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I picchi, quelli davvero importanti

Viviamo nel terrore del picco glicemico, ma nessuno che si intimorisca di fronte a picchi ben più dannosi, come quelli alcolemici.

L’alcol è un tossico e un cancerogeno ed è legato a più di 60 problematiche di salute per la maggior parte delle quali si evidenzia una progressione lineare tra quantità consumata e gravità dei sintomi e delle conseguenze. Non c’è un effetto soglia al di sotto del quale il rischio si azzera: qualsiasi quantità di alcolici è associata a un incremento del rischio per la salute.

Ma questa è un’altra storia e riguarda il danno degli alcolici nel tempo, ne ho parlato qui: https://v.gd/OAkn8S.

L’alcol però è dannoso non solo a lungo termine, ma anche nel breve termine per le conseguenze riguardanti gli incidenti stradali e tutti i problemi che possono insorgere a seguito di una bevuta (lesioni di vario tipo, maltrattamenti familiari, omicidi, incidenti non stradali, ecc.).

Il rischio di queste problematiche immediate è proporzionale al picco alcolemico, cioè al livello massimo di alcol nel sangue, che si misura in genere in grammi di alcol per litro di sangue.

L’alcol è assorbito per il 20% dallo stomaco e per il restante 80% dalla prima parte dell’intestino. Poi passa nel sangue e da qui al fegato che ha la funzione di metabolizzarlo. Se lo stomaco è vuoto avremo un picco alcolemico che verrà raggiunto in un tempo minore.

A stomaco pieno invece il picco arriverà più lentamente, ma la sua entità sarà la stessa (a parità di composizione corporea) e quindi i danni identici, solo la sensazione soggettiva sarà diversa.

Tuttavia l’alcol, in attesa di essere metabolizzato dal fegato, diffonde non solo nel sangue, ma in tutti i liquidi dell’organismo il quale va “sotto spirito” (così come ci va anche il bambino nella pancia della mamma dato che l’alcol diffonde anche nel liquido amniotico).

Quindi in un corpo “più ricco di acqua”, l’entità del picco sarà inferiore rispetto a uno percentualmente meno ricco (perchè per esempio donna, anziano o sovrappeso)

Esempio: un uomo di 70Kg si beve due lattine di birra con gradazione alcolica del 5% (quindi in totale 660ml x 0,05 = 33ml di alcol pari a 26g)

Questi 26g portano la sua alcolemia a circa 0,4g/l (0,2g/l per ogni unità alcolica definita come 12g di alcol). Dato che abbiamo circa 5l di sangue, vuol dire che in un dato momento viaggiano nel torrente ematico 2g di alcol. E il resto? il resto (26-2=24g) sta nei liquidi corporei in attesa di essere smaltito (ci vogliono 2-3 ore perchè il fegato smaltisca una unità alcolica di 12g; nel nostro esempio le due lattine se ne vanno in 4-6 ore). Il 90-98% dell’alcol è rimosso dal fegato, il resto attraverso urine, feci, sudore.

A parità di alcol, una donna (che ha una percentuale maggior e di grasso rispetto a un uomo e quindi in proporzione meno acqua) avrà un picco alcolemico più elevato e quindi più rischi e raggiungerà anche il limite legale più facilmente.

Riassumendo: l’ampiezza del picco alcolemico dipende dalla quantità di alcol ingerito e dalla composizione corporea. La velocità di innalzamento dal contenuto gastrico e soprattutto dai grassi che lo smorzano maggiormente.

Ma la storia di assumere un cucchiaio di olio prima di bere per EVITARE i danni da alcol è per l’appunto una storia. Il picco arriverà più tardi, ma arriverà e la sua entità non cambierà. L’alcol semmai avrà solo più tempo per far danni.

Pensate ai picchi seri.

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Di Dott. Gabriele Bernardini

Biologo, nutrizionista, toscano

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