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Ma gli hobbit facevano la dieta mediterranea?

Un mattino di molto tempo fa, nella quiete del mondo, quando c’era meno rumore e più verde e gli hobbit erano ancora numerosi e prosperi…

(Lo Hobbit – Una festa inattesa)

Casa Baggins

Era una splendida giornata di inizio aprile dell’Anno 2941 della Terza Era del Mondo (1341, secondo il Calendario della Contea), il sole era già alto e splendeva giallo in un limpido cielo azzurro quando Bilbo Baggins si accinse a fare colazione. La prima colazione ovviamente. Ne sarebbero seguite un altro paio, almeno, prima del pranzo, come sua abitudine e secondo i costumi hobbit.

Bilbo si accomodò in cucina, vicino alla finestra aperta sul giardino. L’aria primaverile era frizzante e stimolava l’appetito. Sul tavolo erano accuratamente disposti pane bianco e burro, crema gialla e latte fresco e un paio di torte di Pan di Spezie, per ogni evenienza.

Il Signor Baggins, di casa Baggins, Vicolo cieco, Sottocolle, Hobbiton, ancora non lo sapeva, ma questa sarebbe stata una delle sue ultime colazioni comode, prima che il suo lato Tuc prendesse il sopravvento e lui fosse trascinato, senza neppure un fazzoletto, in un mondo molto, molto vasto.

Bilbo ebbe un sacco di avventure prima di recarsi ai Porti Grigi e lasciare per sempre la Terra di Mezzo. Incontrò troll di pietra, orchi malvagi e ragni giganti. Parlò coi draghi e trafugò tesori e infine dimorò con gli Elfi a Gran Burrone, nell’Ultima Casa Accogliente.

Fu qui che trascrisse le sue memorie nei volumi che più tardi divennero noti come “Libro Rosso dei Confini Occidentali”.

Oltre al resoconto dei suoi viaggi, il Libro contiene anche la narrazione degli eventi dei Grandi Giorni e della Guerra dell’Anello, raccontati dal nipote Frodo, che ne prese parte, e una serie di traduzioni dall’elfico recanti la storia dei Tempi Antichi.

Il Libro Rosso, attraverso trascrizioni successive è arrivato fino a noi grazie all’enorme lavoro di revisione di J.R.R.Tolkien che a metà del secolo scorso, lo ha pubblicato sotto forma di tre volumi chiamati rispettivamente “Il Silmarillion”, “Lo Hobbit” e “Il Signore degli Anelli”.

I volumi narrano le storie delle prime tre Ere del Mondo e le vicissitudini dei popoli che lo abitarono.

Poco o nulla viene descritto circa le abitudini alimentari delle Genti della Terra di Mezzo in questi resoconti, ma qualche breve accenno è riportato soprattutto nelle ultime due opere e si riferisce principalmente al popolo hobbit. Degli uomini, degli Elfi e delle altre razze si sa ben poco.

Il Libro Rosso e le sue trascrizioni successive non narrano dello stato di salute delle popolazioni della Terra di Mezzo, ma dagli Annali dei Re e dalle storie di Nani ed Elfi che sono giunte fino a noi possiamo a dedurre con una buona probabilità che le principali cause di morte riguardassero principalmente le ferite ricevute in battaglia, lo struggimento causato da un intenso dolore e in qualche caso avvelenamenti e infezioni.

Non c’è traccia di morti legate a quelle che oggi chiamiamo “malattie non trasmissibili” o “malattie del benessere”: gli elfi, beninteso erano immortali e per loro stessa natura immuni da qualunque patologia, ma nessun uomo moriva per infarto, nessun nano si ammalava di tumore e non c’è traccia di hobbit diabetici nei resoconti della Contea. Le creature delle prime tre Ere del Mondo morivano semplicemente di vecchiaia e la loro aspettativa di vita era anche (in media) molto lunga

Gli hobbit infatti raggiungevano e superavano frequentemente la rispettabile età di 100 anni e i nani arrivavano fino a 200. La razza degli uomini (la “Gente Alta” in particolare, perché, ovviamente, anche gli hobbit erano uomini) era quella con la maggior variabilità: la vita media si aggirava attorno ai 160 anni, con picchi attorno ai 330 anni per i Nùmenoreani della Seconda Era e 82 per gli uomini agli inizi della Quarta Era.

