Come cercare di “spiegare” a sommi capi (no, a sommissimi capi) almeno il concetto iniziale di uno degli argomenti in assoluto più complicati della fisiologia della nutrizione e (credo) fallire miseramente.
Il tentativo è farvi capire che la narrazione che molti guru della nutrizione portano avanti è una bufala enorme.
Premessa importante: non riponete mai troppe aspettative nel cibo. È uno strumento potente per ridurre il rischio di molte malattie ma non può essere usato col bilancino di precisione e alcune affermazioni (o suggerimenti di test complicati come quelli per l’equilibrio lipidico) che vorrebbero indurci a considerarlo in questo modo “farmacologico” sono da rigettare.
Dunque: ci sono grassi che mangiamo (alcuni li dobbiamo assumere per forza con la dieta: i grassi essenziali) e grassi che, in parte, ci costruiamo da soli partendo da precursori presenti nei cibi. Tutti questi grassi o oli alimentari sono sempre MISCELE di varie componenti (acidi grassi).
Fra queste componenti ci sono i grassi saturi (https://www.gabrielebernardini.it/i-grassi-saturi/) e quelli insaturi (monoinsaturi come l’olio di oliva o polinsaturi come l’olio di mais o girasole o gli oli di pesce).
Tra i polinsaturi si distinguono gli Omega-3 e Omega-6 che hanno alcune importanti funzioni biologiche.
Omega-3 e Omega-6 nel nostro organismo sono, in parte, in gara tra di loro perché usano gli stessi enzimi per diventare grassi più lunghi e per potere esplicare la loro azione fra cui c’è quella della produzione di piccole molecole molto importanti, le prostaglandine.
Ci sono varie “serie” di prostaglandine che entrano in gioco in molte situazioni fisiologiche come la vasocostrizione o la vasodilatazione, l’aggregazione delle piastrine, ecc.
Inoltre intervengono anche in situazioni patologiche regolando gli stati infiammatori. Alcune prostaglandine li migliorano, altre li peggiorano
Anche i grassi che costituiscono le nostre membrane cellulari possono modificarsi a seconda della qualità dei grassi che introduciamo.
Se avete seguito fino qui, avete capito che molto dipende dai grassi che mangiamo. Possiamo favorire una strada o l’altra assumendo più o meno Omega-3 e Omega-6.
Ma tutto questo non in maniera “farmacologica” come voleva per esempio la dieta a zona. E’ importante assumere sia Omega-3 che Omega-6 in certe quantità perchè ENTRAMBI sono salutari. Ma il loro rapporto non è mai stato stabilito con precisione perché sarebbe fuorviante.
Potremmo cioè assumere il rapporto giusto ma con quantità assolute errate. Inoltre una cosa è vedere com’è questo rapporto nel sangue, un’altra è poter usare questo dato come indicatore del rapporto nei tessuti (nel cervello per esempio). Valori ematici non rispecchiano sempre i valori dei tessuti.
Comunque sappiamo che dovremmo aumentare i pochi Omega-3 che assumiamo ora, in rapporto agli Omega-6 (e ridurre i grassi saturi soprattutto). Ma questo non significa questi gli Omega-6 siano “cattivi”, significa solo che dovremmo soprattutto incrementare gli Omega-3.
Infatti, nonostante un certa informazione voglia dipingere i vari oli polisanturi come girasole, mais o soia come “dannosi” o infiammatori, non ci sono prove reali che DA SOLI questi grassi siano un problema. Dipende sempre dall’equilibrio, dal totale e dalle calorie.
https://www.health.harvard.edu/newsletter_article/no-need-to-avoid-healthy-omega-6-fats
“Anche i grassi Omega-6, che ricaviamo principalmente dagli oli vegetali, sono benefici. Riducono il colesterolo LDL dannoso e aumentano quello protettivo HDL. Aiutano a tenere sotto controllo la glicemia migliorando la sensibilità del corpo all’insulina. Tuttavia, questi grassi non godono della stessa reputazione solare dei grassi Omega-3.”
“I critici sostengono che dovremmo ridurre l’assunzione di grassi omega-6 per migliorare il rapporto tra omega-3 e omega-6. Una SCIOCCHEZZA, afferma l’American Heart Association (AHA).
In un avviso scientifico che è stato redatto in due anni, nove ricercatori indipendenti da tutto il paese, tra cui tre di Harvard, affermano che i dati di decine di studi supportano i benefici cardiovascolari dell’assunzione di grassi omega-6 (Circulation , 17 febbraio 2009).
“I grassi omega-6 non sono solo sicuri, ma sono anche benefici per il cuore e la circolazione”, afferma il coautore dell’avviso, il dott. Dariush Mozaffarian, professore associato di medicina presso il Brigham and Women’s Hospital affiliato ad Harvard.”
“Si scopre che il corpo converte pochissimo acido linolenico in acido arachidonico, anche quando l’acido linolenico è abbondante nella dieta.
