Categorie
Alimentazione e salute Miti e bufale

Carboidrati e diabete Tipo 2

La faccio breve. Non voglio mettermi a fare la rassegna dei lavori scientifici legati a questa cosa, ma vedo troppo spesso persone affette da diabete tipo 2 convinte di dover rinunciare a pane, pasta, cereali in genere, legumi, senza parlare della frutta, vista come il male assoluto perchè “ci sono gli zuccheri”. Non solo, purtroppo, nel tempo, ho visto raccomandazioni di questo tenore fatte da medici e da centri antidiabetici. E allora vediamo di capire meglio.

Gli standard di cura del diabete della Società Italiana di Diabetologia e della Associazione Medici Diabetologi del 2018 (http://www.siditalia.it/clinica/standard-di-cura-amd-sid ) parlano sufficientemente chiaro per liberarsi dei dubbi e smettere di ascoltare strane campane di sedicenti esperti, guru mediatici e medici fantasiosi che hanno dimenticato il loro compito primario: non nuocere.

Parliamo della cura, ma diciamo una cosa veloce anche sulla prevenzione della malattia.

Prevenzione del diabete tipo 2

Dieta mediterranea. La prevenzione si basa sul mantenimento del peso (è sopratutto ingrassare che scatena la malattia, qualunque cosa si mangi), attività fisica costante (essere sedentari è l’altro aspetto legato all’insorgenza del diabete) e sul modello mediterraneo (https://www.gabrielebernardini.it/storia-della-dieta-mediterranea-e-del-nostro-cuore-le-tre-ipotesi/). E’ una raccomandazione basata su grossi e potenti studi (I) che suggeriscono una raccomandazione FORTE (A). Non c’è spazio per i dubbi insomma.

Cura del diabete tipo 2

Il primo e più importante intervento terapeutico sul paziente diabetico è quello relativo alla perdita di peso (raccomandazione forte). Le evidenze in questo caso ci dicono che grosso modo QUALUNQUE intervento dietetico (abbinato a attività fisica, quella è sempre importante, ma non c’entra adesso) atto ad ottenere questo risultato è positivo: una dieta a basso contenuto di grassi o carboidrati o una dieta mediterranea bilanciata sono tutte diete che nel BREVE TERMINE (fino a 2 anni) posso portare giovamento per quel che riguarda la riduzione della glicemia.

Una dieta a basso contenuto di carboidrati fa perdere peso più velocemente (ma non è più efficace delle altre nella riduzione della glicemia) però dopo un po’ la perdita di peso si assesta ed è comparabile con le altre diete. Inoltre queste diete nei primi mesi portano anche ad un abbassamento dei trigliceridi e un aumento del colesterolo buono, ma al contempo aumenta anche quello cattivo.

Purtroppo NON ci sono dati a lungo termine che ci dicano se continuare a mangiare così porti a benefici duraturi. Queste diete potrebbero essere dannose per i reni e per il cuore.

Potete leggere quest’altro bel documento della SID che ha analizzato le varie diete alternative (compresa la chetogenica e la paleo) nel diabete (http://www.siditalia.it/clinica/linee-guida-societari/send/80-linee-guida-documenti-societari/3273-2017-focus-on-sid-le-diete-alternative-una-guida-per-il-paziente-con-diabete)

Vari lavori, invece, portano a suggerire che una dieta di stampo mediterraneo sia protettiva, migliori i parametri metabolici e riduca l’incidenza di aventi cardiovascolari alla lunga. Che è ciò che ci interessa di più: il benessere a lungo termine.

In definitiva le raccomandazioni riguardanti i carboidrati nella dieta sono queste

Inoltre questi sono i parametri che definiscono la dieta migliore nei diabetici tipo 2

Nei “consigli pratici” relativi alle fibre c’è un refuso: non è 5 porzioni a settimana di di vegetali o frutta, ma 5 al GIORNO

Questa tabella è ESATTAMENTE sovrapponibile ai Larn per la popolazione sana che trovate qui: https://sinu.it/tabelle-larn-2014/

Conclusioni

Detto in soldoni: dimagrire per un diabetico è importante, ma se per farlo ci fracassiamo la mandibola e ci amputiamo una gamba, diciamo che avremo ripercussioni probabili nel lungo termine, il che ci porta a preferire quella alimentazione che, non solo, sia utile per perdere peso, ma che ci faccia guadagnare salute negli anni a venire e mantenga la malattia sotto controllo, riducendo il rischio cardiovascolare e le altre complicanze che possono affliggere il paziente. Questa alimentazione dovrà anche essere gustosa, socialmente accettabile e “fattibile” per tanti anni e certamente una chetogenica non lo è, mentre una mediterranea si!

