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Rischio di calcoli renali, acque dure e altre cose carine

No! bere acque dure (calcaree) non fa male e non fa venire i calcoli.

Molti purtroppo (medici compresi) associano queste acque alla formazione di calcoli renali per cui scelgono spesso acque “leggere” nella speranza di ridurre il rischio di calcolosi. Beh questa è una bufala dura a morire per alcuni, ma è morta da più di 30 anni.

Non dovremmo essere indotti a usare acqua in bottiglia per questo motivo.

I calcoli più frequenti (il 75%) sono quelli di ossalato di calcio che spesso tendono a recidivare 

Quali accortezze dietetiche possono aiutare nella prevenzione?

  1. Bere tanto. Qualsiasi acqua. È l’aspetto primario. Due litri, due litri e mezzo al giorno ben distribuiti nelle 24 ore aiutano a diluire le urine e evitare la precipitazione dei cristalli di ossalato. 
  2. Limitare le proteine animali. Un eccesso proteico aumenta l’escrezione urinaria di calcio e aumenta il rischio di calcoli anche per il fatto che abbassa il pH delle urine. Quindi, come dovremmo fare anche per mille altri motivi, pochissima carne!
  3. Limitare il sale. Un eccesso di sodio aumenta l’escrezione di calcio. Quindi via salumi, pochi formaggi, limitare salse, prodotti pronti ecc. 
  4. Non esagerare coi cibi ricchi di ossalati.  Troppi e in maniera troppo concentrata possono contribuire all’aumento del rischio di calcoli (di ossalati ovviamente). Rabarbaro, cioccolato, crusca, mandorle, spinaci, bietola danno il contributo maggiore. 
  5. Rimanere o rientrare in un peso corporeo adeguato. Il sovrappeso aumenta il rischio di calcoli. 
  6. Ed eccoci al calcio. Il calcio lega gli ossalati e il tutto se ne va con le feci evitando che finisca nella pipì. Una dieta ricca di calcio è associata a ridotto rischio di calcolosi. Quindi le acque calcaree ABBASSANO il rischio, sia perché bere acqua in sè è preventivo, sia perché il calcio aiuta (anche quello della dieta “solida”ovviamente).

“I nostri risultati non supportano la convinzione che una dieta a basso contenuto di calcio riduca il rischio di calcoli renali. Al contrario, suggeriscono che una maggiore assunzione di calcio nella dieta può ridurre l’incidenza di calcoli renali sintomatici. La politica generale di restrizione del calcio per i pazienti che hanno avuto calcoli renali contenenti calcio dovrebbe essere riesaminata” (https://shrtm.nu/9rPO).

E ancora: “Le prove scientifiche disponibili concordano sugli effetti dannosi dell’assunzione elevata di proteine di carne/animali e di diete a basso contenuto di calcio, mentre l’alto contenuto di frutta e verdura associato a un’assunzione equilibrata di prodotti lattiero-caseari a basso contenuto di grassi comporta il rischio più basso di calcoli renali incidenti. Inoltre, una dieta vegetariana equilibrata con prodotti lattiero-caseari sembra essere la dieta più protettiva per i pazienti con calcoli renali” (https://tinyurl.com/ycdpf78t)

“La restrizione alimentare del calcio non è raccomandata per i soggetti a rischio di nefrolitiasi. Le diete con un contenuto di calcio ≥ 1 g/die (e a basso contenuto proteico e di sodio) potrebbero essere protettive contro il rischio di formazione di calcoli negli adulti che formano calcoli di ossalato” (https://tinyurl.com/4f6n95yk)

Chi soffre di calcoli renali ha spesso una predisposizione genetica che può in parte essere mitigata da queste accortezze dietetiche, ma che non può certo essere annullata. 

Però l’acqua dura è INNOCENTE. 

Le acque dure non aumentano il rischio di calcoli renali, aumentano il rischio che le serpentine della lavatrice si incrostino, ma a noi fanno solo bene perchè sono un integratore di calcio altamente disponibile. 

Quindi bevete acqua del rubinetto sopratutto se nel vostro comune è ricca di calcio. 

Bonus integratori: la vitamina C assunta come integratore fa in modo di produrre una maggiore escrezione di ossalati e urati con possibile rischio di calcoli renali (anche se le evidenze sono contrastanti).

“L’assunzione totale e supplementare di vitamina C è stata significativamente associata a un rischio maggiore di calcoli renali negli uomini, ma non nelle donne” (https://tinyurl.com/4ne84aaj)

Anche la vitamina D pare associata in molti studi (ma non in tutti) ad un rischio aumentato: “L’associazione tra gli integratori nutrizionali di vitamina D e il rischio di formazione di calcoli non è attualmente completamente compresa. Tuttavia, nel loro insieme, le prove disponibili potrebbero suggerire che la somministrazione di vitamina D peggiora il rischio di formazione di calcoli nei pazienti predisposti all’ipercalciuria” (https://tinyurl.com/yewr7u5z)

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Riferimenti

https://www.nejm.org/doi/full/10.1056/NEJM199303253281203

https://goo.gl/XXMkih

https://goo.gl/FEmz6N

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Di Dott. Gabriele Bernardini

Biologo, nutrizionista, toscano

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