Categorie
Alimentazione e salute Nutrienti

No, con gli alimenti non prendiamo sufficiente Vitamina D

Purtroppo.

La vitamina D (che forse sarebbe meglio considerare come un ormone) è una sostanza “solare”, non alimentare.

Il sole ne “fornisce” (o fornirebbe se ci esponessimo nei modi giusti) circa l’80% del nostro fabbisogno (che è di 15 µg/die negli adulti)

Il resto arriva dagli alimenti, compresi quelli fortificati.
I pesci grassi (aringa, tonno, salmone) ne contengono buone quantità (30,16,17µg/100g), le uova in media 1,7µg/100g (un uovo pesa 65g e la D sta solo nel tuorlo), poi arrivano burro (1µg/100) e formaggi grassi (in media 0,5µg/100g). L’unica, scarsa (circa 2-3µg/100g), fonte vegetale è rappresentata da alcuni funghi. Infine ci sono alimenti fortificati come latte e margarine.

Posto che non possiamo mangiare salmone, pecorino, burro e uova ogni giorno, ecco che in media è stato calcolato che dal cibo ne arrivano solo 2,5µg/die (indagine INRAN SCAI 2005-06)

Anche EFSA (2016) è arrivata praticamente alle stesse conclusioni per la popolazione europea (https://efsa.onlinelibrary.wiley.com/doi/10.2903/j.efsa.2016.4547; Sezione 3).

Gruppi a rischio sono un po’ tutti, ma in particolare i lattanti, gli anziani e i vegetariani/vegani che spesso devono ricorrere a integrazione.
Le persone sovrappeso/obese hanno fabbisogni maggiori perchè la Vit.D essendo un grasso si “diluisce” nel tessuto adiposo riducendo la sua disponibilità

La corretta esposizione al sole è di 30-40 min al giorno in estate con almeno braccia e gambe scoperte. Ed sufficiente anche per l’inverno. Ovviamente con protezione solare

https://tinyurl.com/yck8hxy8

Condividi...

Di Dott. Gabriele Bernardini

Biologo, nutrizionista, toscano

6 risposte su “No, con gli alimenti non prendiamo sufficiente Vitamina D”

Ciao Gabriele, trascorrendo circa due ore (una e mezzo nei mesi invernali) all’aperto sono molto lontana dal fabbisogno? Grazie.

Salve doc, una mia collega di lavoro è stata da un nutrizionista il quale sostiene che la maggior parte della popolazione sia carente di vitamina D ma che la causa principale sarebbe una sostanza (la mia collega non ricorda quale) presente nell’acqua potabile che interferisce in qualche modo con il suo assorbimento. Questa informazione sembrerebbe provenire da uno studio condotto dall’Università di Padova. Mi rendo conto che un fattore del genere non può da solo determinare una carenza, dal momento che, come Lei ha spiegato, la dieta non è la fonte principale di vitamina D. Però, non riuscendo a trovare riferimenti sul web relativi a tale studio, Le chiedo se Lei abbia notizie a riguardo.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.