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Crescita e maturità degli elfi (Eldar)

Gli elfi sono immortali, ma non eterni. Essi durano finché dura il mondo. A differenza degli uomini però, il loro spirito (fëa) è indissolubilmente connesso al corpo fisico (hröa) e anche quando vengono uccisi non lasciano Arda, ma fanno ritorno con un nuovo sembiante, ricreato per loro dai Valar, le Potenze angeliche.


Ciò non significa che gli elfi non mutino, non crescano e non “invecchino”.

Sappiamo che quando essi erano “giovani in Arda”, cioè durante le loro prime generazioni all’alba dei tempi e ancor prima della Grande Marcia, la loro esistenza era molto più simile a quella degli uomini: i loro hröar erano nel pieno vigore e la loro occupazione primaria riguardava i piaceri del corpo, mentre i loro spiriti erano ancora in una fase di risveglio e scoperta e crescita.

A quei tempi erano più preoccupati dell’amore e della procreazione, attività che si ridussero in seguito e che normalmente si riducono durante il loro ciclo di vita. Sebbene la loro crescita biologica non fosse differente a quella dei tempi successivi, essi la utilizzavano in modo differente all’inizio, ponendo il corpo al centro e rendendolo dominante rispetto al loro fëa.

La crescita elfica è simile a quella umana, ma con tassi di velocità differenti: soprattutto dopo la maturità, la loro energia viene “spesa” più lentamente rispetto agli uomini, ma anche quando parlano di “vecchiaia” non significa che sentano le loro forze venire meno e la morte vicina.
Gli Eldar distinguevano tra olmië e coivië. Il primo è il processo di crescita e viene raggiunto 12 volte più velocemente del secondo.

Il coivië invece è la vita nel suo svolgimento, ciò che definivano come il “sopportare il peso di Arda”, il tempo in cui la loro saggezza e abilità crescono progressivamente.

Se paragoniamo il tempo di crescita elfico a quello umano, vediamo che, nel primo periodo della loro vita, 12 anni solari (löar) equivalgono a un anno elfico, detto olmen. Nella seconda fase, quella di crescita e maturità, il tutto rallenta di circa 12 volte e quindi un anno elfico equivale a 144 anni solari di vita umana e viene chiamato yèn o coimen.

La gestazione elfica dura 9 löar (3/4 di olmen), poi un elfo “cresce” fino a raggiungere il compimento dell’olmië. I maschi entrano nel coivië a 24 anni elfici (olmendi), mentre le femmine dopo 18 olmendi.

In termini umani, un elfo è quindi maturo a 288 anni solari (löar) e una elfa a 216.

Dopo questo tempo, il loro pieno vigore corporeo dura per circa 72 coimendi o yèni (indifferentemente per maschi e femmine).

Ricordando che un coimen = 144 anni solari abbiamo che la maturità elfica arriva ai loro 96 anni (90 per le donne elfiche) e cioè 10656 anni (288+10368) o 10584 (216+10368).

Per gli eldar il primo segno di “maturità” è la scomparsa del desiderio di generare altri figli, sebbene la loro potenza fisica rimanga intatta ancora a lungo.

Alla fine della Terza Era del mondo e dopo la distruzione dell’anello e la sconfitta di Sauron (che alcuni collocano attorno a 4000 anni fa) gran parte degli elfi lascia la Terra di Mezzo per far vela a Ovest verso le terre immortali e vivere con i Valar.

A quel tempo sono un popolo malinconico e stanco, esuli che desiderano solo tornare a casa, lasciando il mondo alla Storia e agli uomini.

Ma non tutti sono partiti. Alcuni di essi non hanno scelto di lasciare la Terra di Mezzo e nei millenni il loro spirito ha logorato il corpo, a causa del trionfo del male nel mondo, facendoli lentamente sbiadire e lasciandoli vagare nel mondo come ombre e ricordi (shadows and memories).

Se vogliamo vederla così, questi elfi (i persistenti come vengono chiamati, Lingeners) hanno dato origine al folklore, alle storie e alle leggende di spiritelli, fate e creature fantastiche. Al piccolo popolo.
È probabile che vivano nei boschi, alla luce delle stelle, lontano da sguardi umani.

Sono lo spirito della fantasia, che parla ancora a chi è in grado di ascoltare il suo messaggio e che ancora ci ricorda da dove veniamo e cosa possiamo perdere.


“In tempi successivi, quando, a cagione del trionfo di Morgoth, Elfi e Uomini si estraniarono, cosa che sommamente quegli bramava, coloro della razza elfica che ancora vivevano nella Terra-di-mezzo declinarono e languirono, e gli Uomini usurparono la luce del sole. Allora i Quendi migrarono nei luoghi solitari delle grandi terre e isole e si affezionarono al lume di luna e stelle, ai boschi e alle caverne, divenendo quali ombre e memorie, salvo coloro che ogni tanto facevano vela per l’Occidente e sparivano dalla Terra-di-mezzo. Ma, all’alba degli anni, Elfi e Uomini erano alleati e si consideravano consanguinei, e vi fu tra gli Uomini chi apprese la sapienza degli Eldar e divenne grande e valente tra i capitani dei Noldor”


Il Silmarillion

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Di Dott. Gabriele Bernardini

Biologo, nutrizionista, toscano

2 risposte su “Crescita e maturità degli elfi (Eldar)”

La prima pagina del Silmarillion mi ha seriamente destabilizzato. Letta qui sopra, invece, la trovo di una delicatezza e profondità notevole. Non desisto e riprenderò in mano il tomo 🙂 never give up

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