L’utilizzo classico del trattamento con placebo prevede che il soggetto sia all’oscuro di ciò che riceve: io ti dò questa pillolina e tu NON SAI se dentro c’è il principio attivo oppure no. Questo, nei lavori scientifici si chiama “singolo cieco”. Se poi neppure chi somministra i trattamenti conosce cosa sta dando ai partecipanti, si parla di “doppio cieco”.
Ok, questo modo di procedere è quello utilizzato per esempio per valutare l’efficacia di un farmaco negli studi di intervento: io divido (casualmente) i partecipanti in due gruppi, a un gruppo dò il farmaco e all’altro (gruppo di controllo) dò il placebo. Uno studio del genere è quello più rigoroso possibile (doppio cieco randomizzato e controllato).
Se il gruppo che ha ricevuto il farmaco mostra risultati migliori del gruppo placebo il farmaco “funziona” (è più complesso di così, ma per capirci). Se non c’è differenza è “cosa non buona”.
A volte però si cercano gli effetti del placebo come cosa positiva: per esempio fornendo una “dieta immaginaria” a delle persone, queste hanno perso peso tanto quanto (o di più) rispetto a una dieta ipocalorica vera. In questo caso che abbia “vinto” il placebo possiamo definirlo come “cosa buona”. Le persone mettono in atto comportamenti inconsci (aumento del dispendio calorico per es.) per cui hanno una perdita di peso nonostante la dieta sia “finta”.
Ma anche questo presuppone che loro NON sappiamo di ricevere la dieta finta.
Negli studi questo si può fare, ma in clinica no.
Non è considerato etico “ingannare” il paziente. Il medico non può fornire al paziente una pillola di zucchero dicendo che questa gli farà passare il mal di testa (Minchia! E la omeopatia allora? Vabbè lasciamo perdere)
E allora arriviamo infine al magico mondo dei “placebo open label”. I placebo senza inganno per il trattamento della obesità.
Io TI DICO (non te lo nascondo) che le pillole che riceverai sono niente, inerti, omeopatia (ops!), non contengono nessun principio attivo che ti aiuterà a dimagrire…ti metto in un gruppo che riceve questo placebo aperto e metto in un altro gruppo soggetti che non ricevono nessun placebo. Poi vi somministro le diete.
Le diete saranno uguali in ogni aspetto.
Il gruppo che ha ricevuto il placebo aperto perderà più peso e avrà meno fame dell’altro gruppo. NONOSTANTE SAPPIA di aver ricevuto un placebo.
Non ci addentriamo sul perchè funzioni (non è chiaro), ma funziona.
E questo può essere un’arma in più al nostro arco nel trattamento dell’obesità in clinica dato che il placebo senza inganno non ha effetti collaterali e non implica problemi di tipo etico.
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In figura: OLP = Open Label Placebo; TAU = Trattamento As Usual
Una risposta su “Le meraviglie del placebo senza inganno nel trattamento dell’obesità”
Che strategia stranissima, grazie!