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Alimentazione e salute

Il costo degli alimenti: la differenza tra fonte e contributo

La frutta secca contiene molto calcio? Si
La frutta secca può essere una fonte di calcio? No

Perchè il costo calorico e di grassi che dovremmo sostenere per avere il calcio che ci serve giornalmente dalla frutta secca, sarebbe eccessivo.

Esempio: a noi servono 1000mg di calcio ogni giorno.

Le nocciole ne contengono 150mg per 100g.
Anche solo volendone prendere il 30% da loro (300mg) dovremmo mangiarne 2 etti, introducendo 1340Kcal e 128g di grassi.

Fattibile? No. E quindi la frutta secca al massimo può *contribuire* al nostro fabbisogno di calcio. Non è una fonte.

Le fonti di calcio sono il latte, lo yogurt (o le bevande addizionate e alcune acque) e certe verdure. Tutti alimenti che hanno costi calorici e lipidici bassi per quel nutriente (il latte ha 120mg di calcio per 100g e solo 65Kcal. Con tre porzioni da 125g al giorno assumiamo quasi il 50% del calcio che ci serve, fra l’altro molto biodisponibile)

Stesso discorso per i formaggi: sono ricchissimi di calcio, ma ad un costo enorme, non solo di grassi e calorie, ma anche di sale in questo caso.

E così via. E questo ovviamente vale per le ricette: una torta di spinaci fatta con l’olio extravergine di oliva (quello “buono”) con la ricotta bio, DOP, italiana, che però arriva ad avere il 50% di grassi nel suo complesso, potremmo mai considerarla una fonte di grassi buoni? Beh in questo caso sono una cascata di grassi buoni, ma sono troppi.

E quindi puoi metterci dentro gli ingredienti migliori del mondo, ma quando sono troppi, sono troppi perchè vanno a sballare un modello nutrizionale che non può ospitare troppo spesso queste preparazioni.

Troppi alimenti “buoni” fanno male così come pochi alimenti “cattivi” non ne fanno.

Il modello suggerito da tutte le raccomandazioni è fatto di preparazioni semplici e quantità frugali.

Ma questi sono suggerimenti, non un obbligo. A voi rimane la libertà di fare un po’ come vi pare.
Qui si fanno opere caritatevoli signori miei, non si impongono comportamenti.
Qui si fa beneficienza, ma tu puoi rifiutarla.

Le raccomandazioni che si possono trovare nelle linee guida, pare strano dirlo, non obbligano nessuno a seguirle.

“SE” vuoi mangiar bene, dovresti mangiare così. Altrimenti fai come vuoi e strafogati di porcherie.

Ma entrambe le cose non sono ottenibili.

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Di Dott. Gabriele Bernardini

Biologo, nutrizionista, toscano

Una risposta su “Il costo degli alimenti: la differenza tra fonte e contributo”

Articolo interessante e utilissimo, come sempre, per “aprire la mente” sul non facile mondo dell’alimentazione. 🙄
Allora domani sera tortina di spinaci! ​😉​
Grazie, alla prossima!

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