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Deviazioni

Se esistono degli indirizzi internazionali, delle raccomandazioni accettate dalla comunità scientifica che poi non vengono rispettate dai singoli medici/professionisti della salute, è un problema, ma io non ci posso fare niente.

Se voi mi raccontate che il vostro diabetologo vi ha tolto tutti i carboidrati e vi ha fatto una dieta senza pane, legumi, pasta e io vi faccio vedere che le raccomandazioni italiane per il diabete sono di tutt’altro avviso, non prendetevela con me. Potreste semmai chiedere a lui il motivo di questa scelta (purtroppo questo non avverrà mai perché ancora oggi il principio di autorità non si può toccare).

Fermo restando che esiste una certa “libertà di manovra” in queste cose e che il professionista può decidere per motivi che solo lui conosce di deviare dalle raccomandazioni perché ogni persona è a sé, io mi riferisco a coloro che per PRINCIPIO consigliano una vita (non una settimana, non un mese) senza alimenti ricchi di carboidrati come indirizzo terapeutico definitivo e preciso.

Non sono queste le raccomandazioni. Ma ormai ho collezionato abbastanza casistica per poter dire purtroppo che molti centri antidiabetici e medici (non solo diabetologi ma anche altri, endocrinologi o medici di base per esempio) tendono a sconsigliare i legumi, la pasta o il pane. Quando va bene chiedono di mangiarne pochissimi, se va male, li tolgono proprio dalla dieta.
Non tutti sono così per fortuna.

Lo ridiciamo: un diabetico deve mangiare come un non diabetico (che mangi bene ovviamente), stando molto più attento alla qualità della dieta e concedendosi meno sgarri, questo si, ma i carboidrati DEVONO comunque rappresentare il 50% circa del totale delle calorie introdotte, la frutta VA mangiata (circa mezzo chilo al giorno), i legumi DEVONO essere parte dell’alimentazione abituale e le carni rosse/trasformate devono essere RIDOTTE al lumicino.

Le stesse indicazioni valgono per chi ha un rischio aumentato di diabete, ha un pre-diabete e per chi è insulinoresistente.

Ne ho parlato sia qui che nel mio blog facendo vedere le raccomandazioni della SID (Società Italiana Diabetologi) che riprendono il consenso internazionale.

Io non faccio altro che riferire. Chi invece si inventa regole tutte sue dovrebbe validarle condividendole con la comunità scientifica aspettando che vengano accettate prima di usarle nella pratica clinica.
E questo vale per tutto ciò gira attorno alle questioni scientiche.

Ma capisco che quelli come me (che sono un totale nessuno, non ho nessuna cattedra universitaria, non sono un grande primario ospedaliero) non abbiano alcuna speranza di fare cambiare idea alle persone.
Però lo dico, non posso fare altro, ma lo dico.

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Di Dott. Gabriele Bernardini

Biologo, nutrizionista, toscano

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