, la sua cagnolina, non credeva possibile che l’essere umano potesse mangiare animali, togliendo loro la vita.
«Dimmi di più, nonno. Parlami di quei tempi».
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Nonno Fosco non sapeva da dove iniziare e allora cominciò da quello che gli stava più a cuore.
«Mangiare carne era il modo più inefficiente e crudele che avevamo per nutrirci, ma l’umanità non se ne importò, pensando unicamente a sè stessa. Il consumo di prodotti animali aumentò con costanza negli anni. Per esempio: nel 2016, in tutto il mondo abbiamo mangiato:
– 23 miliardi di polli
– 1,5 miliardi di bovini
– 1 miliardo di suini e 1 miliardo di ovini
L’83% dei terreni agricoli era utilizzato per il bestiame (pascolo e coltura di soia e mais e altri cereali per i mangimi), cioè il 26% di tutta la superficie terreste.
La maggior parte di queste risorse agricole serviva per tenere in vita gli animali che ci davano la carne che poi mangiavamo. Il problema era che solo una piccola parte di questi nutrienti finiva nella carne che mangiavamo noi. I bovini per esempio riuscivano a convertire solo il 4% delle proteine che gli davamo e solo il 3% delle calorie in carne pronta da mangiare. Il resto era perduto.
Per fare 1kg di bistecca un manzo usava 25Kg di cereali e una quantità enorme di acqua. Agli animali serviva un sacco di roba, ma noi prendevamo dalla carne solo circa il 18% delle calorie che assumevamo. Avremmo potuto nutrire altri 3,5 miliardi di persone se avessimo preferito mangiare il cibo che invece davamo loro per crescere e vivere.
Negli anni successivi le cose non sono migliorate: abbiamo trasformato la Terra in un grande allevamento che ha prodotto parte dei danni ambientali che adesso vediamo.
Infatti, il 15% circa delle emissioni di gas serra (i gas che “scaldano” la Terra) derivava dall’allevamento animale, ed era una quantità enorme, tanto quanto producevano tutte le navi, gli aeroplani e tutti i trasporti terresti (camion e auto) all’epoca.
Con l’allevamento e l’esagerato consumo di carne, abbiamo sprecato e contribuito al riscaldamento e alla rovina del nostro pianeta e alla morte di miliardi di animali e esseri umani. Forse non avremmo mai risvegliato la Morte Bianca se avessimo agito diversamente.
Nel 2016, ogni giorno abbiamo ucciso 200 milioni di animali (74 miliardi l’anno). Cioè, in 1 anno e mezzo uccidevamo più animali di quante persone sono passate sulla terra negli ultimi 200 mila anni.
La maggior parte di questi animali viveva in allevamenti intensivi, costruiti in modo da essere i più efficienti possibili. Ma diventarono fabbriche di orrore e crudeltà. Non ci importava molto del benessere di questi esseri viventi: i maiali vivevano in grandi capannoni senza vedere la luce del sole e le scrofe erano costrette a partorire frequentemente e a non potersi neppure girare nelle loro gabbie per cambiare posizione. Per tutta la loro vita.
Le vacche erano ingravidate di continuo per poter fornire latte e quando partorivano, il loro piccolo era subito allontanato da loro. I bovini da carne invece, ammassati in stretti cubicoli, non potevano muoversi ed erano ipernutriti per poter ingrassare velocemente.
Alle galline andò peggio: vivevano cosi strette fra loro che cominciavano a combattere le une con le altre. Per evitare questo, veniva loro tagliato il becco con delle tenaglie.
Tutta questa sofferenza, tutto questo spreco e inquinamento per soddisfare il desiderio di milioni di individui obesi che si ammalavano con le loro stesse mani (o bocche per meglio dire). Un eccessivo consumo di prodotti animali, infatti, era dannoso per la salute, oltre che per l’ambiente. Ma di questo nessuno si preoccupò.
L’umanità avrebbe potuto avere una chance, ma non se la meritò. E oggi siamo qui, abbiamo ereditato un pianeta morente e infuocato, abbiamo di fronte anni difficili, ma ci serviranno, io credo. Ci serviranno per riflettere su ciò che avremmo potuto essere e non siamo stati. La Terra si riprenderà ciò che le abbiamo tolto quando alla fine ce ne saremo andati per sempre. E questo, forse, sarà solo un bene».
Nonno Fosco si girò verso Spiga. Il ragazzo stava piangendo silenziosamente: «Per oggi basta», disse il nonno, «torniamo nei rifugi sotterranei. Stasera c’è farro e ceci per cena. E cicoria e carote. E ravanelli e rape».
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http://www.fao.org/faostat/en/#data/QA
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http://science.sciencemag.org/content/360/6392/987
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/22331890
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http://waterfootprint.org/media/downloads/Report-48-WaterFootprint-AnimalProducts-Vol1_1.pdf
http://science.sciencemag.org/content/360/6392/987
https://www.ipcc.ch/pdf/assessment-report/ar5/wg3/ipcc_wg3_ar5_summary-for-policymakers.pdf
https://www.aspca.org/animal-cruelty/farm-animal-welfare/animals-factory-farms
https://www.aspca.org/animal-cruelty/farm-animal-welfare/animals-factory-farms
3 risposte su “Certaldo, Toscana – Anno 2077”
Un video sul tema https://youtu.be/NxvQPzrg2Wg e un libro “Qualcosa, là fuori” di Bruno Arpaia
Sinceramente non avevo mai pensato al consumo di carne in questo termini, nutrire tutti questi animali per poi ucciderli in cambio di un alimento che non ha poi tutti questi benefici per noi. Mi colpisce molto il discorso che con le risorse che occorrono per nutrire questi animali si potrebbero sfamare delle persone. Io mangio poca carne, ma perché posso farne a meno, preferisco le verdure. A casa, i miei figli premono per la carne ma, mi creda, faccio di tutto per presentare alternative gustose anche se non è facile.
ci vuole anche l’esempio. Se ti vedono mangiare altro si adegueranno