O pancarrè o pane per tramezzini…sono tutti la stessa cosa.
Dei pani con frequente aggiunta di grassi (e pure zuccheri), molto morbidi e solubili, praticamente privi di masticazione e che rientrano pienamente nella tendenza odierna della nutrizione a base di pappette, per la quale masticare pare un atto abominevole.
Secondo la normativa il pane propriamente detto è “il prodotto ottenuto dalla cottura totale o parziale di una pasta convenientemente lievitata, preparata con sfarinati di grano, acqua e lievito, con o senza aggiunta di sale comune (cloruro di sodio)”. (art.14, comma 1, Legge 4-7-1967, n.580).
Al pane possono essere aggiunti “ingredienti particolari” (art. 4, D.P.R. 30-11-1998, n.502) come zuccheri (non meno del 2% sulla sostanza secca) e grassi (non meno del 3% ss) e diventa un pane “speciale”.
L’alcol viene spesso usato come antimicotico in superficie e, come additivo, è regolamentato da Decreto 13-7-1998, n.312: non più del 2% ss. Il che vuol dire che su un Kg di pane non si possono usare più di 14g circa di alcol (che comunque evapora all’apertura della confezione). Diciamo che questo dell’alcol è un non-problema, soprattutto se accanto al panino avete un pinta di birra.
Un noto pan bauletto commerciale contiene il 3,9% di grassi e ben il 7,3% di zuccheri nel prodotto finito, laddove nel pane comune propriamente detto questi due nutrienti sono virtualmente zero.
Perchè mettere grassi e zuccheri in un prodotto che non dovrebbe contenerne? per renderlo molto più appetibile del pane comune ovviamente.
Se a questo sommiamo il fatto che la consistenza di questi pani non aiuta di certo la sazietà, otteniamo un prodotto che nutrizionalmente rientra nella categoria “derivati del pane” da consumarsi saltuariamente e/o in piccole quantità (ed è marginale stare a fare le pulci al grammo di zucchero o di grasso in più o in meno in questa categoria).
Quindi ci sta a colazione come alternativa a dei biscotti o fette biscottate o dei cereali per la colazione (porzione 30-40g).
Non ci sta come alternativa al pane durante i pasti.
Perchè, va bene che siamo animali neotenici, ma ‘sta abitudine infantile di mangiare pappette dolcine e grassette andrebbe anche superata.
Italiani! usateli i denti! (boia de’!!)
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Nota storica: leggenda narra che questo pane (a forma di parallelepipedo, carrè=quadrato) sia nato a Torino nel XIX secolo per far dispetto ai boia, non visti proprio di buon occhio dalla popolazione e quindi anche dai panettieri che vendevano loro il pane capovolto, in segno di spregio. A seguito dell’ordinanza che proibiva questo atto, fu creato un pane identico sopra e sotto in modo da poter comunque offrirlo ai boia capovolto, aggirando la legge.
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