I revisori dell’AHA hanno scoperto che mangiare più grassi omega-6 NON AUMENTAVA L’INFIAMMAZIONE. Invece, mangiare più grassi omega-6 RIDUCEVA i marcatori dell’infiammazione o li lasciava invariati”
“Molti studi hanno dimostrato che i tassi di malattie cardiache diminuivano con l’aumento del consumo di grassi omega-6”
ecc.
Questo è un sunto di ciò che dice la letteratura scientifica, non io, non UN SOLO studio.
https://www.heart.org/en/healthy-living/healthy-eating/eat-smart/fats
Ritroviamo le stesse conclusioni nelle linee guida e nel loro dossier scientifico. Le ritroviamo in numerose metanalisi e review.
https://pmc.ncbi.nlm.nih.gov/articles/PMC6582360
https://efsa.onlinelibrary.wiley.com/doi/10.2903/j.efsa.2010.1461
Perchè da una parte c’è la comunità scientifica che arriva INDIPENDETEMENTE (altro che complotti) a certe conclusioni, dall’altra c’è il medico che ha visto la luce, ma l’ha vista solo lui.
Conclusioni: le solite. Meno grassi saturi e più insaturi, cioè meno carne, meno uova, meno formaggi, più pesce, cereali, legumi e vegetali.
Per tenere un rapporto equilibrato dobbiamo (senza far conti): mangiare il pesce suggerito, ridurre la carne ai valori raccomandati, non abusare con oli di semi e con alimenti ultra-processati (dolci, snack vari, prodotti pronti, salse, ecc). E ovviamente condurre una dieta equilibrata in generale e mantenere il peso entro limiti sani come prerequisito fondamentale.
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Questo lavoro https://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1002/ijc.35226 mostra come SIA i grassi della serie 6 CHE quelli della serie 3 sono legati a un (piccolo) minor rischio tumorale (con l’eccezione del tumore alla prostata) rispetto a chi li assume meno e quindi non c’è un buono o un cattivo, ma il loro rapporto influisce: se ci sono troppi Omega-6 rispetto agli Omega-3 il rischio tumorale aumenta.
Una nota sui grassi TRANS che spesso si confondono con quelli polinsaturi perchè DERIVANO (derivavano) da questi: gli acidi grassi TRANS però hanno fatto la loro quasi totale scomparsa ormai da anni e anni nei prodotti alimentari.
La idrogenazione dei grassi insaturi (mais, girasole) che diventano saturi come nelle margarine, prima portava a formazione secondaria di grassi TRANS che sono molto dannosi per il cuore soprattutto. E infatti non ci sono più.
Ora nei dolci ci sono margarine o burro o grassi tropicali cioè grassi SATURI. Sono i saturi il problema. Se si trova che in una merendina c’è olio di girasole e basta vuol dire che c’è olio di girasole. Non grassi trans.
11 risposte su “I grassi polinsaturi”
Buonasera, Dottore.
Leggere i Suoi articoli mi stupisce sempre più; sono contenta della provvidenziale scoperta di questo sito.
Meno male esiste “La Somma e il Totale”!
Meno male che … “il diavolo fa le pentole ma non i coperchi”!
Un saluto cordiale
Ma grazie! è troppo! 🙂
E’ poco, Dottore!
Commentavo giorni fa con i miei fratelli che sarebbe opportuna una sua presenza al Ministero della Salute, per regolamentare un pò di cose, tra cui il posto giusto dell’alimentazione mediterranea …
So che non è specificamente questo lo scopo di questa rubrica… ma…
faccio un tentativo.
Mi piace sempre il BUON SENSO che è il filo conduttore di tutti questi articoli… e provo a proporre anch’io un argomento di “buon senso” che mi pare stia mancando in questo periodo di Covid, vaccinazioni, e… MASCHERINE.
Le mascherine funzionano e sono importanti … SE … usate bene!
Con precisione, con i bordi che chiudono, senza lasciare nessun altro passaggio all’aria se non attraverso il FILTRANTE.
Una cosa che sanno tutti, ed è evidente per tutti, è che piegare un filo di ferro è una manovra che comporta sia una certa quota di deformazione plastica, sia anche una certa quota di deformazione elastica. E tutti sanno che siccome in parte “tornerà indietro” se voglio ottenere alla fine una certa piega, devo flettere un po’ di più, per compensare il ritorno elastico che sarà inevitabile.
E allora perchè
(anche fior di medici specialisti, e funzionari delle Direzioni sanitarie, e perfino le linee guida ISS per la vestizione…) tutti per prima cosa si mettono la mascherina sulla faccia, e POI piegano il ferrino premendolo sul naso ?
Inevitabilmente, l’unica cosa che potrà succedere, sarà che la mascherina sarà chiusa bene…per quei 3 secondi che le dita stringono…
Come lasciamo le dita, la piega si allargherà !
Mascherine inutili, coi bordi larghi, che non tengono, piene di spifferi.
Respireremo aria non filtrata, che passa dalle fessure.
Tutto inutile.
Le mascherine vanno preparate IN MANO. Poi indossate.
E’ l’unico modo per ipercorreggere le pieghe eseguendole “al lordo” del ritorno elastico.
