Che differenza c’è tra gli elfi e i nani, nella mitologia tolkieniana?
La “mission” elfica nella Terra di Mezzo (il mondo mortale sottoposto al divenire storico, al decadimento e alla morte) è quella di preservarne la bellezza con l’arte e la “magia”.
Gli elfi infatti vorrebbero mantenere la terra sempre fresca e pura cercando di farla assomigliare alle Terre Immortali a cui sono legati e a cui costantemente anelano, con malinconica tristezza.
Essi sono esuli in questo mondo e utilizzano la “tecnologia” (vedi gli anelli magici da loro stessi creati) per mettere pezzi di mondo sotto una campana di vetro e vivere al loro interno. Queste “capsule della memoria” sono le enclave elfiche della Terza Era, l’era del crepuscolo elfico e del prevalere degli uomini: Lothlórien e Gran Burrone.
Gli elfi sono imbalsamatori, non prettamente un giudizio positivo quello che Tolkien dà a questo popolo, che in apparenza potrebbe apparire come una stirpe saggia e “superiore”. In fondo sono dei conservatori, ma perlomeno hanno un fine elevato.
Lo stesso non si può dire di popoli come i Nani (e in effetti degli stessi uomini). I nani sono spesso “malati” della Dragon Sickness, la Malattia del Drago, l’Avidità.
Come i draghi, essi custodiscono tesori e vivono distesi sopra cumuli di oro e pietre preziose senza abbandonarli mai e soprattutto senza spenderne mai neppure una piccola parte (“Fàfnir”, il drago della mitologia norrena, significa letteralmente “abbracciatesori”).
C’è da dire che i nani sono molto abili a scavare, costruire, innalzare, forgiare e creare immensi regni sotterranei, come Moria, ma tutto ciò è fatto a discapito dell’ambiente, di cui non si occupano.
A Medellin, la seconda città più grande della Colombia, dal 2016 alcuni elfi hanno creato i cosiddetti Corredores verdes, i corridoi verdi, spazi verdi che attraversano la città e si possono trovare lungo le strade, vicino a corsi d’acqua, sui tetti e sulle pareti degli edifici costruiti da nani dediti solo al profitto e all’accumulo di ricchezze.
Sono stati piantati 800mila alberi e innumerevoli altre piante di ogni foggia e specie sono state posizionate ovunque. Questa opera monumentale, non solo ha incrementato la vita e la biodiversità della città, accogliendo farfalle, altri insetti, uccelli e piccoli mammiferi, ma in soli 3 anni la temperatura media dell’agglomerato urbano è scesa di 2°C.
Elfi e nani.
“L’Elfo e il Nano entrarono insieme a Minas Tirith, e coloro che li vedevano si stupirono alla vista di simili compagni; Legolas era infatti di una bellezza superiore a quella di qualunque Uomo, e cantava strofe elfiche mentre camminava nel mattino; Gimli invece avanzava con passo maestoso, carezzandosi la barba e volgendo lo sguardo qua e là.«Ci sono delle buone opere in pietra», disse osservando le mura; «ma ve ne sono anche di meno buone, e le strade avrebbero potuto essere realizzate meglio. Quando Aragorn entrerà in possesso di ciò che gli spetta, gli offrirò i servigi dei maestri dell’arte della pietra, e tutti noi venuti dalla Montagna ne faremo una città di cui essere fieri».
«Hanno bisogno di più giardini», disse Legolas. «Le case sono come morte, e vedo troppo poche cose crescere e fiorire. Se Aragorn entrerà in possesso di ciò che gli spetta, la gente del Bosco gli porterà uccelli che cantano e alberi che non muoiono».”
J.R.R. Tolkien – Il Signore degli Anelli (Libro quinto, Cap IX: “l’ultima discussione”)
Una risposta su “Elfi, nani, cambiamento climatico e corridoi verdi”
che poesia, grazie 🙂