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Cozze e vongole, un’ottima idea 

Sono sempre più convinto che inventarsi cose nuove in campo alimentare sia dannoso anche quando sembra superficialmente utile.

Perchè gli insetti o la carne coltivata quando potremmo usare ciò che già abbiamo, cambiando abitudini? Tanto dovremmo comunque abituarci a questi novel food, tanto vale (tornare a) abituarci ai legumi, riducendo la carne.

Non mi direte che alleviamo insetti per scoraggiare i mangiatori di bistecche vero?

No, con la scusa che sono poco impattanti (sempre più dei legumi), ricchi di proteine (che? ci mancano le proteine a noi?) e “etici” (se vuoi puoi smettere di mangiare carne anche oggi, non morirai) ci siamo inventati solo un nuovo business. Una nuova moda per occidentali annoiati e ricchi (70euro al Kg, mica cotica eh).

Qui abbiamo già tutto ciò che ci serve, manca solo l’educazione e dovremmo concentrarci su quella, non sui grilli.

Potremmo concentrarci su le cose più semplici credo, se lo volessimo davvero.

Detto ciò propongo l’ottima idea della rivalutazione del consumo di bivalvi come cozze e vongole che sono un alimento win win win (nutrizionale, ambientale, etico).

Cozze e vongole di certo sono una fantastica idea nutrizionale: sono alimenti magri (2,5% di grassi totali circa), versatili, con un buon contenuto proteico (10-11%) e pochissime calorie (70-85Kcal per 100g). 

Sono “pesce” anche se ogni volta tocca specificarlo (non so, cosa dovrebbero essere? Verdura?) e quindi la porzione è 150g, perfetta per creare un bel piatto unico assieme alla pasta o al pane abbrustolito e financo ai legumi come tradizione mediterranea suggerisce: pasta fagioli e cozze. 

Si, vanno benissimo anche quelle surgelate. 

Altro mito da accantonare: non sono un problema per il nostro colesterolo perché come dicevamo sono molto magre e quindi contengono pochi grassi saturi i quali sono il vero determinante dell’aumento del colesterolo ematico (assieme all’eccesso di zuccheri e calorie) non tanto il colesterolo presente nell’alimento, che si, in loro è un po’ più alto della media del gruppo pesce, ma non ci importa. Non è quello il problema. 

Vero anche che sono un po’ più ricche di sale (cozze in particolare), ma anche qui nulla di preoccupante rispetto agli alimenti di cui abusiamo costantemente (salumi/formaggi/salse/sale aggiunto) e poi basta non esagerare con quello previsto dalla ricetta e/o messo nell’acqua della pasta. 

Sono una preziosa fonte di Vitamina B12 (19mcg per 100g le cozze, addirittura 49mcg le vongole! su un fabbisogno di 2,4mcg/die) e di ferro, soprattutto le vongole (6 e 14mg per 100g su un fabbisogno di 10-18mg/die per uomini e donne adulti).

Essendo “pesce” magro non sono le principali fonti di grassi omega3 a lunga catena in questo gruppo, ma si difendono abbastanza bene. Probabilmente una dieta che utilizzi solo questi bivalvi e nessun altro pesce o animale come fonte di questi grassi riuscirebbe a raggiungere i fabbisogni (250mg /die di omega3 a lunga catena) con un consumo settimanale di 5-6 porzioni da 150g ciascuna).

Messo da parte l’aspetto nutrizionale, il vero punto a favore pare essere quello ambientale:

1. Non hanno necessità di mangimi (si nutrono di fitoplancton e di altri materiali organici presenti nell’acqua)

2. Non subiscono trattamenti, vengono solo “seminate” e raccolte

3. Vengono allevate vicino alla costa con un basso impatto a livello di strumentazione e utilizzo di barche

4. Aiutano a non incrementare la crescita algale regolando i livelli di nutrienti nelle acque

5. Ultimo, ma non ultimo: sequestrano un po’ di anidride carbonica dall’aria per costruire il guscio. Il carbonio del guscio poi, non torna in atmosfera, ma si deposita come sedimento sul fondo marino. La sola fase dell’allevamento può avere addirittura un impatto negativo (cioè viene sequestrata più CO2 di quella prodotta). Poi ovviamente va considerato il resto del ciclo produttivo, ma a conti fatti vongole e cozze (ma anche le ostriche per esempio) possono essere una produzione molto, molto sostenibile

Aggiungo che lo sono anche a livello etico, per chi ha a cuore il benessere animale. Difficile considerare significativo lo stress e il dolore di una cozza non avendo un sistema nervoso centralizzato, ma questo è un parere personale. 

In una dieta praticamente vegana, credo che si possa inserire tre o quattro volte a settimana una porzione di molluschi, aiutando contemporaneamente la nostra salute (difficile trovare omega tre “veri” nei vegetali), l’ambiente e gli animali

Cozze e vongole, un’ottima idea. 

https://www.sciencedirect.com/science/article/abs/pii/S0048969722019842

Appendice:

Obiezione vostro onore: ma sono organismi filtratori, quindi si ciucciano tutto il mare e le sue porcherie, sono inquinatissimi, fanno male. SI PUO’ MORIRE!

Domanda di buonsenso: possibile che non esista una normativa e linee guida per la produzione e la vendita di molluschi bivalvi come cozze e vongole, che normi la sicurezza della produzione?

Possibile che sia tutto lasciato al caso? e che ci vendano cibi a rischio?

Risposta: no. Infatti c’è il D.Lgs. 30 dicembre 1992, n. 530.

Attuazione della direttiva 91/492/CEE che stabilisce le norme sanitarie applicabili alla produzione e commercializzazione dei molluschi bivalvi vivi.

Incredibile ma vero, questo Decreto stabilisce precisi limiti e controlli per le zone produttive e il prodotto destinato al consumo.

Per esempio i molluschi non devono contenere sostanze tossiche (ma va’?) e non devono superare limiti microbiologici precisi (pazzesco).

Se li superano devono subire una fase di depurazione o stabulazione più o meno lunga finché non rientrano nei ranghi e possono essere venduti (chi lo avrebbe mai detto?)

Ci sono controlli, procedure igieniche da rispettare e tutto ciò che serve perchè a noi arrivino alimenti sicuri.

Se poi parliamo di cozze selvatiche pescate autonomamente, allora… di che parliamo?

Quindi no, non fanno male, ma vanno consumate previa cottura come qualsiasi cibo di origine animale, che non è sterile. Così come cuociamo il petto di pollo, cuoceremo le cozze.

p.s. si le possono mangiare anche i bambini (cotte)

tinyurl.com/2czm9s8t

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Di Dott. Gabriele Bernardini

Biologo, nutrizionista, toscano

4 risposte su “Cozze e vongole, un’ottima idea ”

Ciao Gabriele, che piacere questo articolo. E chiedo: cannolicchi, telline (non mi viene il nome in italiano, sono quelle con una sola conchiglia attaccate agli scogli) e lumache stessi pregi?

Buongiorno, innanzitutto grazie per i suoi articoli accurati e precisi. Mi piacerebbe sapere se le considerazioni nutrizionali che valgono per cozze e vongole si possono estendere anche ai crostacei. Mi interessa soprattutto l’aspetto relativo ai grassi omega3 a lunga catena e all’eventuale rischio di assumere troppo colesterolo.
Grazie.

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