Categorie
Alimentazione e salute Miti e bufale Studi scientifici

L’uomo di scienza non si innamora

Non deve innamorarsi per definizione.

Se lo fa non è uomo di scienza. Se si lascia prendere dal desiderio di confermare una cosa che vorrebbe fosse vera, viene meno al sacro giuramento dello scienziato (che non esiste, ma dovrebbe, con multa annessa per inadempienza).

Ieri ho letto il post di un collega nutrizionista che, mostrando la colazione della figlia, composta da un uovo e una carota (sic!), si vantava che la bambina arrivasse a mangiare 700 uova l’anno e criticava la dieta mediterranea opponendola come causa del sovrappeso dei bambini italiani che mangiano merendine industriali in grandi quantità.

Non la sedentarietà, l’eccesso di cibo e di calorie in generale. No la, dieta mediterranea (che non facciamo) e le merendine.

E i nutrizionisti “ufficiali” collusi con le aziende alimentari, le linee guida prodotte da scienziati incompetenti, pagati e non aggiornati, il mainstream della nutrizione che porta i nostri figli ad ammalarsi, il complotto, le multinazionali…

E lui, paladino di fronte a cotanta disinformazione e con lui tanti altri che hanno trovato una maniera per distinguersi dalla cosiddetta scienza ufficiale.

Da dove sono usciti costoro? Chi li ha formati, dove hanno studiato?

La maledetta riforma universitaria che ha permesso a chiunque di diventare biologo nutrizionista e fregiarsi di un titolo professionale per fornire diete e consigli alla gente.

Oppure i medici che non avendo mai aperto un libro di nutrizione straparlano della qualunque.

Ma cosa dice la scienza, cioè la COMUNITA’ scientifica tutta, sulle uova?

La maggior parte dei grandi lavori più recenti che hanno seguito nel tempo dalle decine di migliaia a oltre due milioni di persone, analizzandone la dieta, mostrano quasi tutti un aumento della mortalità per tutte le cause e per tumori all’aumento del consumo di uova. Alcuni invece non trovano associazioni per le malattie cardiovascolari (le più studiate).

I lavori analizzati sono tutte metanalisi di lavori epidemiologici, cioè gli studi migliori, in assenza e nella impossibilità di effettuare studi controllati e randomizzati (come avviene praticamente per tutto ciò che riguarda la scienza della nutrizione). E ovviamente trovano “solo” associazioni e non dimostrano legami di causa-effetto. Però quando sono tanti, su campioni numerosissimi e della durata di decenni, possiamo trarre conclusioni solide.

Nessuno di questi lavori (neanche i più “positivi”) giustifica un consumo di uova maggiore di 2-4 a settimana, perchè, come dicono anche le linee guida, non basta dimostrare che un alimento non faccia male di per sé, bisogna anche inserirlo nel complesso della dieta per renderla varia, equilibrata e sostenibile. Poco importa sapere che il colesterolo delle uova non influisce granché sul nostro colesterolo. Mangiare troppe uova “sposta” la dieta verso un modello non sano in generale e poi le uova stanno ovunque anche come ingrediente.

Alla luce di tutto ciò il mio collega innamorato delle uova (e come lui tanti) dovrebbe avere una visione più ampia e sapere interpretare l’evidenza scientifica in modo corretto integrandola con tutte le altre conoscenze di nutrizione.

Se almeno nelle università si insegnasse il metodo scientifico forse questo queste assurdità non avverrebbero. Perché, una volta acquisite le competenze proprie del metodo, si saprebbe cercare, vagliare, scremare, valutare gli studi in autonomia e si capirebbe dar loro il valore corretto.

Come possiamo pretendere che il consumatore sappia discriminare l’informazione corretta dalle bufale se neppure i nutrizionisti lo sanno fare?

700 uova l’anno. Ma li mortacci.

Che poi, lo facessimo tutti, quante minchia di galline servirebbero? Saremmo sommersi dalla pollina (la cacca delle galline).

Ma francamente…già lo siamo.

https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/35360933/

https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/28446499/

https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/35396834/

https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/35178575/

https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/32865658/

https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/35711545/

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3538567/

Condividi...

Di Dott. Gabriele Bernardini

Biologo, nutrizionista, toscano

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.