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Gli oscuri esseri senza nome

“Molto più giù dei più profondi scavi dei Nani, esseri senza nome rodono la terra. Persino Sauron non li conosce. Essi sono più vecchi di lui”

Gandalf 

Le parole di Gandalf a Fangorn suonano misteriose: chi sono questi esseri che non possiedono un nome e che vivono nelle profondità della terra? Gandalf non ce lo rivela e ci lascia nel mistero. 

Nella Terra di Mezzo tutto ha un nome, i nomi conferiscono esistenza, dignità, valore alle cose e alle persone e Tolkien, da buon filologo lo sapeva benissimo. Per lui non esiste un mito senza il linguaggio e non c’è linguaggio a cui non appartenga un mito.

Nel suo universo solo i Nazgul, i servi dell’Anello hanno perduto il loro nome e infatti sono esseri vuoti, privi di libero arbitrio e identità. Ma prima di divenire schiavi erano pur sempre uomini con un nome. 

Invece questi esseri, per Gandalf, sono più vecchi di Sauron e quindi più antichi di Gandalf stesso, perchè egli era un Ainu in origine, un essere di puro spirito, partorito dal pensiero di Dio all’inizio dei tempi, poi incarnatosi assieme ad altri Ainur e divenuto un Maia, una potenza di grado minore rispetto ai Valar, essi stessi creature di Eru e coloro che entrarono in Arda per fungere da amministratori. 

Quindi chi sono questi esseri, che ricordano i Grandi Antichi dell’universo di Lovecraft?

Si nascondono nelle viscere della terra e solo marginalmente sono nominati nelle storie. Una prima citazione la troviamo nel Racconto di Tinuviel (Libro dei Racconti Perduti): 

“Dopo la fuga da Angamandi Huan trova Beren e Tinúviel nella “regione settentrionale dell’Artanor che fu poi chiamata Nan Dumgorthin, la terra degli idoli oscuri”. Nel dizionario gnomico Nan Dumgorthin è definita “una terra di foreste scure a oriente dell’Artanor dove, su una montagna coperta di boschi, certe tribù malvagie di uomini rinnegati sacrificavano a idoli segreti” (dum “segreto, di cui non si deve parlare”, dumgort, dungort “un idolo [malvagio]”). 

Ancora: un altro accenno si legge in versi allitterativi nel Lai dei Figli di Húrin (I Lai del Beleriand) dove, Túrin e il compagno Flinding (più tardi chiamato Gwindor), fuggendo dopo la morte di Beleg Arcoforte, giungono in quei territori:

Là furono i due avvolti da un crepuscolo pari a fantasma, e opachi labirinti oscuri, perversi, a Nan Dungorthin dove dei innominati hanno santuari avvolti nelle ombre segrete, più vecchi di Morgoth o degli antichi signori, gli Dèi d’oro dell’Occidente sorvegliato.

Ma gli spettrali abitatori di quella grigia vallata non li ostacolarono, non li ferirono, ed essi proseguirono con brividi nella carne e con le membra tremanti.

Ma, a tratti, risate la cui eco indugiava, come il dileggio lontano di demoniache voci, là, rauche e profonde nel tranquillo crepuscolo immaginava Flinding di udire, malvagie, corrotte, come la risata sardonica, spaventosa e perduta, che risonò tra le rocce nell’ora implacabile dell’uccisione di Beleg”.

La regione del Nan Dumgorthin è collocata a ovest del Sirion, e in seguito, nel Silmarillion, verrà denominata Nan Dungortheb, la “Valle della Morte Orrenda”, una “vacuità” tra la Cintura di Melian e gli Ered Gorgoroth, le Montagne del Terrore, una “regione popolata di paure” (Il Silmarillion).

Tutto rimane comunque molto oscuro e non ci viene spiegato l’origine di questi esseri e il loro scopo. 

È nel decimo volume della Storia della Terra di Mezzo che si aggiunge un dettaglio in più: questi esseri sembrano essere il risultato “accidentale” derivante dalla dissonanza iniziale prodotta da Melkor prima della creazione del mondo.

Nella Ainulindalë, la Musica degli Ainur, Eru mostra agli Spiriti suoi rampolli, visioni del mondo e della Storia che poi diverranno Realtà, ma Melkor interferisce con questi grandi temi musicali creando un contrappunto dissonante. Pare che da questa battaglia, a colpi di possenti accordi nel vuoto dello spazio, si formino questi “prodotti” indiretti, accidentali, che poi cadono nel mondo. Cose malvagie cadute sulla terra prima ancora dell’arrivo dei Valar. 

Ungoliant, il grande mostro aracniforme che distrugge i grandi alberi, divorandone la luce sacra potrebbe essere uno di loro, così come la sentinella nell’acqua con molte braccia che attacca Frodo di fronte all’ingresso delle Miniere di Moria. 

Questi antichi “errori” odiano il mondo e tutti suoi abitanti. 

Sono il buio più profondo e assoluto, sono sempre affamati e desiderano distruggere lo stesso Morgoth, il Signore Oscuro.

Esiste il male. E poi c’è qualcosa di peggio: gli antichi esseri senza nome.

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Di Dott. Gabriele Bernardini

Biologo, nutrizionista, toscano

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