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I corsi e ricorsi…alcolici

Qualche tempo fa scrissi un pensierino, una agile metafora (https://www.gabrielebernardini.it/la-44-magnum…/) per rispondere a un articolo (fra i tanti) che cercava in ogni modo di “valorizzare” l’uso delle bevande alcoliche (nello specifico la birra) enfatizzando sedicenti proprietà salutistiche di questa bevanda.


Ieri, 22 novembre 2020, appare un articolo su winenews.it (ripreso anche da Repubblica, manco a dirlo) dal titolo:


“Vino e Salute”, un binomio possibile tra cultura e polifenoli. Specie per i più giovani Il punto di vista di Giorgio Calabrese, Alberto Zangrillo e Vincenzo Montemurro, dalla tavola rotonda del Congresso Assoenologi”. (tinyurl.com/y3aqk9f5)


Lungi da me ipotizzare conflitti di interessi per alcuni dei partecipanti…


Qui mi soffermo sull’uso del linguaggio di questi medici e sul ruolo dei giornalisti nel passaggio *esperto-lettore finale*.
Un ruolo che non dovrebbe essere solo di ambasciator (che non porta pena) e non dovrebbe limitarsi ad intervista passiva “senza saper nè leggere nè scrivere, ma solo pubblicare”.
Ma a quanto pare queste sono solo utopie, perlomeno in Italia.


Ordunque.


Calabrese1: “Il vino non è una bevanda ma un alimento liquido”. Bum! e qui già l’affermazione ci porta pensare che il vino abbia misteriosi valori aggiunti e cioè gli ormai mitici polifenoli (il resveratrolo in particolare). Polifenoli che non hanno mai dimostrato niente se non in una provetta (https://ilfattoalimentare.it/resveratrolo-test-placebo.html) e che comunque si trovano in quantità ben maggiori in frutta e verdura dal colore viola/rosso. Ma non finisce qui perchè, come ormai chiunque bazzichi un pochino l’ambiente scientifico sa, quella del resveratrolo è una famosa truffa scientifica (https://ilfattoalimentare.it/resveratrolo-frode…). Lo sanno tutti, ma pare che Calabrese non ne sia stato informato. A lui non glielo hanno detto.


Calabrese2: “Il vino alimento è ben diverso da un superalcolico. Nei giovani il vino VA INTRODOTTO quando il fegato è maturo, ossia dai 17-18 anni, non prima”. Grazie, perlomeno a un bambino di 5 anni non dovremmo darlo. Grazie tante Professore.
L’alcol (e quindi anche il vino, vale la pena di ricordarlo che il vino contiene alcol dal 10% in su) agisce in modo da rallentare lo sviluppo cognitivo dei ragazzi che non hanno ancora sviluppato una maturità cerebrale, maturità che si raggiunge all’età di 25 anni (tinyurl.com/y67vz2cc).
E’ un tantino azzardato quindi *consigliare* il vino a un ragazzo di 17 anni solo perchè il suo fegato è “maturo” senza pensare poi alla miriade di conseguenze che potrebbe portare tutto questo (basti pensare agli incidenti stradali e appunto a problemi relazionali legati alla sfera emotiva non totalmente formata).


Calabrese3: ancora. Ci parla di sirtuine che assieme al resveratrolo “non fanno ingrassare”, anzi “sgrassano il fegato”. Dobbiamo perdere del tempo a spiegarla questa?


Zangrillo: non pago di…beh insomma…non pago dai, ci fa sapere che il consumo di alcolici è legato in parte anche “all’abuso di alcol” (ah! ottimo prof! grande!), ma “non quello BUONO”. Quello buono no. Non sapevamo esistessero due molecole di alcol etilico, una buona e una cattiva…e infatti non esistono, ma il linguaggio ci frega. Ci fa pensare che nel vino ci sia qualcosa di buono che ci aiuto contro la depressione. Potrebbe essere la convivialità? forse, magari assieme all’uso di cannabis e a fenomeni sempre in aumento tra i giovani come il binge drinking (fatto anche col vino, quello con l’alcol buono)?


Montemurro: da buon cardiologo ci ricorda i benefici dell’alcol sul cuore dimenticando (che sbadato) che a fronte di piccoli benefici sul versante cardiovascolare (peraltro su una popolazione ristretta di soggetti), l’alcol è causa di più di 200 malattie fra cui il cancro (perlomeno in 11 siti differenti dell’organismo: https://onlinelibrary.wiley.com/doi/abs/10.1111/add.13477) e che quindi si potrebbe ipotizzare che il gioco non valga la candela e che magari esistono strategie “proteggi cuore” più sane (come dimagrire e fare movimento e mangiare bene).
Ma no “anche nell’ottica dei consumi tra i ragazzi, il vino ha tante controindicazioni in meno, o meglio QUALCOSA IN PIU'”. Addio.


Come concludere se non dicendo che nessuna quantità di alcol è sicura (no, neppure di vino) e che medici e giornalisti dovrebbero prendersi carico e rispondere dei possibili danni legati alla loro dannosa comunicazione? (e che io devo cambiar mestiere?)

Fai clic per accedere a allegato5631540.pdf

tinyurl.com/y5vobslw

https://www.wcrf.org/dietandca…/exposures/alcoholic-drin

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Di Dott. Gabriele Bernardini

Biologo, nutrizionista, toscano

2 risposte su “I corsi e ricorsi…alcolici”

Lo condivido volentieri e condivido anche la vena di, comprensibile, fastidio che traspare (un pelino eh..) dall’articolo. Sembra che siamo nel mezzo di una tempesta perfetta di cag*** colossali che il medioevo ce pò spiccia casa!
Forza e coraggio dottore, ne usciremo….pochi, ma ne usciremo.

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