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Alimentazione e salute

Mangiare (come qualsiasi atto umano) è un compromesso tra rischi e benefici

Attraversare la strada è un compromesso tra il rischio di finire sotto una macchina e il piacere di comprarsi una nuova borsa in quel bel negozio là.

Nei cibi ci sono sostanze buone e altre meno buone. Non possiamo far altro che aumentare le probabilità di ingerire le prime e ridurre quella di introdurre le seconde.

Il pesce può contenere alcune sostanze estranee (PCB, metilmercurio ecc), ma il suo consumo regolare si è dimostrato favorevole alla nostra salute.
Quindi? quindi non esageriamo e non mangiamolo più di 3 volte a settimana (circa) affinché i benefici superino i rischi.

La carne trasformata contiene molto ferro eme, un potente ossidante, legato al rischio di tumori, diabete e malattie cardiovascolari, ma non è totalmente da eliminare dalla nostra dieta, sebbene il suo livello di rischio sia molto più elevato rispetto al pesce e il consiglio sia di limitarla al massimo. Livelli diversi di rischio.

Il pane sviluppa un contaminante di processo, la acrilammide, che è sospetta cancerogena, ma la popolazione dell’Italia rurale di metà secolo scorso arrivava a mangiare mezzo chilo di pane al giorno o più e non c’è segno che il rischio tumorale fosse più alto di oggi, anzi!

Lo zucchero non è un tossico, ma un suo eccesso può portare a problemi perlopiù legati alla sua connessione col sovrappeso e per questo va limitato, ma i Savonarola che pensano di azzerarlo per vivere più a lungo dicono sciocchezze. C’è un tetto oltre il quale il rischio aumenta, sotto quel limite non ha molto senso parlare di differenze di rischio.

L’alcol è un tossico e un potente cancerogeno per cui l’intervallo di sicurezza non esiste e il rischio aumenta sempre. Si può solo dire che aumenta poco entro certi livelli. Ma anche così non viene tolto dal commercio. Basta saperlo e basta sapere che stiamo a un livello di rischio molto più elevato rispetto al resto.

Perciò ogni sostanza o nutriente o alimento viene valutato in relazione alla sua “problematicità” e differenza di rischio e di conseguenza ogni gruppo alimentare/alimento va inserito nella dieta con diversi “pesi” e questo sfocia in un pattern che altro non è che ciò che chiamiamo modello mediterraneo.

Ma anche mangiando precisamente in questo modo nessuno ci garantirà mai che arriveremo a 120 anni senza malattie, perchè ci sono altri fattori di rischio, alcuni indipendenti dai nostri comportamenti (come l’età) e poi c’è il caso. Pensate a quanto può essere complesso disporre tutti questi fattori nell’essere umano che è una combinazione di cultura, abitudini, preferenze personali, caratteri genetici, biologici e sociali unici.

Per cui…stiamo tranquilli e mediamo. Ci sono minimi e massimi di rischio. E poi c’è il culo. Per ciò che non è controllabile è inutile preoccuparsi.

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Di Dott. Gabriele Bernardini

Biologo, nutrizionista, toscano

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