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Pappette 2 – Il ritorno

Perché la frutta secca è associata a così tanti benefici per la salute?

Fibra, grassi buoni, buona quantità proteica e ottimo potere saziante sono tutti fattori che contribuiscono a posizionare questo gruppo di alimenti tra i più sani e positivi, nonostante il loro elevatissimo contenuto calorico.

Ma…forse è proprio questo il fattore singolare. Forse la frutta secca fa bene perchè non è poi cosi calorica. O perlomeno, può esserlo meno rispetto a quello che leggiamo sulle tabelle nutrizionali.

Perchè? Perché un po’ di calorie e grassi se ne va con la cacca. Già.

Sono due i meccanismi contrapposti in questo caso: PIÙ mastichiamo e più gli ormoni della sazietà vengono stimolati, ma MENO mastichiamo e più i grassi rimangono all’interno delle pareti cellulari (in modo direttamente proporzionale alla granulometria) e come si vede dalla figura, una parte di energia metabolizzabile se ne va con le feci (in figura si mostrano differenze tra 10-25 e 40 masticazioni).

L’importante è che si mastichi, però. Non si sta chiedendo di buttare giù le noci a pezzi ovviamente, ma neppure di basare il consumo di frutta secca (e io aggiungerei, di tutto) su preparazioni “pre-masticate”

Di certo nutrirsi di pappette, come va di moda oggi, invece di usare i denti va a discapito di entrambe le cose: fare la crema di mandorle (per dirne una) fa uscire dalle cellule tutto l’olio e l’energia e così ce la ciucciamo tutta per bene e d’altra parte la mancata masticazione non produce quegli effetti ormonali atti ad aumentare il livello di sazietà che invece si produce con i semi interi.

Un piccione con due fave insomma.

Quindi va bene il burro di noccioline per carità, ma usiamoli i denti ogni tanto. Italiani!

(e comunque non più di 10g al giorno di frutta secca, che le calorie ci sono e poi si toglie spazio ad altri cibi importanti. Perché è la somma che fa il totale)

https://www.researchgate.net/publication/23788824_Mastication_of_almonds_Effects_of_lipid_bioaccessibility_appetite_and_hormone_response

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4266890/

La mancanza di masticazione, oltre a non apportare sazietà e al rischio di introduzione di un eccesso calorico, comporta pure un problema osseo

La lavorazione degli alimenti influenza in modo significativo lo sviluppo cranio-facciale, soprattutto nelle specie o negli individui con un profilo facciale retrognatico. La riduzione dello sforzo masticatorio dovuta al consumo di cibi cotti, macinati o comunque ammorbiditi comporta una minore stimolazione meccanica della crescita ossea del volto. Studi sperimentali, in particolare quelli che utilizzano il procavia (rock hyrax) come modello, dimostrano che gli individui alimentati con diete più morbide e lavorate presentano circa il 10% in meno di crescita nelle regioni ventrale e posteriore del volto rispetto a quelli che consumano cibi crudi e più duri.

Questi risultati indicano che le arcate mandibolari e mascellari, maggiormente sottoposte alle forze masticatorie, sono le più colpite.

Il meccanismo alla base di questo fenomeno si fonda sulla legge di Wolff: i cibi più duri richiedono uno sforzo masticatorio maggiore, generando gradienti di tensione più elevati nello scheletro facciale, che a loro volta stimolano la deposizione e il rimodellamento osseo.

Al contrario, le diete più morbide comportano un carico meccanico ridotto, una minore formazione ossea e una morfologia facciale più gracile. Questo schema non è limitato all’uomo, ma si osserva in molte specie di mammiferi, con effetti particolarmente evidenti nei tipi facciali retrognatici, dove il piano occlusale è posizionato posteriormente rispetto alle orbite.

Il passaggio a diete più morbide e lavorate nel corso dell’evoluzione umana si correla a una riduzione della robustezza facciale e a una maggiore prevalenza di malocclusioni dentali e problemi correlati nelle popolazioni moderne. La lavorazione degli alimenti è quindi un fattore chiave nell’adattamento morfologico del complesso cranio-facciale.

https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/15183669

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Di Dott. Gabriele Bernardini

Biologo, nutrizionista, toscano

2 risposte su “Pappette 2 – Il ritorno”

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