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Le Entesse, i giardini e il tempo che fugge

Che fine hanno fatto le compagne degli Ent (Entwives)? Non lo sappiamo. Tolkien non ci dice nulla in rapporto al loro destino, alla fine della Terza Era, ma in alcune sue lettere (n.144 e 338) ipotizza che siano perdute per sempre.

Esse vivevano un tempo nelle Terre Brune, una porzione del Rhovanion, e in quelle terre amavano curare i loro giardini e coltivare alberi da frutto, piccole piante e arbusti.

A differenza degli Ent, la controparte femminile era dedita all’agricoltura e all’orticoltura ed era stanziale. Gli Ent avevano invece una visione della natura totalmente differente: essi vagabondavano, amavano le foreste incontaminate e si nutrivano solo dei frutti che cadevano dagli alberi, non alterando in alcun modo il flusso naturale delle cose.

Le Entesse, desideravano abbondanza ordine e pace, ma per ottenerli dovevano imporre il loro volere sulla natura e questo era l’opposto di ciò che volevano gli Ent. Per questi, la tecnologia, l’agricoltura e la progettazione di giardini, per quanto a fin di bene, arti utili ed esteticamente appaganti, sarebbero comunque state una violenza perchè avrebbero abbattuto alberi e tagliato piante e provocato dolore.

Barbalbero e gli altri Ent rimasti volevano solo preservare la grande foresta di Fangorn, una delle ultime grandi foreste dell’antichità, dallo strapotere e desiderio di dominio e di possesso della razza umana.
In questo erano molto simili a Tom Bombadil: egli, come gli ent, “è botanica e zoologia e poesia, non agricoltura, allevamento e praticità”.

Alla fine della Seconda Era, durante la Guerra dell’ultima alleanza tra elfi e uomini, Sauron fece terra bruciata delle regioni attorno al grande fiume Anduin e le compagne degli Ent scomparvero.
Di loro non si seppe quasi più nulla.

Delle Entesse, che nei tempi antichi insegnarono l’agricoltura e il giardinaggio a uomini e hobbit, si perse ogni traccia e solo vaghe notizie si udirono di qualche esemplare in zone remote dell’Est e, forse, nel nord della Contea.

La loro scomparsa impedì la preservazione della specie, perchè da quel momento non ci furono più entini e così anche Barbalbero e gli altri Ent furono destinati a svanire.

Non esiste un “vincitore” nella visione del mondo di Ent e Entesse: i primi sembrano essere vincenti e portatori di una idea pura della natura, ma senza le Entesse gli uomini e gli hobbit non avrebbero conosciuto la bellezza dei giardini e avrebbero perduto i frutti dell’agricoltura.

Il racconto degli Ent, delle Entesse e della loro scomparsa fa parte della concezione della Storia in Tolkien: il tempo non torna indietro, gli eventi futuri rappresentano una perdita e una caduta continua. La natura incontaminata viene progressivamente sostituita dal cosiddetto progresso umano e gli ent, i pastori di alberi si addormentano e svaniscono lentamente (forse cominciando a vegetare e divenendo alberi essi stessi).

Quando Aragorn, parlando con Barbalbero, cerca di infondere speranza al vecchio ent, auspicando un nuovo incontro con le compagne perdute, questi si mostra rassegnato:

«Ora vi ringrazio nuovamente», disse Aragorn, «e vi dico addio. Possa la vostra foresta crescere in pace come prima. E quando sarà piena questa valle, vi sarà ancora molto spazio libero a ovest delle montagne, dove dimoravate un tempo».
Il viso di Barbalbero si fece triste. «Le foreste possono crescere», disse. «I boschi possono allargarsi. Ma non gli Ent. Non abbiamo Entini».
«Eppure forse ora avete maggiori speranze di trovare quel che cercate», disse Aragorn. «Intere terre a oriente, già a lungo chiuse, ora sono diventate accessibili».
Ma Barbalbero scosse il capo e disse: «E’ troppo lontano. E vi sono troppi Uomini da quelle parti oggigiorno […]»

Troppi uomini.

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Di Dott. Gabriele Bernardini

Biologo, nutrizionista, toscano

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