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Il terrore corre sul….Glifosate

L’efsa (l’autorità europea per la sicurezza alimentare) produce annualmente un report riguardante i residui di agrofarmaci nei cibi sulla base dei campioni analizzati in tutta l’unione europea.

L’ultimo è del 2019: https://efsa.onlinelibrary.wiley.com/doi/epdf/10.2903/j.efsa.2021.6491

Oltre alla esposizione dei risultati delle analisi ufficiali, l’autorità mette in atto quello che è chiamato il risk asessment, cioè la valutazione del rischio a breve e lungo termine sulla base dei residui trovati nei vari alimenti e di quanti di questi alimenti noi mangiamo con le nostre abituali diete.

Vengono cioè costruiti degli scenari (dal più realistico a quello più “esagerato”, cioè che sovrastima l’esposizione) che prendono in considerazione le varie possibili alimentazioni legate anche alle differenti fasce di età e le relative esposizioni ai vari residui di agrogarmaci.

Questo viene fatto per tutti gli agrofarmaci e per ognuno di essi viene stimata quale percentuale di principio attivo noi possiamo arrivare a ingerire col cibo rispetto alla sua ADI.

Ricordo che l’ADI è la quantità di principio attivo espressa in mg/kg di peso corporeo che un soggetto può assumere per tutta la vita senza avere nessun effetto avverso (qui lo trovate spiegato meglio: https://www.gabrielebernardini.it/piccola-guida-alla-paura-dei-pesticidi/) .

Bene, per il glifosate (assunzione a cronica, cioè per un periodo paragonabile a una vita intera) abbiamo i seguenti valori:

Scenario “esagerato”: lo 0,20% dell’ADI

Scenario medio: lo 0,10% dell’ADI

Scenario a basso impatto: addirittura lo 0,034% dell’ADI

Il che significa che, nel peggiore dei casi, “rischiamo” di assumere in totale con gli alimenti, in modo cronico nel lungo periodo, una quantità di principio attivo che è 500 volte inferiore ad una quantità (l’ADI) che noi già potremmo assumere (ma ogni giorno), per tutta la vita senza subire danni.

Per fare un esempio pratico, l’ADI del glifosate è 0,5mg/Kg per i consumatori. Perciò un uomo medio di 70Kg può teoricamente ingerire 35mg di principio attivo OGNI GIORNO per tutta la vita senza effetti.

Secondo la stima “pessimistica” dell’EFSA noi potremmo arrivare (esagerando) ad introdurne 0,07mg totali in totale nel lungo periodo.

Non so se mi sono spiegato bene: 70 microgrammi in tutta la vita! 70 milionesimi di grammo!

Perciò, come è ovvio, ad una esposizione bassissima corrisponde un rischio bassissimo. Nel caso del glifosate, talmente basso da potersi considerare praticamente trascurabile anche se fosse dimostrata la sua cancerogenicità (il che non è).

Il terrore corre sui pesticidi, ma sul glifosate di più, chissà perchè? Ci sono sostanze da guardare con più attenzione del glifosate (non so, il Fipronil per esempio in questa tabella, un insetticida a largo spettro)

Mistero.

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Di Dott. Gabriele Bernardini

Biologo, nutrizionista, toscano

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