A cosa si deve questa notevole longevità?

Alla luce delle scoperte legate a quel metodo di indagine della realtà chiamato “Metodo Scientifico” che gli uomini scoprirono nelle ere successive (più precisamente nella Sesta e soprattutto nella Settima Era che corrisponde grosso modo al periodo che stiamo vivendo) possiamo oggi avanzare alcune ipotesi

La lunghezza della vita e in particolar modo l’aspettativa di vita in salute, sono legati a fattori che solo in parte possiamo modificare: non siamo in grado di riscrivere il nostro patrimonio genetico (come probabilmente accadde agli “Amici degli Elfi” che dimorarono a Nùmenor durante la Seconda Era e che ricevettero dalle Potenze una vita più che triplicata rispetto a quella media) e non possiamo fermare il tempo (come avviene per gli Elfi), ma abbiamo la possibilità di agire sui nostri comportamenti per il tempo che ci viene concesso.

In definitiva, possiamo modificare il nostro stile di vita.

Hobbit, Uomini e Nani avevano certamente abitudini alimentari diverse tra loro, ma una cosa li accomunava: non erano sovrappeso.

Beninteso, gli hobbit ci vengono descritti con un po’ di pancetta e particolarmente dediti alla buona cucina, ma verosimilmente la loro vita tranquilla e agiata li esponeva a livelli di stress molto inferiori rispetto a quelli di uomini e nani che conducevano un’esistenza molto più precaria e selvaggia e questo fatto compensava forse la loro tendenza a mangiare un po’ troppo. Inoltre, ci vengono descritte nei dettagli solo le abitudini di pochi soggetti (Bilbo e Frodo in particolare), che possedevano un tenore di vita molto agiato. E’ possibile che gli individui di classi sociali più basse non avessero gli stessi comportamenti e la stessa alimentazione.

C’è infine da dire che tutte e tre le razze erano estremamente attive: Bilbo (e poi Frodo) faceva lunghissime passeggiate nei boschi e questa era una tipica abitudine hobbit, i nani estraevano tutto il giorno oro, mithril e pietre preziose nelle miniere e gli uomini erano dediti alla caccia e alle arti marziali per gran parte della loro giornata.

Non esisteva obesità* e sedentarietà nella Terra di Mezzo e non esistevano malattie legate a questa condizione.

Ma il mondo è cambiato.

Gli Elfi hanno fatto vela verso il Vero Occidente, ormai stanchi delle Ruote del Mondo, mentre hobbit e nani si sono progressivamente nascosti agli occhi della Gente Alta che adesso ha ereditato la Terra.

Da quando la razza umana ha perduto quel legame che la univa agli altri animali e agli antichi popoli, quel ciclo di comportamenti che la obbligava a spendere energia per procacciarsi il cibo (con la caccia o l’agricoltura, non importa), riposarsi e di nuovo faticare per trovare sostentamento e calorie per la sopravvivenza, noi non abbiamo più fame.

La fame, perlomeno nella nostra parte di mondo, è finita all’inizio della Settima Era (nei primi anni 60 del ventesimo secolo, secondo il calendario moderno), dopo millenni di stenti, quando sono migliorate le tecniche agricole, quando la Macchina in agricoltura ha preso quasi completamente il posto delle braccia, quando l’uomo ha inventato principi attivi sempre più efficaci e sofisticati per ridurre le malerbe e combattere gli insetti infestanti, quei “pesticidi” cioè, che a noi oggi fanno tanta paura, fino ad arrivare alle tecniche di miglioramento genetico, quelle modifiche che vogliamo a tutti i costi rifiutare.

