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NNT – Number Needed to Treat

Metti che il rischio di avere un infarto (o di morire di infarto) da qui a 30 anni, in una persona sana, sia del 2% e metti che questa persona, attratta dalla moda del momento (c’è sempre una moda del momento), cominci ad assumere una sostanza X (magari di origine naturale, perchè fa più figo) pubblicizzata come protettiva per gli infarti.

Metti che lo facciano in tanti (perchè sennò non sarebbe una moda) e che gli scienziati vogliano andare a vedere se questa sostanza naturale funzioni davvero e riduca il rischio di infarto in modo significativo rispetto a chi non la assume.

Metti che si scopra che in coloro che prendono X il rischio di infarto si abbassi dal 2 allo 0,5% e che quindi ci sia una riduzione dell’1,5%.

In questo tipo di studi si chiama NNT il reciproco della riduzione assoluta del rischio. Nel nostro caso il reciproco di 1,5/100 è 66,6 (non so perchè quando faccio questi esempi viene sempre fuori il Numero della Bestia).

Questo valore ci dice che dobbiamo trattare 666 persone con la sostanza di moda per “salvarne” dall’infarto 10.

E’ chiaro che un trattamento è tanto più efficace quanto più basso è l’NNT. Quando non c’è differenza tra trattamenti NNT ha valore infinito.

Passaggio alla vita reale: in questa grossa Revisione Cochrane (aggiornamento di una già condotta: https://www.cochranelibrary.com/cdsr/doi/10.1002/14651858.CD003177.pub5/full) è stata valutata l’efficacia dei grassi Omega-3 a lunga catena (quelli del pesce o quelli presi come integratori) sulla mortalità in generale, su vari eventi cardiovascolari e sull’infarto in particolare.

Nei primi due casi ci sono prove con elevata qualità che gli Omega-3 non servano assolutamente a niente (cioè NNT infinito), mentre esistono prove di bassa qualità che dimostrano come (per esempio, perchè i casi trattati sono tanti) 1000 persone sane debbano prendere compresse di Omega-3 per cinque anni affinché 1 non muoia per infarto (NNT=1000).

Nel commento a questo studio uno dei ricercatori chiosa così: “Quindi ognuno di noi potrebbe decidere se questo è il modo in cui desideriamo spendere i nostri soldi: sugli integratori di omega-3 o su un trattamento cardiovascolare diverso come un paio di scarpe da ginnastica, frutta o pesce sani, o una seduta di rilassamento”.

Fra l’altro (anche se gli studi sono pochi) neppure gli omega-3 del pesce preservano dall’infarto. Cioè non sono queste sostanze che aiutano, ma il semplice fatto di mangiare pesce!

E il motivo lo abbiamo spiegato più volte: non è tanto cosa si mangia ma cosa NON si mangia (la carne per esempio), con cosa lo si sostituisce e poi la somma di ciò che si mangia.

Conclusioni: abbiamo imparato cos’è il NNT e che gli Omega-3 non servono a una minchia.

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Di Dott. Gabriele Bernardini

Biologo, nutrizionista, toscano

2 risposte su “NNT – Number Needed to Treat”

Ho trovato illuminante il libro del prof. Bruni a proposito di integrazione e sono diventata una “piantagrane” con i medici che mi prescrivono integratori. Una donna che da quando è vegetariana non ha più carenze di ferro

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