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Alcuni fatti medici accertati su insulinoresistenza (IR), dieta e carboidrati che ci nascondono

(non perchè c’è un complotto, ma perchè c’è pieno di “esperti” un po’ così…)

La premessa

Chi si trova in uno stato di resistenza alla insulina (cioè in una situazione in cui le cellule sono “sorde” al messaggio della insulina e la glicemia permane elevata nel sangue) è maggiormente a rischio di avere problemi di salute futuri: uno studio che ha misurato la IR in 147 persone (sia magre che sovrappeso) e le ha seguite per 6 anni, ha trovato che quelli con livelli più elevati di IR avevano il 36% in più di incorrere in un problema di salute come ipertensione, malattia coronarica, ictus, cancro, diabete di tipo 2 e morte. Chi non aveva IR non ha avuto nessuna patologia nei 6 anni di follow up (https://tinyurl.com/287wvdgp).

Questo è quanto. Però:

1. Avere l’insulina elevata nel sangue (sia a digiuno, che dopo carico di carboidrati) non è un predittore affidabile di aumento di peso futuro (così come chi ha insulina bassa, non vuol dire che sia magro o lo rimarrà): i dati sono abbastanza casuali come mostrato da questa revisione che non trova correlazioni certe. In alcuni casi un livello maggiore di insulinemia era legato a un minor aumento di peso (https://tinyurl.com/26k9ndgd). 

2. Nelle persone sovrappeso, il dimagrimento porta a un miglioramento della IR a prescindere dal fatto che le diete siano ricche o povere di carboidrati (60% vs 20% di CHO). Tagliare 500kcal al giorno induce una perdita di peso identica (4kg in 8 settimane). (https://tinyurl.com/29rrmj9j). 

3. Al contrario, se non si perde peso la IR non migliora a prescindere dal tipo di dieta (che sia ricca o povera di CHO). (https://tinyurl.com/2ahhjgd8). 

4. Ciò che produce IR è l’eccesso di energia, proveniente da qualsiasi nutriente, perchè troppa energia è “tossica” per le cellule, le quali reagiscono in modo da opporsi a questo eccesso aumentando la loro resistenza all’ormone insulina, così da bloccare l’entrata di calorie. Ma questo purtroppo produce altre conseguenza negative. (https://tinyurl.com/29g24jrn). 

5. L’eccesso di energia induce incremento di tessuto adiposo e oltre un certo limite le cellule di grasso diventano meno efficaci nello stoccarlo al loro interno (soprattutto dopo i pasti) e gli acidi grassi si “riversano” all’esterno provocando deposizione di grasso ectopico, IR e poi diabete. Ognuno di noi (anche in base alle diverse etnie) a la sua “soglia” personale oltre la quale il tessuto adiposo rilascia grassi nel sangue. (https://tinyurl.com/278do385; https://tinyurl.com/2asnf8pn). Gl indiani per esempio non devono ingrassare troppo per diventare diabetici.(https://tinyurl.com/2dbp4se5). 

6. Al contrario di ciò che viene narrato, la sazietà NON dipende dalle risposte glicemiche. Cioè, non è vero che se un alimento alza tanto la glicemia allora non sazierà. Uno studio ha testato 38 alimenti diversi (a parità di calorie, circa 240) su un gruppo di soggetti, valutando la sazietà dopo due ore: non c’era correlazione con la risposta glicemica e c’era una debole correlazione con quella insulinica, ma nel senso che maggiore era questa risposta, maggiore era la sazietà. Questo a conferma del fatto che alimenti ricchi di carboidrati saziano di più rispetto a quelli ricchi di grassi. (https://tinyurl.com/2yct75mo). 

7. Ciò che è legato davvero alla sazietà è il contenuto energetico (più roba mangiamo e più siamo sazi, ovvio), la presenza di fibre, acqua e il grado di appetibilità dei cibi, NON la risposta glicemica. (https://tinyurl.com/y8vsj3cr).

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Di Dott. Gabriele Bernardini

Biologo, nutrizionista, toscano

4 risposte su “Alcuni fatti medici accertati su insulinoresistenza (IR), dieta e carboidrati che ci nascondono”

Interessante. Non sono riuscito a trovare i grafici nell’articolo richiamato al punto 7. In particolare per vedere le differenze intra gruppi.
Sono disponibili da qualche parte?

Intendevo che il link all’articolo del punto 7 non mostra (magari non ho capito dove si legge) i grafici delle correlazioni dei vari cibi (riporta solo i p values, i fattori di di correlazione e comunque aggregati per macro).
Avrei voluto vedere i dettagli ad esempio dei cibi all’interno dei carboidrati (per esempio)
Grazie dell’attenzione

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