Tutto questo ci ha permesso e ci permette oggi di mangiare almeno tre volte al giorno e di sfamare una popolazione sempre più in crescita.

Purtroppo, tutto ciò ci ha anche dato la possibilità di mangiare in abbondanza almeno tre volte al giorno! La grande disponibilità di cibo ci ha resi più grassi e malati. La fame non esiste più quindi, c’è solo l’appetito e la ricerca del piacere.

Nani, uomini e hobbit dei tempi antichi non prestavano attenzione a quanto e cosa mangiavano perché le loro risorse erano limitate e dovevano procacciarsi il cibo con la fatica e questo bilanciamento tra “entrate e uscite” li manteneva in forma.

La gran parte delle malattie che ci affligge oggi (diabete, malattie del cuore e dei vasi sanguigni, tumori, osteoporosi e demenza senile) è legata a doppio filo al “semplice” essere (o essere stati lungo tutta la vita) sovrappeso oppure obesi. La scienza e il benessere ci hanno anche resi più longevi, ma spesso invecchiamo in malattia.

Tutto questo potrebbe essere almeno in parte evitato con una alimentazione più frugale e una attività fisica moderata e costante lungo tutto l’arco delle nostre vite.

Ma così come i Nùmenoreani della Seconda Era bramavano la longevità e l’immortalità tanto da ribellarsi alle stesse Potenze che governavano il mondo, anche l’uomo moderno cerca strade facili per rimanere giovane e si illude che nel mondo torni la Magia. Non è più disposto a prendersi la responsabilità delle sue azioni e desidera bevande magiche che lo facciano dimagrire, pozioni ricostituenti e detossificanti, supercibi e pillole fatate che facciano crescere muscoli da guerriero senza nessuno sforzo.

Ciò che serve all’uomo oggi è ritrovare la semplicità degli hobbit, un po’ di tenacia nanesca e un pizzico di orgoglio degli antichi cavalieri di Gondor.

Dobbiamo smetterla di credere alle favole, non esistono alimenti che fanno bene o male, ingrassare o dimagrire. Esistono solo alimentazioni buone o cattive, prese nel loro complesso. Mangiare sano è un atto semplice, ma ce lo siamo dimenticati e lo stiamo inutilmente complicando.

Ciò che conosciamo con una ragionevole certezza oggi è che sia l’eccesso di energia derivante dal cibo a farci ammalare, in relazione alla scarsa spesa energetica fatta con il movimento. Questo squilibrio produce danno.

Ma quali sono le caratteristiche antropometriche di un hobbit?

L’altezza media è circa 105cm (su questo abbiamo testimonianze certe), mentre il peso è più difficile da indovinare perché Tolkien non ne ha mai parlato nei suoi scritti. E’ stato stimato da alcuni lavori scientifici attorno ai 30Kg, ma a me pare esagerato perché significherebbe un sovrappeso importante, vicino all’obesità, il che cozza con le rappresentazioni iconografiche degli hobbit i quali, pur avendo un po’ di pancetta, non sono così grassi. Sembra quindi più plausibile un peso medio di 25-27Kg il che li collocherebbe nella fascia del medio-alta del normopeso.

All’epoca del suo incontro con Gandalf, Bilbo aveva 51 anni ed era un hobbit in piena forma, ma se abbiamo appurato che dal punto di vista quantitativo mangiasse in modo adeguato al suo fabbisogno (e questo è il primo requisito di quella che gli scienziati chiameranno dieta mediterranea) e che facesse adeguata attività fisica, è interessante adesso capire se anche la qualità di ciò che mangiava fosse in linea coi dettami del modello mediterraneo.

Ma di questo parleremo un’altra volta…

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Di Dott. Gabriele Bernardini

Biologo, nutrizionista, toscano

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