Non possiamo chiedere al nostro naso di essere per un attimo “più stretto di sè stesso” per fare la piega che serve…
Dobbiamo farlo in mano. Per tentativi. Finche non otteniamo la forma giusta. Altrimenti non funziona.
Saluto e Ringrazio per l’attenzione
Mario Pagnanelli. Dentista. Allergico.
Uso la mascherina tutta la giornata per lavoro da 30 anni,
e anche tutte le primavere per giri in bicicletta in campagna (o ogni volta che faccio lavori “polverosi”).
Se non la chiudo bene, me ne accorgo subito…
smetto di stare bene !
https://www.youtube.com/watch?v=mP33EaAEEL0
https://www.estense.com/?p=844841
ecco perchè esistono le FFP2 🙂
Temo di non avere compreso lo spirito del commento…
Le FFP2, (come tutte le altre mascherine…)
“fermano il 95%” … SE … sono chiuse bene !
Anzi: tanto maggiore è il potere filtrante, tanto maggiore sarà la resistenza al passaggio dell’aria, tanto maggiore sarà l’importanza del sigillo periferico…
Quante FFP” (e perfino anche FFP3) si vedono in giro…
“poco utili” in quanto chiuse male?
Mi pare un po’ una attenzione esagerata. Le mascherine sono fatte per essere indossate.cosi
E’ un errore molto diffuso…
Sono un dentista.
Lavoro con la mascherina ogni giorno, tutto il giorno, da 30 anni.
E sono allergico.
I sintomi danno immediatamente la loro risposta, quando mi faccio ad es. un giro in bicicletta in primavera, e NON voglio prendere farmaci…
Per noi è “pane quotidiano” verificare che i bordi di protesi e ricostruzioni dirette CHIUDANO BENE.
E parliamo di centesimi di millimetro…
Se nelle mascherine che vediamo in giro fessure di un paio di mm, e perfino MEZZO CENTIMETRO a volte…
A me sembra di dire una cosa di una evidenza lapalissiana…
Quanta gente si lamenta degli occhiali appannati con la mascherina?
Per forza ! L’aria passa dalle fessure !
Quanti medici e infermieri si sono ammalati nonostante una bardatura scrupolosissima?? Per forza ! Basta guardare! Mille attenzioni… tranne la più importante ! Le FESSURE APERETE si vedono a vista d’occhio.
Se è un “virus respiratorio”…significherà pur qualcosa?
Una mascherina piena di fessure …funziona…
come una bicicletta bucata !
(“quante storie per un buchino da niente… !!!)
Potevo rispondere diversamente…
Invece di pensare a cosa fanno i “Medici”
(che al momento non si accorgono di niente…)
…vai a guardare gli addetti a lavorazioni come sabbiatura metalli,
o smerigliature pesanti…o verniciature “occasionali”…
…che “si proteggono” con semplici “mascherine antipolvere” da ferramenta (chiuse con la stessa “tecnica” usata dai medici…:
due dita ai lati del naso a mascherina indossata…)
A fine lavoro… il naso PIENO DI POLVERE (caccole nere……)
Quello “si vede”… il Virus “non si vede”…
Ma dalle fessure passa uguale
Una volta ho fatto personalmente un “lavoro parecchio polveroso”
con -appunto- una semplice mascherina antipolvere…
A un certo punto… NON RESPIRAVO PIU’!
MASCHERINA COMPLETAMENTE COPERTA E OSTRUITA DA UNO STRATO DI POLVERE di millimetri…
Sentivo distintamente la “pressione sulla faccia” quando inspiravo.
Però… niente polvere nel naso !
I dettagli contano !
Sì va bene….quale è la soluzione? Hai idea di come si possono portare oggi le mascherine fuori dall’ambiente controllato dell’ospedale o dell’ambulatorio? Non è immaginabile che non si muovano, basta parlare. Pensa a tutte le situazioni. Nonostante ciò portarle abbattute il rischio di centinaia di volte anche se sono portate male perché le droplets non fanno il giro, sono pesanti e vanno dritte e poi cadono giù. Diverso il discorso aerosol ma in quel caso si dovrebbe aerare cosa che hanno imparato a fare a scuola per esempio. Il rischio zero non esiste ma distanziamento mascherina e igiene rendono il rischio molto basso. Solo che in pochi stanno attenti a questo livello. Ma oggi ci stiamo abituando.
La soluzione è semplicissima.
Modellare il ferrino IN MANO e non in faccia
(come spiegato erroneamente nelle linee guida ISS !!!)
E’ una cosa evidentissima per tutti che esiste il “ritorno elastico”…
Eppure…quando si tratta di mascherine…
Prova tu stesso…
La metti…stringi con due dita ai lati del naso… la togli…
e guardi che forma è saltata fuori !
https://www.estense.com/?p=844841
Una mascherina chiusa male funziona… come una bici bucata !
Piena di spifferi !
Ti ripeto: sono allergico.
Se la chiudo bene con cura in mano… sto bene.
Altrimenti … basta un piccolo spiffero… me ne accorgo subito.
E se passano i pollini… passano anche i virus
(va ben… “le droplets”…) !