Quando uno scienziato, un medico, un divulgatore, un nutrizionista si innamora di una alimentazione fortemente spostata verso una categoria alimentare, esaltandone i pregi e “dimenticandone” i difetti, prende il nome di attivista.
E, a mio parere, non è un buon medico, scienziato, ecc. ecc.
Se poi, usa il suo attivismo, mascherato da obiettività scientifica, per guadagnare denaro o prestigio o potere, beh è un attivista a scopo di lucro.
Nascondere i difetti di una alimentazione “polarizzata” (per esempio la dieta vegana o la dieta carnivora) non va solo a detrimento della corretta informazione (e della salute delle persone), ma anche a detrimento dell’attivista. Parlare oggettivamente dei punti critici giova al destinatario dell’informazione e al divulgatore stesso, che ne guadagna in credibilità.
Diete plant-based
Prima di tutto una precisazione semantica: “plant-based” non vuol dire dieta “totalmente vegetale” (ricordo che il termine “vegano” indica la persona, non la dieta).
Plant-based vuol dire “a base vegetale”, quindi alimentazione onnivora di stampo mediterraneo con pochi alimenti animali. Quella universalmente accettata come la più sana a livello di stile di vita.
C’è un documento dell’OMS (https://tinyurl.com/23t3la4u) che elenca brevemente i pregi di una alimentazione plant-based suggerendo di “switchare” verso tale dieta qualora si stia esagerando coi prodotti animali (in particolare carni rosse e trasformate), ma NON dice di diventare necessariamente vegani, perchè anche la alimentazione totalmente a base vegetale ha i suoi difetti.
Infatti nelle conclusioni cita un grosso lavoro riguardante le diete strettamente vegetali, https://tinyurl.com/22zv934y, che ha analizzato pro e contro. Lo studio ha analizzato 48 lavori pubblicati tra il 1987 e il 2020 esaminando l’assunzione di nutrienti di un totale di 12.096 vegani.
Conclusioni: “I nostri risultati suggeriscono che evitare carenze nutrizionali mentre si segue una dieta totalmente vegetale può essere DIFFICILE. In generale, le diete vegane in cui l’assunzione di alimenti proviene da diversi gruppi alimentari (ad esempio verdure, frutta, legumi, cereali, noci, soia e oli di alta qualità) possono essere caratterizzate come sane ed equilibrate.
Tuttavia, i bassi (leggi “insufficienti”, n.d.r.) apporti di vitamine B2, niacina , Vit.B12, Vit.D, ferro (il ferro è maggiore nei vegetali, ma spesso questo non si traduce in scorte adeguate nell’organismo del vegano, n.d.r.), calcio e iodio (anche lo zinco e il selenio sono carenti, n.d.r.), non possono essere trascurati. Ulteriori azioni dovrebbero essere prese in considerazione per prevenire queste potenziali carenze.
Inoltre, le diete vegane sono correlate a profili glicemici e lipidici più favorevoli e sono state associate a una minore incidenza di diversi tumori (i vegani bevono meno alcol e sono più magri degli onnivori e questo si traduce in minor rischio di diabete tipo2, n.d.r.).
Tuttavia, la mortalità tra i vegani non sembra differire da individui che seguono altre diete, ma sono necessarie ulteriori ricerche.
Sono necessarie ulteriori indagini nel campo delle diete vegane e della qualità dei prodotti alternativi consumati”.
Sono sane le diete vegetali? Sì, SE ben pianificate
Le possono seguire tutti, a tutte le età? Sì, se ben pianificate
E’ facile pianificarle? Non così facile come pianificare una dieta plant-based, soprattutto nei bambini
Possono essere poco sane anche le diete onnivore? Ovviamente si, (e in numero assoluto sono molte di più le diete onnivore squilibrate, banalmente perchè i vegani sono una piccola fetta della popolazione),ma è più facile equilibrarle SE si decide di farlo
Un attivista vegan vi racconta che è tutto molto facile, uno scienziato vero vi mostra pregi e difetti non esaltando i primi a discapito dei secondi.
N.B. se lo fate per gli animali e/o l’ambiente potete fregarvene e accettare i rischi se non vi va di pensare a voi stessi, oppure pianificare meglio l’alimentazione.
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https://sinu.it/wp-content/uploads/2019/06/documento-diete-veg-esteso-finale-2018.pdf
https://www.scienzavegetariana.it/nutrizione/AND_ital.html#conclusioni
3 risposte su “Le diete “polarizzate”: differenza tra scienza e attivismo”
Purtroppo questo succede un po in tutti i campi, ah quanto mi piace questo post che spiega molto bene qual’è la base per essere un buon professionista. Grazie
Buona sera, leggendo questo articolo , vorrei sapere se è corretto non fare gli spuntini come molti nutrizionisti consigliano per calmare l’insulina ed a maggior ragione sconsigliano lo yogurt perchè le siero proteine alzano l’insulina più dei carboidrati. Casa c’è di vero in questa teoria ?Quando le linee guida consigliano i 5 pasti giornalieri con spuntini con yogurt, frutta o frutta secca oppure qualche biscotto.
Grazie per la risposta.
Angela
quante complicazioni, quanta confusione che vi hanno messo in testa
gli spuntini li puoi fare o meno a seconda dei tuoi gusti…se sei normopeso fai totalmente come ti pare. se sei sovrappeso pure…l’importante è che mangi le giuste calorie e lascia perdere l’insulina dimenticala