Ogni intervento è comunque da concordare col medico diabetologo (sperando di incontrare quello giusto) il quale deve personalizzare la terapia (anche sul fronte dell’intervento farmacologico) e decidere se all’inizio sia il caso di impostare una dieta più squilibrata per raggiungere un livello di peso più sicuro.

Avete presente il Dottor Nowzaradan? ecco, quello. Va bene essere severi, però non può essere Nowzaradan per sempre!

Altri riferimenti

https://professional.diabetes.org/standards-of-care

https://care.diabetesjournals.org/content/42/5/731

https://academic.oup.com/eurheartj/article/44/39/4043/7238227#437088968

https://www.nice.org.uk/guidance/ng28/chapter/Recommendations#dietary-advice-and-bariatric-surgery

https://tinyurl.com/rhrs9yy

Qui https://www.siditalia.it/pdf/LG_379_diabete_2_sid_amd.pdf le nuove linee guida 2021

Update aprile 2023

Esce un documento sulla gestione nutrizionale del diabete secondo le evidenze scientifiche più recenti (https://link.springer.com/article/10.1007/s00125-023-05894-8).

Niente di nuovo per quelli del settore, ma è un riassunto facile da leggere e comprendere anche da parte dei non addetti.

Finalmente possiamo mettere il punto su tutte le discussioni:

1. Le diete chetogeniche o a basso contenuto di carboidrati NON sono raccomandate

2. La dieta mediterranea o altre diete simili, a base vegetale e ricche di fibra, sono il gold standard per la gestione della malattia (oltre ai farmaci ovviamente)

3. Le proteine non devono rappresentare più del 10-20% dell’energia

4. Il maledetto indice glicemico (coi suoi maledetti picchi) non può essere l’unico parametro da considerare. Viene esplicitamente detto che SE mangiare a basso indice glicemico comporta avere una dieta squilibrata (perchè si può) allora non va bene.

5. Quello che conta è perdere peso, fare movimento e MANTENERE la perdita di peso a lungo termine il che potrebbe anche portare alla remissione della malattia.

Punto.

Altre linee guida

Update 2024:

https://tinyurl.com/24otrtj8

1. Nel 2022, si stimano nel mondo 828 milioni di adulti diabetici (di età pari o superiore a 18 anni) con un aumento di 630 milioni rispetto al 1990. I maggiori aumenti si sono verificati nei paesi a basso e medio reddito del sud-est asiatico, dell’Asia meridionale, del Medio Oriente e del Nord Africa e dell’America Latina e dei Caraibi.

2. Nel 2022, 445 milioni di adulti di età pari o superiore a 30 anni con diabete non hanno ricevuto alcun trattamento (il 59% degli adulti di età pari o superiore a 30 anni con diabete). Questo numero è 3,5 volte superiore a quello del 1990.

Perciò nella maggior parte dei paesi, in particolare nei paesi a basso e medio reddito, il trattamento del diabete non è aumentato affatto o non è aumentato a sufficienza rispetto all’aumento della prevalenza.

Il diabete corre più veloce di quanto riusciamo a trattarlo.

Perchè? Perchè crescono altrettanto velocemente obesità e diete squilibrate.

L’obesità è un fattore di rischio importante per il diabete e la sua prevalenza è aumentata nella maggior parte dei paesi negli ultimi decenni (no, non sono i carboidrati che fanno venire il diabete, ma le CALORIE di qualunque origine, quando eccedono il nostro fabbisogno. E la sedentarietà.)

Inoltre, le diete “occidentali” ricche di carni, salumi, uova, formaggi e grassi saturi e povere di vegetali freschi, legumi e cereali integrali, aumentano ulteriormente il rischio di diabete (no non sono i carboidrati che lo fanno venire, ma l’enorme consumo di prodotti animali, che peraltro pesa come una macigno anche sulla questione ambientale).

Per questa situazione potete (anche) ringraziare i vari carnivori chetini, le dee del glucosio della minchia e le wanne marchi di ‘sto prosciutto che si muovono in questo e altri social del caxxo e che hanno sulla LORO coscienza il peggioramento della salute attuale e futura di centinaia di migliaia di persone a cui verrà il diabete e che penseranno sia stata colpa dei carboidrati mangiati fino a prima di conoscere questi quattro gatti ego riferiti a cui della salute dei loro followers importa meno di ZERO.

Condividi...

Di Dott. Gabriele Bernardini

Biologo, nutrizionista, toscano

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.